Dopo un’ora e mezza passata ieri mattina per cercare di arrivare qui in ufficio a fare il disoccupato in giacca e cravatta, stamattina ho scelto una strategia un po’ alternativa che mi ha permesso di metterci “solo” un’ora. Vivere a 400 metri da Piazza San Pietro, effettivamente, non è la scelta migliore in questi giorni…

Sull’autobus semi-vuoto (!) diretto a Tiburtina (molti arrivano e pochi se ne vanno, intasando autobus, navette e metropolitana) una signora di mezz’età  butta un occhio al quotidiano che ha in mano, che titola “Due milioni…” e alzando gli occhi verso la signora di fronte (15 anni in meno?) che sta sfogliando una sorta di atlante medico con vene e arterie in vista, dice “Due milioni!”, suscitando la curiosità  della dirimpettaia.

“Due milioni di pellegrini, dice? Eeeeh, si meritava tutto quest’affetto”, esclama quest’ultima. “No, no, guardi”, dice la signora mostrando la copertina del suo quotidiano, che parla dei due milioni di voti spostati da destra a sinistra nelle ultime elezioni. Inizia così una lunga, lunghissima discussione sulla “follia” dei pellegrini in fila per salutare il papa (signora-L’Unità), sulla grandezza del Papa (signora-medicina), sulla contraccezione e la posizione della Chiesa in Africa, sulla vita privata (la signora-medicina è separata da 15 anni, nonostante sia abbastanza giovane) e su mille altri temi reinterpretati con l’ottica della Chiesa, di cui la signora-medicina si dichiara paladina.

Rimango così incuriosito da questa discussione, che cerca insistentemente di coinvolgere il resto dell’autobus senza troppo successo, da seguirla (Giuggiola mi odierà per questo) sino alla seconda fermata-coincidenza per il tram. Le signora in realtà  si fermano, così, all’improvviso, dopo la prima fermata-coincidenza, lasciandomi là incuriosito a riflettere che, in fondo, sono le anime di questa città  impersonificate.

Da una parte, ovviamente, il popolo dei Wojtyla-fan che da giorni ormai assediano Via della Conciliazione e dintorni. Dall’altra, quella “laica”, che è stata toccata a fondo dai risultati elettorali, lascia a casa l’auto e non riesce ad arrivare in ufficio a causa dei blocchi del traffico. La verità, chissà , sta probabilmente nel mezzo. Tutte le cose di solito hanno dimensione “umana”: Roma, in questi giorni, è del tutto sovra-umana, nel bene e nel male.

Parlavo, su .commEurope, di come si sia di fronte all’Evento. Si rimane impietriti, in attesa sulla pensilina dell’autobus o in ufficio dall’altra parte della Città, a osservare il traffico impazzito, ad ascoltare le continue sirene delle autoambulanze, a immaginare che venerdì non si riuscirà  nemmeno a uscire di casa. Speriamo che non succeda nulla di clamoroso: se è una processione di amore, che rimanga una manifestazione d’amore.



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