EGDS (ovvero ti metto un tubo in gola e guardo lo stomaco)
22 Ottobre 2006Aspetto con ansia e curiosità i risultati della biopsia svolta durante un’eccitante seduta di EGDS, per gli amici esofago-gastro-duodeno-scopia, per gli intimi gastroscopia. La speranza è quella di scoprire, una volta per tutte, cosa affligge il mio stomaco sin dai tempi dell’Università: i medici si sbizzarriscono nel discutere di gastrite, riflusso gastro-esofageo, celiachia, ernia iatale. Per ora, l’esame visivo ha rilevato di sicuro quest’ultima: relativamente piccola e scoperta “per caso”, esattamente come era avvenuto per i calcoli alla colecisti un paio di anni fa.
Effettivamente sembra di essere tornati ai tempi della colica renale, avvenuta nell’autunno del 2004: grazie a Dio, però, questa volta non sto soffrendo di fitte e bruciori allucinanti come avveniva allora. Piuttosto, la problematica più evidente delle scorse settimane è stata una serie terribile di mattine accompagnate da nauseabondo vomito. A dire il vero, il tutto ha origini almeno un anno fa: da quando vivo in albergo, sistematicamente mi sveglio tossendo ed annaspando. In questo periodo, però, la tosse è diventata così forte da farmi allegramente rimettere l’impossibile.
Attendiamo perciò questa benedetta biopsia: se non altro, darà un senso a quell’esaltante esame che è l’EGDS. I fortunati che non l’hanno mai provata, sappiamo che è un esame tutto sommato breve, il cui unico problemino consiste nell’inserimento di un tubo lungo qualche decina di centimetri giù per l’esofago. Nulla di cui preoccuparsi: basti dire che attraverso il tubo non solo passa l’ormai “classica” telecamera, ma anche strumenti chirurgici quali la pinza per prelevare i campioni da sottoporre alla biopsia. Io l’ho fatta agli Ospedali Riuniti di Bergamo e devo comunque essere grato ai medici per non avermi fatto soffrire troppo.
Bisogna essere ottimisti: in campo medico c’è sempre di peggio, come ad esempio la colonscopia. A dire il vero qualche medico ha sostenuto che, vista la persistente presenza in famiglia di malattie intestinali, sarebbe opportuno mi sottoponessi anche a questa: se posso, però, al momento passo la mano. Ormai mangio poco o nulla se non pane e derivati: quando assaggio qualcosa di morbido (pasta, carne, verdure, pesce), mi meraviglio della meravigliosa consistenza del cibo “vivo”. A questo punto della pseudo-dieta che dura appunto dai tempi della rilevazione dei calcoli biliari, non saprei più a cosa rinunciare. Se tengo questo ritmo, arriverò a 40 anni mangiando solo minestrine di verdure…