Devo rimanere freddo (ma non calcolatore)

29 Ottobre 2004

Mentre i simpatici (…) selezionatori di Google continuano a telefonare, telefonare, telefonare (ormai ben più di una decina di 10 telefonate ricevute dall’Irlanda) ed ormai mi han chiesto almeno 4 – 5 volte “perché sarei la persona più adatta per questa posizione” o “perché mi sono candidato” o “cosa penso di Google” ed altre amenità  simili, io porto avanti la mia ricerca di lavoro, tra una visita urologica ed un’urografia.

Ieri mi chiama Euren Intersearch per una posizione apparsa su Almalaurea: una specie di concorsone pubblico in versione moderna, prendono qualche centinaio (sperando non siano migliaia!) di candidati per selezionarne cento da inserire con un contratto di formazione lavoro (o come si chiama ora, dopo la Riforma Biagi) in una nota società  ICT italiana. Da come l’hanno descritta, per quanto anonima, direi si tratti di Telecom Italia. Nei prossimi giorni, dunque, giro a Milano per colloquio in inglese e test psicoattitudinale.

Oggi mi chiama Barilla, che invece cerca agenti di vendita, da portare avanti e fare crescere. Lavoro poco convincente, ma l’azienda mi piace molto e quindi qualche giorno dopo sarò a Parma. Nel frattempo, ovviamente, sarò a Torino per continuare questo bellissimissimo lavoro torinese. Proprio stasera, tra l’altro, ennesima bufera come quella di una decina di giorni fa: solo che stavolta cerco di prenderla più calma. Il profumo di novembre inizia a sentirsi e non è mai stato così dolce, visto che segna la fine di questa umiliante esperienza di sopravvivenza al buonsenso.

Questo maggiore relax e la possibilità  di girare il Nord Italia sono possibili perché, Deo gratias, sono migliorate le mie condizioni di salute: vero che continuo a portare a spasso (almeno) due preziosi calcoli, uno di origine biliare ed uno di origine renale, però almeno ora il momento iper-critico sembra passato ed almeno il rene ricomincia a lavorare bene. Curiosamente, ho scoperto oggi su Google News un sito di divulgazione scientifica, ItaliaSalute.it, che non solo spiega come i calcoli alla colecisti portano alla pancreatite nella maggior parte dei casi (ahi ahi), ma anche che dormire sempre su un fianco aumenta le possibilità  di sviluppare calcoli al rene di quel lato.

Io da un po’ mi son reso conto che preferisco dormire sul lato destro. Sarà  un caso che, dal nulla, ho sviluppato il calcolo renale proprio là?

Waiting for…

26 Ottobre 2004

Ho risparmiato ai poveri lettori della Cuccia, in queste due settimane, il travaglio sulla storia di calcoli, colecisti, coliche e reni vari. Salto direttamente all’ultimo passaggio: domani ennesima ecografia ed ennesima visita urologica, diciamo “decisive”. Purtroppo il calcolo al rene, alla fine è stato trovato: o meglio, attualmente non è più là ma vaga per le mie viscere, senza volerne uscire. Peccato che questo ha causato un’idronefrosi al rene destro e sta affaticando il sinistro. Vado avanti a botte di Spasmex ed antibiotici, ma la situazione non si muove. Quindi domani si dovrebbe procedere alla decisione estrema, quella dell’intervento chirurgico. Argh.Cosà, questi giorni si sono consumati nell’attesa di un calcolo che c’è e non scende e di un calcolo che c’è ma nessuno se lo fila (quello alla colecisti). Unico passatempo alternativo, la visita ai BlogDays e le relative polemiche che ne sono scaturite. Però ho finalmente conosciuto dal vivo Mafe De Baggis ed è stato emozionante. Brava, intelligente, bella. Come Giuggiola, è una di quelle trentenni che riescono ad affascinare, a trasportarti.

L’altra attesa è per la solita offerta di Google. Ormai andiamo avanti da quasi un mese ed ho ricevuto sette chiamate da Dublino. Altre due dovrebbero arrivare giovedì. Ho fatto un colloquio di lavoro con una piccola azienda torinese che è molto interessata al mio profilo, ma che non mi darebbe molti soldini e mi chiederebbe di fare un lavoro che ben poco ha a che fare con marketing e comunicazione. Anzi, nulla. Anzi, sarebbe tornare indietro ad un livello di lavoro che svolgevo anni fa. Però, almeno, è a Torino, la città  di Giuggiola.

