Venerdì notte, Milano – Lamezia Terme seduto, in seconda classe: quasi 14 ore di sonnolenta immobilità. Sabato notte, 7 ore di dormiveglia su una poltrona nella stanza da letto di mia nonna. Stanotte, il percorso inverso (ancora in corso) in direzione Milano. Morale della favola: 3 notti cercando di dormire seduto, 3 notti tutto sommato insonni.

La prima e la terza, tuttavia, erano in programma: usufruendo dello sconto elettorale, sono andato in Calabria per votare alle Politiche nel luogo di residenza. La seconda notte, invece, è stata del tutto improvvisata: frutto della particolare giornata di sabato, trascorsa a casa di mia nonna. Una giornata che ricorderò per sempre per il suo mattino carico di emozioni e per il suo pomeriggio carico di disperazioni.

All’ora di pranzo, quando sono riuscito ad arrivare a casa sua dopo le abluzioni post-carovana, mia nonna era cosciente: vero che non parlava se non con qualche mugolio ripetuto, ma il suo sorriso era dolce e commosso. Ovviamente non sono riuscito a trattenermi: mi son messo a piangere a più non posso, davanti alla mia fan storica, alla persona che da sempre mi ha più sostenuto, ridotta immobile in un letto. Lei a sua volta ha iniziato a piangere e così via, in un turbinio di tristezza e ricordi.

Mia nonna mi ha aiutato ad imparare a leggere, ha raccolto la mia passione per il mondo pubblicitario (!) sin da bambino, mi ha sempre sostenuto (non solo emotivamente…) nei momenti più difficili miei e della mia famiglia. Una sorta di mamma integrativa, di quelle che non ti sgriderebbero mai nemmeno di fronte alla più bieca evidenza: ha sempre avuto fiducia in me, forse eccessiva, ma sempre nella massima buona fede.

Non potevo non soffrire a vederla soffrire quando, nel pomeriggio, la situazione è drasticamente peggiorata. Sono iniziate delle convulsioni terribili, con un atto finale inequivocabile. Pochi istanti dopo, tuttavia, la sorpresa mia e della mia famiglia: ha iniziato di fatto a russare per un po’ di tempo, poi ha riaperto gli occhi e, seppur non del tutto cosciente, ha iniziato a seguire i nostri movimenti nella stanza.

Scena che è andata avanti sino alle 23 inoltrate, quando un attacco forse meno evidente ma altrettanto brutto l’ha ulteriormente immobilizzata, chiudendole gli occhi. Da quel punto in poi, ad ora, le palpebre si sono alzate poche volte, chissà  se solo per un puro discorso nervoso. Dal pomeriggio di sabato in poi un respiro gravoso, pesante ma veloce, ha continuato a riempire la stanza da letto, mano a mano piena o meno di persone in visita.

Ci sono momenti come questi in cui capisci il significato di termini come accanimento terapeutico, morte cerebrale, sofferenza terminale. Capisci anche il tuo senso di impotenza: una delle persone che ti è più cara al mondo è là inerme di fronte a te e non puoi che domandarti cosa stia pensando, se stia soffrendo e quanto, come. Ti domandi se il suo cervello funzioni ancora, ma soprattutto quanto durerà  questa agonia, quanto potrà  continuare a battere un cuore solo in un corpo in cui gli altri organi, reni e fegato in primis, l’hanno ormai abbandonato.

Per la prima volta nella mia vita, mia nonna mi è sembrata una vecchietta come tante se ne vedono nelle chiese locali: sdentata, col viso gonfio, i capelli disordinati. Maledetto il tumore che me l’ha portata via: fino a un anno fa, era una settantenne che non dimostrava i suoi anni. Mi mancherà  la sana follia che da sempre accompagnava la sua vita, vissuta tra episodi terribili: un entusiasmo contagioso di cui a mia volta ero uno dei fattori determinanti.

A chi, ora, la mia vita sembrerà  così fondamentale così come lo era per mia nonna? A chi penserò, quando avrò bisogno di certezze e di persone che mi vogliano bene nonostante tutto, nonostante me? Per quanto non ne conosca il suo stato clinico, il mio angelo custode in terra è già  morto. Speriamo continui a sostenermi anche ora che non posso più ascoltarne la voce.

Addio, Nonna Titì.



6 Comments to “Ho visto agonizzare mia nonna”

  1. ex-xxcz | Aprile 10th, 2006 at 17:36

    Qualora ce ne fosse “legalmente” bisogno, è da pochi minuti stato sancito che mia nonna è morta: dopo ulteriori “crisi” analoghe a quelle di sabato, il suo cuore ha definitivamente ceduto. Mi mancherà, tanto.

  2. Treccia | Aprile 14th, 2006 at 08:35

    Carissimo amico mio,

    questa notizia mi lascia col cuore carico di pianto e con l’incapacità di fare o dire qualunque cosa per tirarti un po’ su.
    Un’unica cosa: sarà ancora lei a tirarti su nei momenti di crisi, a darti la forza necessaria ad andare avanti anche quando pensi di non potercela più fare. Sarà lei a infondere ancora nel tuo cuore la fiducia verso il mondo e la passione per ciò che più ti piace.
    Non ti preoccupare delle ultime immagini di lei che ti sono rimaste impresse, presto tornerai a ricordala vitale come un tempo e questo ricordo si ravviverà ancora di più col tempo.
    Il tuo angelo custode ha indossato le sue ali più belle ed è volato in cielo ma tu continuerai a essere il suo più caro pensiero.

    Un abbraccio.

    Chiara

  3. ex-xxcz | Aprile 14th, 2006 at 09:58

    Grazie Chiara, sei davvero una sorella

  4. Jeanette | Aprile 20th, 2006 at 16:41

    Letto solo adesso!
    Posso capire come ti senti solo in parte: mia nonna è morta all’improvviso, io ero all’estero, non mi è stato detto che giorni dopo. Ma il senso di perdita, quello continua a essere lo stesso. Quando torno a casa un posto vuoto c’è sempre. Appena arrivo in stazione, vorrei chiamarla comunque, per dirle “sono arrivata, ci vediamo tra poco”.
    A volte la sento ancora accanto, fisiacamente. Viene a salutarmi, a farmi una carezza, a riempirmi di baci come faceva un tempo. Mi è sempre vicina e la vedo nei sogni e nel ricordo.
    Sfortunatamente, questo deve bastare…

  5. Pingback dall’articolo » Un insegnamento di Marco Zamperini | Ottobre 15th, 2013 at 21:57

    […] Leggo le parole innamorate della moglie sul suo blog e ripenso a quanto avessi sofferto quando è morta mia nonna: sono proprio i drammi come questo a crearti più rischi di infarto. Il mio cuore si è subito fatto sentire quando ho avuto colpi pesanti negli anni, mai strettamente lavorativi: quello è uno dei fronti che mi ha dato meno preoccupazioni. Resta la sensazione dell’ennesimo fantasma su cui non si può avere controllo, come possono essere il cancro o le malattie genetiche. […]

  6. Pingback dall’articolo » Anche mio nonno se ne è andato | Gennaio 23rd, 2014 at 21:26

    […] Ho passato ore in catalessi ripensando a tutti i miei nonni e in particolare alla drammatica fine della mia nonna paterna. Adesso mi rimane solo la nonna materna, che purtroppo ha preso la strada opposta alla vecchietta ciarliera di Milano: lei sta zitta tutto il tempo e non è chiaro cosa pensi o senta. Difficilmente ci riconosce, ma non si può non volerle bene, così delicata. […]

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