La grande utopia di Auroville

26 Settembre 2002

Scritto il 25 settembre, pre – cena

Sono le 7 P.M. e sto tornando ora a casa. Cosa vuol dire? Uno: son stato in ufficio sino ad ora. Due: Supriya stasera non m’ha rinnovato l’invito delle sere precedenti… La mia fama di tirapacchi dev’essere ormai nota in tutto l’ufficio: ho iniziato la prima sera, quando Karen mi aveva segnalato un’iniziativa al Visitor Centre e io non sono nemmeno riuscito ad uscire dalla Guest House (oltre ad attendere per la cena, come ricorderete). Battutacce sui corteggiamenti a parte, mi dispiace Supriya in versione – ice: evidentemente qui sono solo, ed ovviamente qualsiasi persona che mi da un po’ di confidenza mi rende felice.

Oggi caldo record: soprattutto oggi pomeriggio l’ho sentito parecchio, ed anche ora che e’ notte fonda qui in camera si suda da morire. Penso che dovro’ avviare il ventilatore a pal(l)a. Oh mamma: con i polsi sto BAGNANDO il notebook…

Sono andato un attimo a sciacquarmi il viso nel bagno: noto una pletora di brufoli , evidentemente una cucina così piccante regala i suoi effetti. Come dicevo oggi a Luigi: probabilmente sono l’unico occidentale che tornerà  ingrassato dall’India, e non dimagrito. Perche’ comunque di riso se ne mangia, e i condimenti non meglio identificati ci sono pure. Quando ero a Padova certo non facevo colazione, pranzo e cena più 2 thé zuccherati inframezzati in ufficio. E se come scrivevo l’altro giorno il cibo più che saziare stomaca, difficilmente sento fame da un pasto all’altro (beh domenica a parte, ma avevo saltato il pranzo e camminato per kilometri ).

Il pranzo da Luigi, comunque, più che per il cibo, comunque molto buono (un’interessante insalata, con verdura fresca, frutta secca ed altro materiale fruttaceo; dell’ananas fresco, qualche chicco d’uva, una specie di macedonia di banane e pere, penso), per il lungo dialogo. Soprattutto per quanto riguarda Auroville: mi son messo nei panni dell’avvocato del diavolo e dopo aver ascoltato considerazioni su passato e presente di Auroville, ho chiesto info sulle prospettive del progetto, che nel suo MasterPlan prevede 50.000 abitanti entro il 2025.

Pare che ad Auroville vigano 4 leggi fondamentali:

  • nessuna proprietà  privata ;
  • nessuna attività  economica in proprio ;
  • no droghe e no alcool ;
  • nessuna possibilità  di accettare organizzazioni politiche e sette .

Ho insistito molto sull’ultimo punto: Luigi parla di un'”anarchia divina” come punto di arrivo. La spiegazione: una realtà  sociale che non ha bisogno di rappresentanti politici, in cui ognuno conosce la propria missione e la persegue al meglio, gratuitamente e per il bene della comunità . Molta attenzione a rifiutare religioni e attività  politiche, che potrebbero minare l'”human unity”.

Primo e secondo punto, evidentemente, sono molto correlati: i vestiti di Luigi sono di proprietà  della comunità , ed anche la “sua” casa lo è. Come leggevo stasera sulle FAQ presenti sul sito di Auroville, ogni Aurovillian si conquista un’abitazione, e c’è una sorta di usufrutto per sé e i suoi discendenti, a meno che non lasci Auroville per più di 5 anni, perdendo lo status di Aurovilliano. La casa di Luigi è bella, molto da single ma con la camera degli ospiti: ovviamente all’interno è occidentale, anche se l’unico elettrodomestico presente è il personal computer. L'”ecosistema” economico di Auroville si basa su attività  commerciali o artigianali cui gli abitanti si dedicano gratuitamente, in cambio dei servizi essenziali (cibo, vestiti, alloggio, entertainment): Luigi, che è “un pezzo grosso”, riceve ben 250.000 lire al mese per il suo lavoro “dirigenziale” in ufficio. Ovviamente i soldi finiscono principalmente nel circolo aurovilliano.