Meglio sperare nell’offerta, relativamente succulenta, di Google Europe od accettare quest’altra, a scatola chiusa? Waiting…

Voglia di scappare

18 Ottobre 2004

Oggi non ne combino una giusta in ufficio: lavoro, cerco di dare il massimo, mi impegno ad essere cortese e disponibile. Risultato: vengo accusato di scavalcare la burocrazia e la gerarchia, mi viene rinfacciato che metto le cose sin troppo in chiaro, di essere troppo diretto. Eh? Continuiamo a farci del male con i bizantinismi da ministero?

D’altra parte siamo agli sgoccioli, vero? Ditemi di sì… Ditemi che non devo arrivare davvero a fine novembre. Il curriculum inviato ad inizio mese lentamente va avanti, prima negli uffici di Manpower ed ora in quelli di Google. A questo punto spero mi prendano. Se non altro per scappare da Torino, che mi ha veramente stufato.

Rimangono però due problemi: uno macroscopico, cioè il non sapere come gestire l’eventuale rapporto con Giuggiola a distanza. Stavolta non è come ai tempi di Nizza, in cui di solito ci si incontrava nel week-end: Torino – Dublino non è particolarmente comodo. Osservo ora che Dublino è raggiungibile da Caselle fermandosi a Londra, con RyanAir. Non che i prezzi siano proprio popolari, comunque. Peccato, soprattutto, per l’offerta di EasyJet che, sebbene permetta di partire sino a marzo 2005, doveva essere sottoscritta entro oggi.

L’altro problema, apparentemente di secondaria importanza ma dai risvolti economici poco prevedibili, è che dopo le spese folli di inizio luglio, l’abbandono repentino di Torino comporterebbe ulteriori “investimenti” in affitti non usufruiti, sanzioni, penali e cavolate varie. Ti pareva.

Mi son dato ai calcoli

12 Ottobre 2004

Bella la notte tra domenica e lunedì: sveglia improvvisa alle 4 e mezzo, trasporto in autoambulanza all’Ospedale Mauriziano, due flebo di Buscopan, un’iniezione intramuscolare di Voltaren e un numero imprecisato di ecografie. Risultato: dovrebbe essere stata una colica renale.

Problema collaterale: nessuna ecografia rileva i calcoli renali cui di solito sono dovuti questi attacchi. Problema supplementare: tra una ecografia e l’altro, è stato rilevato anche un “bel” calcolo di quasi un centimetro, alla colecisti. Quante notizie, per una notte sola.

Non avevo mai avuto problemi simili, d’altronde. Non ho avuto tempo oggi di navigare molto sull’argomento: ho solo trovato qualche testimonianza di persone giovani affette da problemi simili e tante indicazioni sul fatto che i calcoli alla colecisti, fin quando non danno problemi, è meglio lasciarli là.

Prossima visita: il 20 ottobre, quando con delle nuove ecografie si cercherà  di scoprire dove sono ‘sti calcoli maledetti. La mia unica ancora di salvataggio ieri è stata Giuggiola, che mi accudito in ogni momento della vicenda.

Ci mancavano solo i problemi di salute: non ce la faccio più.

Manpower Reloaded

6 Ottobre 2004

Ricomincio questo post per la trecentesima volta: quando non è giornata…

Dopo pranzo squilla il telefono: vedo “ID sconosciuto”, mi precipito fuori dall’ufficio e rispondo direttamente in inglese. È lo stesso tipo dell’altro giorno e questo mi mette di umore positivo: subito prima di pranzo ho inviato l’interminabile questionario mandatomi 48 ore prima (solo stanotte ho fatto le 2 per portarlo avanti!) seguito dal curriculum, come da sue richieste.

La telefonata va avanti per 10 minuti ed ha un vago sentore di deja vu: quando arriva a ripetermi le istruzioni per la compilazione del questionario, capisco che c’è qualcosa che non quadra. Riesco ad interromperlo verso il dodicesimo minuto ed a convincerlo che io il questionario l’ho già  inviato. Chiude precipitosamente la telefonata in modo da andare a verificare.

Fondamentalmente, a posteriori ho capito che il nostro amico:

  • non ha capito che il mio curriculum era della stessa persona che l’ha inviato 2 giorni prima;
  • non ha notato che curriculum ad assessment viaggiavano praticamente in contemporanea;
  • non ha minimamente ricordato la nostra conversazione di lunedì.

Ha detto che sono arrivate molte candidature: tutti impazienti di andarsene a Dublino? Almeno mi son risparmiato che mi riversasse un altro megabyte e mezzo di documenti sull’e-mail…

Già  ero poco convinto, adesso lo sono ancora meno. L’unica speranza è che la selezione dei test passi nelle mani di Google: sicuramente saranno più seri. Stasera, visita ad altri sfortunati che un lavoro ce l’hanno, ma ancora per poco.