Che mi piaccia vivere a doppia (anche tripla) velocità è noto a chi mi segue ormai da parecchi anni in giro per la Rete. Tuttavia, di solito i suddetti sapranno anche che, nonostante i vari cambi di rotta degli ultimi anni, di solito ho sempre avuto un ventaglio di scelte.

Quando ero in India, Psy lo ricorderà bene, aggiornavo La Cuccia versione FreeForumZone con le mie avventure intercontinentali e nel frattempo aspettavo una risposta da Bologna, Pisa, Torino. In ogni caso sapevo bene che avrei fatto un Master in Italia: la città faceva poca differenza. Qualche anno prima era stata la stessa cosa: avevo deciso fermamente di iscrivermi a Scienze della Comunicazione. C’erano i test ovunque in Italia e alla fine l’avevo spuntata a Padova. Forse anche a Torino, ma non ho mai voluto controllare i risultati: ci sarei arrivato 5 anni dopo, per l’MBA.

Ora eccomi qui, a voltare l’ennesima pagina. Oggi esami scritto/orale di francese, lunedì gli ultimi due e poi qualche essay da consegnare nelle ore successive. Si annunciano feste varie e tutti chiedono e-mail/numero di telefono/data di nascita (!) a tutti. I miei colleghi sono molto giovani (pressoché tutti nati dal 1980 in poi) e per loro un’internship sarebbe la manna dal cielo. Io arrivo da qualche anno di esperienza come Web Project Manager ed eviterei volentieri di spendere ulteriori mesi gratis. Spendere del tempo, anche perché il denaro è finito (ed il furto dei soldi che mi erano stati portati in soccorso è stata la mazzata definitiva).

Ho trovato un colloquio con una società on line inglese/maltese/svedese specializzata in scommesse sportive. Domenica scorsa ho dormito a Milano e lunedì mattina ho incontrato il manager (norvegese) in un albergo vicino alla stazione. Colloquio interessante: l’head hunter svedese ci aveva selezionati in 9 su 150 candidature. Il bel norvegese (e non sono gay) sta in queste ore scegliendone 3 e ovviamente alla fine deciderà per uno solo, che diventerà Marketing and Communication Manager di quel sito per l’Italia. Che poi, in realtà, mi sembra più un ruolo di consulenza che altro, visto che la responsabilità di aprire una sorta di filiale italiana sarebbe mia.

Lunedì sera mi sono stampato un viaggio di 8 ore da Milano a Nizza e non so di augurarmelo di nuovo per l’eventuale secondo round di interviste. Il tipo ci ha chiesto un marketing plan per oggi, così ieri sera l’ho buttato giù e l’ho inviato. Il problema, fondamentalmente, è che non mi garba tanto lavorare in questo campo, per di più a Milano. Vedremo il feedback.

Il punto è: quali sono le altre alternative? Ho continuato a dare un’occhiata alle offerte di lavoro, ma probabilmente l’arrivo dell’estate sta facendo scendere di molto la qualità media degli annunci. Qualcosa mi dice che finirò ad elemosinare un’internship al Coordinamento del Master torinese.

OK, stavolta sarò ottimista. Ma in cosa dovrebbe consistere, il mio ottimismo?



4 Comments to “Voltare pagina (ma cosa c’è dopo?)”

  1. annylondra | Giugno 19th, 2004 at 10:39

    in bocca al lupo per gli esami cuccetta

    verrai da me dopo?

    sai dove trovarmi

  2. Psy | Giugno 21st, 2004 at 16:38

    Giuseppe ma cosa ti succede?!?! Non è che ti sei anche affittato una nuvoletta piena di pioggia in perfetto stile fantozziano vero????

    Io ricordo??? Eccome se ricordo… Adesso devi puntare sul lavoro… credo che a questo punto non ci sia altra soluzione… oppure il dottorato… la carriera universitaria… Ma hai ancora voglia di quegli ambienti?!?!

    Trovati un lavoro… uno qualsiasi, per ora… Ma che sia in Italia mi raccomando!!!

    Dimmi una cosa… ma quando avrai finito a Monaco… dov’è che torni?

    A Torino o in Calabria???

  3. ex-xxcz | Giugno 23rd, 2004 at 11:07

    Grazie Jeanette… 🙂

    Vedi Psyuccio, già tu sei più concreto di me: ad esempio dici “trova un lavoro IN ITALIA” e in qualche modo circoscrivi le possibilità. Il problema, come tu stesso noti, è che non so dove andare, dalla sera del 30 giugno…

  4. Jeanette | Giugno 21st, 2004 at 10:45

    In bocca al lupo. Non importa per cosa essere ottimisti, l’importante è esserlo 🙂

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