Un PhD negli Stati Uniti?
26 Febbraio 2004Ci penso spesso… Traguardo affascinante per chiunque voglia occuparsi di ricerca, il dottorato negli Stati Uniti sembra però una meta piuttosto irragiungibile. Qualcosa mi dice che non bastano una laurea e 2 master per essere all’altezza di un corso simile: come al solito, il problema è che non sono né carne né pesce, con la mia lauretta quinquennale in Scienze della Comunicazione.
Cercando un’informazione utile per un mio post su .commEurope, sono capitato su Eppols in de Big Eppol, il blog personale di Angelo Mele, dottorando al primo anno presso la New York University. Il bravo Angelo si occupa di econometria, macroeconomia, matematica finanziaria, teoria dei giochi ed altri capolavori teorici. Bravo soprattutto perché capisce, applica, va avanti. Complimenti, io litigo già con la macroeconomia spiccia… Il blog è carino perché racconta le disavventure a New York: ancora più complesse della mia attuale avventura a Nizza. Per la cronaca: Angelo gestisce anche StrangEconomics, un utile database di articoli a sfondo economico ed è autore dell’imperdibile saggio È razionale copiare all’esame? Un approccio microeconomico. Angelo è nato nel 1977 e si è laureato appena pochi mesi prima di me: ma evidentemente ha seguito una linea più razionale per il suo futuro.
Nel frattempo, continuo a leggere sospirante la Guida al dottorato negli Stati Uniti pubblicata dalla Fondazione Iri, che ogni anno mette in palio ottime borse di studio, purtroppo riservate solo a laureati in discipline economiche. Fermatemi, o qua passo tutta la vita a studiare…