Malinconia matrimoniale

10 Settembre 2005

Paolo è un ragazzo perfetto: è intelligente, simpatico, professionale ed affettuoso. Gli voglio bene come un fratello ed oggi si è sposato. Lui e la bella Rosanna stavano insieme da tantissimi anni e non poteva esserci conclusione migliore: ora sono sicuri che staranno insieme finché morte non li separi, come hanno promesso davanti al sacerdote.

Veniva un po’ da piangere, da un lato per la felicità, dall’altro per un fortissimo senso di malinconia che, come al solito, mi attanaglia ai matrimoni, almeno in quelli delle persone amiche. Si sta insieme per quasi una giornata, si assiste sorridendo alle foto improbabili che il fotografo suggerisce imperativamente, si mangia a non finire e si conoscono parenti ed amici di cui magari si è sentito parlare tanto. Ma la malinconia sta là.

Che sia dovuta al fatto di veder sposare un coetaneo, va da sé, è scontato: ci si rende conto di essere improvvisamente grandi. Per di più, questo era il primo matrimonio di un amico cui ho partecipato in vita mia: significativo, ancor più per via dell’età e dell’esperienza degli sposi. Paolino ha fatto il mio stesso MBA, è stato in Francia a studiare subito dopo come me ed ora lavoriamo nello stesso Gruppo di consulenza. Un alter ego ingegneristico, insomma.

La malinconia, tuttavia, è dovuta anche al fatto che la società carica quel momento di tali e tanti significati che non si può non rimanerne schiacciati. Ci si trova davanti ad un momento che cambia la propria vita, cambia persino il proprio posto nella vita quotidiana: non si è più unità  atomiche, ma parte di una coppia che, da quel momento, ha oneri ed onori comuni. I primi, ovviamente, legati ai figli: niente di più naturale che concepirli nel periodo successivo il fatidico passo.

Non mi sento pronto per il matrimonio, ma la malinconia di fondo è questione diversa. Dura da anni e probabilmente riguarda anche altri momenti di passaggio: la malattia grave, la morte, la nascita di un figlio appunto. Sono attimi che cambiano tutto, per sempre. Affascinanti, ma complessi da interpretare e piegare alla propria volontà. Apprezzo Paolino e gli altri coraggiosi che si avventurano in imprese così ardue: c’è bisogno di loro, in questo mondo. Io resto a guardare, passo la mano.



13 Comments to “Malinconia matrimoniale”

  1. Diotima | Settembre 11th, 2005 at 11:36

    Ciao Ex.
    Posso assicurarti che nel tuo riconoscere il fatto di non essere pronto per matrimonio e figli c’è una grande maturità.
    Vivere in due e soprattutto la nascita di un figlio scompagina tutto. E persone che lo fanno alla leggera fanno tanti danni, soprattutto agli altri. Ho imparato sulla mia pelle che ci sono persone geneticamente (leggi anche “esistenzialmente”) incapaci di costruire. Se tu senti che ora non sei capace di costruire qualcosa d’altro da te, va benissimo e continua a non farlo finché non sarai davvero capace di farlo.
    Direi che il mondo ha bisogno di gente che sa quello che fa, solo secondariamente ha bisogno di gente che si sposi e/o faccia figli.
    In bocca al lupo!
    Pamela

  2. Diotima | Settembre 12th, 2005 at 21:17

    Oggi ho letto una bellissima intervista a Ligabue, separato dopo tanti anni di matrimonio (solo civile). Ha detto che le promesse che si fanno quando ci si sposa, anche se oneste, sono grandi. E che se non si riesce a mantenerle ci possono essere ragioni valide. Ciò non toglie che quando non si mantiene una promessa, cmq sia si fallisce. Più o meno il Liga ha detto questo.

    Aggiungo un’altra cosa, detta da un mio Prof. dell’Università, Roberto Mancini, cattolico. Nel matrimonio si promette sé stessi nel futuro, il che è quasi è un’utopia perchè nessuno può promettere ciò che non si sa ancora si potrà  essere.

    E’ un bel rompicapo Ex, anche per chi non si è mai sposato ma ha creduto lo stesso di poter creare qualcosa di solido.

  3. Diotima | Settembre 14th, 2005 at 22:55

    L’ho cancellato. Non ho più tempo, voglia, etc. va meglio così.

  4. Diotima | Settembre 17th, 2005 at 14:51

    L’ho chiuso, salvato su disco fisso e stampato. 🙂 Devo farlo a leggerele Manuel quando crescerà!

  5. Pingback dall'articolo » Mi amerai ancora quando sarò vecchio e isterico? No. | Ottobre 22nd, 2005 at 22:42

    […] la famiglia spinge per la formalizzazione del rapporto, la società costringe per favorire la stabilità  sociale, la realtà tutta si stringe intorno alla coppia e chiede una verifica di governo. […]

  6. Jeanette | Settembre 11th, 2005 at 16:03

    I matrimoni riempiono anche me di malinconia… le promesse scambiate sono bellissime ma sono grandi. Lo stato di numerose coppie mostra come siano prese spesso alla leggera. Mi viene sempre da domandarmi quanto siano consapevoli gli sposi… e quanto la vita cambierà  quello che pensavano sulle promesse…

  7. ex-xxcz | Settembre 11th, 2005 at 22:04

    Vedo che entrambe avete colto il punto cruciale della malinconia di ieri. Aggiungo solo un altro aspetto, suggerito da mia sorella: i matrimoni sono generalmente stucchevoli. Ho apprezzato quello di Paolo per il suo essere sostanzialmente “reale”, non un atto preso alla leggera e riempito di lustrini…

  8. ex-xxcz | Settembre 12th, 2005 at 21:40

    Diotima ma che fine ha fatto il tuo blog? 🙁

  9. ex-xxcz | Settembre 15th, 2005 at 10:46

    Cancellato? Spero almeno tu l’abbia solamente chiuso…

  10. Jeanette | Settembre 15th, 2005 at 17:30

    Beh, spiegare il mio lavoro è complesso… Diciamo che sono una personal assistant con un sacco di progetti per le mani… Progetti che non sa gestire ma che, stranamente, riesce a gestire abbastanza bene 🙂

  11. ex-xxcz | Settembre 15th, 2005 at 18:36

    Wow, sono felice per te…

  12. ex-xxcz | Settembre 18th, 2005 at 00:33

    Ah, OK! Ora sono più tranquillo, era proprio quello il punto che mi premeva di più… In ogni caso, spero di ritrovarti in qualche avventura Web (e non).

    Buona domenica a tutte le lettrici della Cuccia…

  13. Pingback dall’articolo » Due matrimoni | Settembre 30th, 2012 at 21:49

    Non andavo a un matrimonio dal 2005, a Torino, ma negli ultimi anni ne ho sentito parlare di continuo, specie in considerazione del fatto che i miei coetanei siano ormai per la maggior parte sposati, ottenendo di anno in anno “aggiornamenti” su usi e mode, pur abbastanza stabili nel tempo, diversi al massimo tra Nord e Sud. Quest’anno, in base a strani percorsi della vita, ho assistito a due matrimoni nel giro di un mese: uno in Calabria, l’altro in Umbria. […]

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