Mi sveglio alle 6 e mezzo con il rumore del citofono o del campanello di casa… Boh, insomma di qualcosa: non mi alzo di certo, ma resto sveglio tormentato dal pensiero di dover pulire la casa per l’arrivo pomeridiano di Giuggiola. In più, un fastidioso gocciolare proveniente dal bagno non mi permetterebbe di dormire ulteriormente. Sono così stanco che non riesco ad alzarmi e vedere di cosa si tratti.
Alle sette in punto iniziano gli SMS di auguri. Mi viene in mente Giuggiola che sosteneva che San Giuseppe non fosse un falegname ma un carpentiere. Sorrido felice pensando all’affetto dei parenti della mia dolce metà quando sento uno “SWASHHHH!” proveniente dal bagno. Stavolta scatto e corro nel bagno, dove vedo un allegro allagamento di “acqua” mista a chili di brandelli di carta igienica rosa. ROSA? Ma io non ho mai usato carta igienica rosa…
Osservo per qualche minuto desolato… Torno in camera ed inizio a pensare. Raccolgo un po’ di oggetti e vestiti sporchi, compatto la spazzatura che era nel cestino del bagno (un filo umida direi), butto per terra nel bagno carta da quotidiano gentilmente offerta dai giornalini di annunci gratuiti della Costa Azzurra.
Finito l’ordine come se Giuggiola potesse venire, dovrei fare pulizia. Urgh. Mi ero dimenticato il tappetino della doccia per terra, davanti alla vasca da bagno. Ed ora è “umido”. Lo passo sotto l’acqua bollente, nella vasca da bagno. Noto piacevolmente che l’acqua non scende giù nemmeno da là.
Vado a buttare la spazzatura con tanto di giornali fradici, sconsolato. Torno a casa, vedo un bambino (sà e no 10 anni) che scartavetra gli interni del palazzo. L’acqua è scesa nel WC. Contento, tiro l’acqua: disastro. Sento rumori strani provenire dalla porta: apro, ed è il bambino. Richiudo.
Passano 10 secondi, io in mano con i giornali di annunci gratuiti da sacrificare all’allagamento. Bussano, suonano. Apro sconsolato, c’è un imbianchino dietro il bambino che mi fa segno che ho lasciato le chiavi alla porta. Come forse ricorderete, questa scena ricorda la storia della porta sul balcone. Mi viene in mente anche Jeanette ed i suoi problemi con i bagni francesi.
Mugugno ringraziando, chiudo la porta con un po’ troppa violenza causa corrente d’aria. Torno all’allagamento, ma so che non posso fare granché. Cosà mi ri-vesto, stavolta in maniera decente, mi lavo i denti, occulto un po’ di oggetti dalla mensola nella cassettina del bagno. Recupero il PC e guardo la casetta: ordinata, anche se non troppo pulita. Mi verrebbe da assaporare la venuta di Giuggiola. Ma so che non potrà essere cosà. Sciacquo una macchiolina sul lavandino della cucina. Come prevedibile, l’acqua non scende nemmeno da qui.
Vado a prendere l’ascensore: incontro un imbianchino. Mi fa in francese stentato “Ma tu sei quello che ha sbattuto la porta in faccia a mio figlio”. Ci metto 1 minuto a capire, poi rispondo “Sà, eh, mi scusi, sa ho problemi gravi in casa” e lui inizia una paternale di 5 minuti, bloccando col piede la porta che nel frattempo si apre. Gli chiedo scusa 1.000 volte, gli accenno del bagno in panne e lui fa notare che non è colpa sua e che lui è stato solo gentile etcetera. Alla fine mi dà la mano bianca di calce e mi dice “Italiano, eh? Io portoghese”. Cosà stavolta penso a Nympha.
Vado nell’immobile attiguo a cercare la portiera comune. Nell’ascensore noto un avviso che avevo già visto nel mio palazzo: “causa problemi informatici, la società che si occupa delle rilevazioni dei contatori dell’acqua, verrà a casa vostra venerdì mattina”. Sto per scoppiare a ridere. O a piangere. Boh.
La portiera non c’è. Aspetto un po’, vedo arrivare il marito. Come al solito iper – aggressivo, fa finta di non capire la situazione e così mi chiede di andare a casa mia a vedere. Bene. Andiamo, facciamo un sopralluogo e lui dice “Ah vabbé. Bisogna chiamare lo spurgatore” e mi sgrida perché non ho avvisato Mrs. “C’est la pareeeeille”, mia proprietaria di casa. Gli faccio notare che in realtà i miei proprietari sono dei gentili signori di Torino ma non lo lascio molto convinto. Ora sto scrivendo loro un’e-mail: mi rendo conto che mi odieranno, con tutti ‘sti problemi.
Ora sono qui a scuola, in attesa dell’ultima lezione di francese per questo trimestre e di una riunione di gruppo subito dopo. Chissà quanta gente starà andando a casa mia… Non è che San Giuseppe era anche un idraulico, no?