In Calabria…

31 Marzo 2004

Che entusiasmo! Dopo una tappa a Torino con Giuggiola, eccomi precipitato sino a Pasquetta a casa dei miei. Appena poche ore qui mi hanno letteralmente abbattuto. È bello stare con i propri genitori: ma è l’ambiente circostante che è micidiale…

Ieri ho cercato di chiarire con la coordinatrice del Master torinese il mio futuro a medio termine. Purtroppo non è venuto fuori granché: alla fine ho la sensazione che metà mondo provi gusto a cercare di affibbiarti uno stage. Il resto del mondo, prova gusto a farli. Ecco, se c’è una cosa che non sopporto sono gli stage: lavorare 6 mesi gratis con la scusa di “imparare” qualcosa. Per di più in Italia. Posso capire all’estero: magari si potrebbe imparare “come si lavora in un contesto estero”, sarebbe già qualcosa di più utile.

In più, ovviamente, ho 2 tesi in sospeso, quella di Torino e quella di Nizza. Che dovrebbero essere legate a 2 internship. Pare che possa diplomarmi a Torino a marzo 2005. Interessante, visto che Giuggiola si diploma il prossimo 22 aprile…

Le case violate

25 Marzo 2004

Una settimana fa, l’esplosione del WC… Stamattina sentivo la medesima puzza provenire dal lavandino… Terrore! Ho smontato il mobile sotto il lavello, l’ho portato sul balcone e l’ho lavato, poi ho smontato il lavello ma non è stato granché utile. Grande pulizia per terra e nel bagno e così via, ma niente da fare. Ovviamente non c’è fogna incombente ma c’è puzza. Che brutta sensazione…

Quando è venuto lo spurgatore, venerdì pomeriggio, mi è sembrato che quella casa venisse violata. Stessa sensazione per il portiere che si guardava intorno alla ricerca di una paletta per svuotare l’acqua. Da allora, insomma, la casetta nizzarda non sembra più la stessa. Nonostante le ore ed ore di pulizia tra venerdì sera e notte e sabato mattina, quindi stamattina.

Mentre pulivo, ho avuto l’idea di lanciare direttamente dal bagno al balcone una pezza bagnata. Inevitabilmente qualche secondo dopo ho sentito un tonfo: la pezza era andata a finire nel giardino sotto casa! Mi sono vestito, son sceso al primo piano (che è all’altezza dello strano giardino; sotto il giardino ci sono i garage e sotto i garage una pompa di benzina) ed ho iniziato a suonare, senza troppo successo, ad una porta. Per fortuna qualche minuto dopo è arrivato un ragazzone, molto più alto di me, barbuto e probabilmente universitario. Gli ho chiesto se avesse idea di come entrare nel pur bel giardino, visto che non c’erano porte. Abbiamo constatato che non c’era alternative e così mi ha permesso di uscire dalla sua finestra.

Per farlo, ovviamente, sono entrato in casa sua: piccola quanto la mia e forse ancora di più (com’è possibile?), disordinatissima: il notebook sull’unico tavolino, la mountain bike vicino al termosifone, le piantine grasse rachitiche (?) sul davanzale. Al che ho pensato: eccomi a violare una casa a mia volta. Secondo pensiero: meno male, non sono il più disordinato del mondo.

Come sempre sono alle prese con l’affascinante caso (bleah) dei prodotti geneticamente modificati NK603 e GT73, recentemente approvati dagli organismi UE. Sempre temi interessanti ‘sti gruppi, eh! Come consolazione, a casa mi aspettano non solo le grandi pulizie pro – arrivo di Giuggiola, ma anche il dover fare la valigia per andare in Italia a fine mese.

Che sonno… ZzZzZzZz

Le strane regole dell’Esamificio nizzardo

24 Marzo 2004

Pare sia tempo di esami all’Edhec. “Che novità” diranno i miei piccoli lettori. Effettivamente…

Ufficialmente la “settimana degli esami” è la prossima. Ma nella realtà abbiamo solo una presentazione lunedì pomeriggio, solo perché spostata dalla scorsa settimana. Oggi, che non era settimana degli esami, di prove ne abbiamo fatte due.

Una era sulle istituzioni europee. Un tema a scelta tra 3 e tre domandine obbligatorie. Il tutto in 45 minuti. Ma come?