Il punto – droghe mi lascia sospetto: Luigi me ne parlava boccheggiando una sigaretta comprata in uno dei villaggi (2 case e nessun forno) inglobati dentro Auroville (io drinkavo un po’ di Pepsi Cola fresca, finalmente qualcosa di bevibile senza troppi problemi), e questa scena mi faceva pensare molto alla fuga di Uto – pro bistecca. Quando finita la sigaretta Luigi mi ha chiesto un po’ della Pepsi Cola mi è dispiaciuto che la stessi finendo: sapendolo gliene avrei lasciata di più, non potevo pensare che fosse un bene così “bizzarro”, inusuale.

Ma era appunto riguardo al futuro che “insidiavo” Luigi: come può ‘sta specie di paradiso tropicale costruito dal / sul nulla (negli anni sessanta il terreno dove sorge Auroville era un deserto rossastro, ora è una jungla con 180 specie di uccelli, insetti a tonnellate e così via ) reggere l’arrivo di 50.000 abitanti in 20 anni, ovviamente per la maggior parte occidentali viziati?

Ne parlavamo immersi nel totale silenzio dell’area in cui vive Luigi (l’area “culturale” pare), ma già  immaginavo il rumore della moto che stava avviando moltiplicato per 15. Se Auroville avrà  15 volte gli abitanti che ha ora, come potrà  rimanere il silenzioso paradiso verde non inquinato etc.?

Le 48mila e passa persone che mancano dovrebbero essere le “cavie” (testuale) dell’esperimento – Auroville, per dimostrare la sostenibilità  del modello non solo per una sparuta comunità  di sognatori, ma per una città  di medie dimensioni. Luigi parlava di “sfide”. Affascinante, certo. L’occidente avrebbe molto da imparare da Auroville e dai problemi / soluzioni dell’India in generale: carenza idrica, gestione dell’inquinamento, problema energetico e così via. Tutti temi che tra qualche anno saranno attualissimi in Europa, ed ovviamente ci troveremo poco pronti ad affrontarli. Noi che ci facciamo problemi con la raccolta differenziata (cfr. caso Padova).

Vero che oggi qualche centinaio di moto non producono granché inquinamento, ma la moltiplicazione per 15 è sempre in agguato. Forse con auto elettriche et similaria qualcosa potrebbe migliorare ad Auroville (in previsione), ma i 12 milioni per vetturetta di cui parlava Luigi a me non sembrano tanto pochi, visti i budget limitati. La vita dei 1.600 Aurovilliani e delle centinaia di ospiti / turisti costa alla comunità  circa 200 milioni di lire al mese: il tenore di vita è tutto sommato decente, anche se Luigi ammetteva che per mantenere tutti i servizi ad alto livello occorrerebbe molto di più.

Ora vado a cena sperando non sia troppo tardi (ormai son le 8)… Continuerò a rimuginare su quanto detto oggi, poi al massimo lo appunto qui per chi è interessato…



8 Comments to “La grande utopia di Auroville”

  1. Donia | Settembre 29th, 2002 at 15:21

    Giuuuuu anche Marlowe sta in India!!!

    In bocca al lupo per tutto!!!

  2. Superlilly | Settembre 29th, 2002 at 15:32

    ciao ex…

    è da un po’ che sto pensando a cosa e come scriverti… ma non ce la faccio!

    in bocca al lupo per tutto

  3. LuVi | Settembre 26th, 2002 at 16:33

    Ciao!

    Ciao Giuseppe, ben trovato!

    Appena ho tempo mi leggo tutto!

  4. Jessica | Settembre 26th, 2002 at 18:13

    Ciao Ex!

  5. Alarico | Settembre 26th, 2002 at 19:34

    Ciao ex, un saluto dalla Calabria.

    Mi stai facendo divertire un sacco con le tue avventure indiane.

  6. g | Settembre 26th, 2002 at 22:10

    Ciao anke dalla Puglia

  7. ex-xxcz | Settembre 28th, 2002 at 05:28

    Leggo ora i msgs di Donia, Alarico, LuVi, Lilly, g… Grazie mille! Ma Marlowe che ci fa in India?

  8. ex-xxcz | Settembre 28th, 2002 at 13:46

    Superlilly, perché?

    Ho cercato di presentare il sito ai controller… Non so a che ora andrò via stasera, ma ciò che mi rompe è il non avere il cavo d’alimentazione, visto che il “solito” è sparito, con tutto il CD recorder appresso… Mi sa che dovrò staccare quello della stampante, speriamo vada bene… Altrimenti che faccio tutto domani a parte lavarmi e non pranzare?

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