Le persone più felici del Mondo

29 Settembre 2006

Ti guardano dritto negli occhi o forse sei tu che le guardi fisse negli occhi: loro vagano da un aperitivo all’altro, tu vaghi per la città cercando equilibrio tra una valigia e l’altra. Loro camminano mano nella mano col loro fidanzatino che fa lo scemo per strada e ti regalano per un solo istante uno sguardo che allo stesso tempo riesce ad essere carico di felicità, gioia di vivere, malizia, commiserazione nei tuoi confronti. Distogli lo sguardo e capisci che quelle ragazzine sono sicure di essere le persone più felici del Mondo. E probabilmente lo sono.

Hanno tutto: una vita facile, una bellezza in fiore, una voglia di sfidare tutto il Mondo sapendo di vincere a mano bassa. Guardano te che hai quasi il doppio dei loro anni sapendo di avere tutte le strade aperte davanti: da un secondo all’altro possono scegliere di diventare chirurghe o ballerine, avvocatesse o giornaliste, politiche o artiste di strada. Per loro progettare il futuro vuol dire sfogliare distrattamente una guida all’orientamento universitario: per te riguardare il passato vuol dire soffrire per vincoli posti da altri.

C’era una ragazzina anche ieri notte al Pronto Soccorso (dove io mi trovavo per demenziali problemi respiratorio-digestivi) che aveva subito un tamponamento in auto col resto della sua famiglia, di evidente origine centroafricana: la madre preoccupata di eventuali colpi di frusta e similari, lei del tutto disinteressata e proiettata verso la giornata di oggi. Sguardo dritto in avanti e nessuna paura: gli adolescenti sono invincibili e sanno di esserlo, ignorano il dolore e sanno che è quella la molla che rende difficili i rapporti tra quelli più grandi di loro.

Sono fortunati perché sentono di vivere fino in fondo, respirando tutta la vita sino all’ultimo soffio: sanno che non c’è sbornia che possa demolirli, che non c’è abbuffata che possa farli stare male. Sprizzano ormoni e felicità da tutti i pori e sono un dono prezioso per chi ormoni e felicità li ha dimenticati da tempo: hanno il tempo e l’incoscienza dalla loro parte. Nella loro vita le parole più comuni non sono precariato, tasse, disoccupazione, matrimonio, malattie, contributi. Forse per questo li invidio tanto: perché hanno parole diverse per plasmare realtà diverse che portano a felicità diverse. Anzi, portano alla felicità e basta.

Di ritorno dalla Riviera dei Fiori

10 Settembre 2006

Guardo il buio pesto fuori e trattengo il fiato: non per la bellezza del paesaggio (che non si vede!), ma per il notevole mal di schiena. Arrivato all’improvviso e decisamente forte: mi ha colto con preoccupante puntualità  all’uscita dall’unico bagno in mare del 2006, all’ora di pranzo. Da quel momento ho iniziato a camminare piegato a 30°, con sommo divertimento dei vecchietti ospiti della Liguria, che hanno iniziato ad osservrmi increduli e drittissimi.

Dolori a parte, il week-end non è andato male: dopo un paio di ore sul cemento armato (…) ieri pomeriggio al tramonto, oggi ho potuto trascorrere un’intera giornata sotto il sole, spalmato su un lettino di un lido privato a Diano Marina. Esperienze nuove, sia quella della Liguria che quella della spiaggia in versione “polli in batteria”: il mare ed il sole, però, erano decisamente interessanti e meritavano il sacrificio della libertà  di movimento.

Rimane un po’ di amarezza per l’atteggiamento dei connazionali: dopo aver osannato Nizza, speravo di poter fare altrettanto con la Riviera dei Fiori. Peccato che il continuo tentativo di estorcere anche pochi Euro per qualsiasi attività  non si sposi granché con il relax che si cerca in una vacanza al mare: altro che le infinite spiagge libere di Nizza, qui ogni metro quadro è occupato dalla triade “ombrellone e due lettini” ed ogni servizio legato all’ospitalità  si paga in maniera ossessiva. Gli alberghi, tuttavia, non convincono granché: il 3 stelle di questa settimana è allo stesso livello del 2 stelle nizzardo di sabato scorso.

Ho seri problemi a prenotare alberghi a Milano per trascorrervi il week-end, causa pienoni causati da fiere e dintorni: prevedo perciò numerosi sabati in giro per il Nord Italia. Potrei tornare in Liguria, magari sperimentando altre città  balneari o le grandi città . Per ora, perciò, preferisco sospendere il giudizio: non vorrei essere troppo impietoso. Alla prossima fregatura, comunque, switcherò definitivamente pochi kilometri oltreconfine, dove i turisti sembrano decisamente più amati.

Di ritorno dalla Costa Azzurra

3 Settembre 2006

Sono sul Treno dell’Arcobaleno, alias il mezzo che in queste calde domeniche estive riporta a casa i bergamaschi in partenza da Ventimiglia e dalle successive fermate liguri. Un viaggio infinito, visto che il treno parte alle 18 e qualcosa da Ventimiglia ed arriva sistematicamente in ritardo a Bergamo a mezzanotte e qualcosa. Sei ore per attraversare il Nord Italia dal suo punto più estremo ad Ovest alla bella città  orobica.

In realtà  il mio viaggio è iniziato due ulteriori ore prima, quando alle 16 sono partito da Nizza: ulteriore sbattimento (8 ore di treno totali!), però ne è valsa la pena. Nonostante l’amaro addio di qualche anno fa, non riesco ad odiare questa città : continuo ad essere convinto che sia una delle migliore mete europee per chi voglia rilassarsi al mare. Contrariamente ad altre città  concorrenti, tra l’altro, Nizza offre spunti culturalmente rilevanti anche per chi ama pi l’arte che le spiagge.

Spiagge che, tra l’altro, sono sempre più curate: non solo quelle private, quasi tutte con ristorante e materiale nuovo, ma anche quelle pubbliche, che presentano un sacco di informazioni utili per chi vuole accedervi liberamente, con la sicurezza di un bagnino gratuito e piccoli servizi essenziali come le docce. Tutto ciò gratuitamente e liberamente ottenibile da chiunque, in qualsiasi periodo dell’anno.

La prossima settimana, invece, sperimenterò per la prima volta in vita mia le coste liguri: spero siano all’altezza delle loro concorrenti delle Costa Azzurra. In ogni caso, spero di avere la possibilità  di tornare a Nizza anche il prossimo anno: almeno una volta l’anno, mi piacerebbe mantenere questa piccola tradizione. Se non altro, per fare la classica mangiata di cozze e patatine