L’altra era sul Self Knowledge. Cinquanta crocette da mettere in 90 minuti. Ma come?

Come prevedibile, ho fatto malaccio la prima prova, visto la difficoltà nel concentrarsi e scrivere qualcosa di sensato in inglese. Nella seconda, ho finito in pochi minuti con qualche perplessità sulla natura delle domande. Contrariamente all’altra volta, non mi hanno fatto andare via subito ma mi hanno costretto a rimanere, insieme a Carolina e Gopal (gli stessi che avevano finito subito dopo di me l’altra volta, tra l’altro) per diversi minuti seduti al tavolo. Che fare? Mi son messo a giocare col cellulare mentre Carolina giocava col palmare…

Lunedì, dunque, ultima prova del trimestre. Si prevedono diverse giornate sino ad allora per studiare un caso di lobbying verso le istituzioni europee. Al culmine della fantasia, abbiamo scelto di parlare di alcuni prodotti geneticamente modificati della Monsanto. Che noiaaaa…

San Giuseppe: aiutami tu!

19 Marzo 2004

Mi sveglio alle 6 e mezzo con il rumore del citofono o del campanello di casa… Boh, insomma di qualcosa: non mi alzo di certo, ma resto sveglio tormentato dal pensiero di dover pulire la casa per l’arrivo pomeridiano di Giuggiola. In più, un fastidioso gocciolare proveniente dal bagno non mi permetterebbe di dormire ulteriormente. Sono così stanco che non riesco ad alzarmi e vedere di cosa si tratti.

Alle sette in punto iniziano gli SMS di auguri. Mi viene in mente Giuggiola che sosteneva che San Giuseppe non fosse un falegname ma un carpentiere. Sorrido felice pensando all’affetto dei parenti della mia dolce metà  quando sento uno “SWASHHHH!” proveniente dal bagno. Stavolta scatto e corro nel bagno, dove vedo un allegro allagamento di “acqua” mista a chili di brandelli di carta igienica rosa. ROSA? Ma io non ho mai usato carta igienica rosa…

Osservo per qualche minuto desolato… Torno in camera ed inizio a pensare. Raccolgo un po’ di oggetti e vestiti sporchi, compatto la spazzatura che era nel cestino del bagno (un filo umida direi), butto per terra nel bagno carta da quotidiano gentilmente offerta dai giornalini di annunci gratuiti della Costa Azzurra.

Finito l’ordine come se Giuggiola potesse venire, dovrei fare pulizia. Urgh. Mi ero dimenticato il tappetino della doccia per terra, davanti alla vasca da bagno. Ed ora è “umido”. Lo passo sotto l’acqua bollente, nella vasca da bagno. Noto piacevolmente che l’acqua non scende giù nemmeno da là.

Vado a buttare la spazzatura con tanto di giornali fradici, sconsolato. Torno a casa, vedo un bambino (sà e no 10 anni) che scartavetra gli interni del palazzo. L’acqua è scesa nel WC. Contento, tiro l’acqua: disastro. Sento rumori strani provenire dalla porta: apro, ed è il bambino. Richiudo.

Passano 10 secondi, io in mano con i giornali di annunci gratuiti da sacrificare all’allagamento. Bussano, suonano. Apro sconsolato, c’è un imbianchino dietro il bambino che mi fa segno che ho lasciato le chiavi alla porta. Come forse ricorderete, questa scena ricorda la storia della porta sul balcone. Mi viene in mente anche Jeanette ed i suoi problemi con i bagni francesi.

Mugugno ringraziando, chiudo la porta con un po’ troppa violenza causa corrente d’aria. Torno all’allagamento, ma so che non posso fare granché. Cosà mi ri-vesto, stavolta in maniera decente, mi lavo i denti, occulto un po’ di oggetti dalla mensola nella cassettina del bagno. Recupero il PC e guardo la casetta: ordinata, anche se non troppo pulita. Mi verrebbe da assaporare la venuta di Giuggiola. Ma so che non potrà  essere cosà. Sciacquo una macchiolina sul lavandino della cucina. Come prevedibile, l’acqua non scende nemmeno da qui.

Vado a prendere l’ascensore: incontro un imbianchino. Mi fa in francese stentato “Ma tu sei quello che ha sbattuto la porta in faccia a mio figlio”. Ci metto 1 minuto a capire, poi rispondo “Sà, eh, mi scusi, sa ho problemi gravi in casa” e lui inizia una paternale di 5 minuti, bloccando col piede la porta che nel frattempo si apre. Gli chiedo scusa 1.000 volte, gli accenno del bagno in panne e lui fa notare che non è colpa sua e che lui è stato solo gentile etcetera. Alla fine mi dà  la mano bianca di calce e mi dice “Italiano, eh? Io portoghese”. Cosà stavolta penso a Nympha.

Vado nell’immobile attiguo a cercare la portiera comune. Nell’ascensore noto un avviso che avevo già  visto nel mio palazzo: “causa problemi informatici, la società  che si occupa delle rilevazioni dei contatori dell’acqua, verrà  a casa vostra venerdì mattina”. Sto per scoppiare a ridere. O a piangere. Boh.

La portiera non c’è. Aspetto un po’, vedo arrivare il marito. Come al solito iper – aggressivo, fa finta di non capire la situazione e così mi chiede di andare a casa mia a vedere. Bene. Andiamo, facciamo un sopralluogo e lui dice “Ah vabbé. Bisogna chiamare lo spurgatore” e mi sgrida perché non ho avvisato Mrs. “C’est la pareeeeille”, mia proprietaria di casa. Gli faccio notare che in realtà  i miei proprietari sono dei gentili signori di Torino ma non lo lascio molto convinto. Ora sto scrivendo loro un’e-mail: mi rendo conto che mi odieranno, con tutti ‘sti problemi.

Ora sono qui a scuola, in attesa dell’ultima lezione di francese per questo trimestre e di una riunione di gruppo subito dopo. Chissà  quanta gente starà  andando a casa mia… Non è che San Giuseppe era anche un idraulico, no?

Micro spese

18 Marzo 2004

Per la prima volta da quando sono a Nizza, ho avuto la “brillante” idea di tornare a casa a pranzare: più che altro perché avevo una montagna di stoviglie arretrate… Alle 3 PM mi sono ricordato di dover inviare dei documenti a Daniele per la nostra associazione, così memore di aver visto tutti gli uffici postali di Nizza chiusi in qualsiasi ora del giorno, ho preso l’autobus e sono andato direttamente alle poste centrali, di fronte la stazione.

“Vuole inviarla via posta prioritaria?” mi ha chiesto la signora. Ed io ho detto “Boh, fa lo stesso anche normale”, visto che c’è il week-end di mezzo e dubito arrivi domattina a Torino. Totale per i 44 grammi: 1,20 Euro. Uh. Economiche, le poste francesi. Cosà ho dato un’occhiata on line alle tariffe postali ed ho scoperto che mi ha fatto pagare la prioritaria. Rapido conto in lire: ogni grammo, circa 53 lire. A peso d’oro, la prioritaria francese. Meno male che la signora me l’ha affrancata come prioritaria, visto che non si capisce bene perché con la versione “Economique” avrei pagato 1,35 Euro. Ma come, di pi?

Tornato sull’autobus, ho notato una marea di ragazzini e soprattutto ragazzine di origine probabilmente nordica: uno dei loro docenti si divertiva ad obliterare una ventina di biglietti. L’altro, dopo un po’, è stato chiamato a rapporto dall’autista, che sosteneva gli avesse dato meno soldi. Il professore in questione sosteneva di volere un biglietto cumulativo e quindi si era fatto i conti su quello. Era incredulo che ogni biglietto costasse 1,30 Euro (oltre 2.500 Lire). Io sono fortunato: come studente ho potuto sottoscrivere un abbonamento per 3 mesi con meno di 80 Euro, tessera magnetica compresa. L’unico problema è che dei 200 viaggi pagati, me ne avanzano ancora 80 e dubito fortemente di consumarli sino al 4 aprile. Oggi spiavo i vicini che obliteravano ed ho scoperto che tutti quanti quelli il cui abbonamento scadeva entro la metà  di aprile erano nella mia stessa situazione. Insomma: abbiamo tutti pagato viaggi che non useremo mai.

Riflessione qualunquistica della giornata: ma quanto costano le piccole cose quotidiane? Francobolli, biglietti dell’autobus… È così solo a Nizza? È così solo in Francia? È così solo in tutta Europa?

Ricordo chi si lamentava dei 90 centesimi dell’autobus a Torino o dell’Euro per il metro a Milano. In confronto, ora, mi sembrano città  economiche.