Viva gli aerei

14 Aprile 2007

A me piace viaggiare: basti dire che alla visita di leva interpretai una delle domande del Minnesota Multiphasic Personality Inventory come “sono felice solo quando sono in viaggio” e finii dallo psicologo. Dieci anni dopo, uno dei maggiori motivi di malumore degli ultimi mesi è la relativa immobilità dopo il grande giro Padova-Auroville-Torino-Nizza-Torino-Roma-Milano-Bergamo degli ultimi anni. Mi piace non solo raggiungere nuovi posti (di questo devo essere grato a mio padre), ma anche il viaggio in sé: è bella la sensazione del decollo o vedere gli inconfondibili arbusti che circondano la stazione ferroviaria in cui c’è la mia famiglia ad aspettarmi. Non solo vacanze: il viaggio è un momento in cui tutto sembra essere sospeso, in cui si può lavorare in pace, leggere libri e giornali e come al solito osservare i vicini di posto per scoprire qualcosa delle loro vite.

Non amo invece le automobili: sarà per la chinetosi che mi accompagna sin da piccolo. Sull’aereo, invece, si sta proprio bene, a meno di non avere l’influenza. Spiega il sito di Cathay Pacific

«I seni sinosuidali sono cavità piene di aria che si trovano nelle ossa facciali e del cranio e sono collegate alla nasofaringe tramite piccole aperture. Se queste aperture sono ostruite da una congestione nasale nella fase di atterraggio ci possono essere dei dolori notevoli. Il metodo Valsalva può aiutare, ma è meglio non volare quando si ha una congestione nasale, un raffreddore di testa, febbre allergica o sinusite.»

Inutile dire che, da buon Fantozzi dei nostri tempi, i miei ultimi viaggi in aereo, una settimana fa, li ho fatti con un bel raffreddore: mi sembrava mi scoppiassero gli occhi, com’era successo per il viaggio Madras-Francoforte ai tempi del ritorno dall’India. Una brutta sensazione, anche perché notoriamente sono un fifone e non sopporto il dolore fisico; tra l’altro, direi che la manovra di Valsalva è un po’ impegnativa per essere eseguita in fase di atterraggio, imbragati dalla cintura di sicurezza. Andrà meglio a fine mese: dopo l’esperienza con AirOne di inizio aprile, stavolta torno ad Alitalia ed ai suoi scalcinati MD-80, i nipotini del famigerato DC-9 che ha segnato la storia italiana.

Contingenze influenzali a parte, viaggiare in aereo rimane una delle attività che mi rende più felice: quando passeggio in aeroporto mi sento un po’ Frank Abagnale Jr. nell’osservare le crew. Leggo divertito i consigli del buon Giusec, che di aerei ed aeroporti se ne intende e non mi faccio spaventare dai periodici incidenti che ogni tanto succedono anche dalle nostre parti. Se solo fossi stato più carino ed avessi imparato a nuotare, forse sarebbe stato bello lavorare ad alta quota. Per ora, devo accontentarmi di spiare l’affascinante mondo dell’aeronautica commerciale da cliente saltuario.



3 Comments to “Viva gli aerei”

  1. Parolina | Aprile 16th, 2007 at 08:53

    … ma cos’è una “inspirazione a glottide chiusa??”
    potrebbe essermi utile visto che soffro di sinusite 🙂

    A parte questo, mi piace quel che ho visto su questo blog, grazie x la visita al mio

    Adesso mi guarderò in giro pendolando sulla Milano-Bergamo, cercando di indovinare chi è ex-xxcz

  2. Pingback dall'articolo » La saga infinita del setto nasale deviato | Settembre 11th, 2007 at 22:41

    […] La cosa peggiore è che, da sempre, il setto nasale deviato in maniera così forte mi ha creato problemi di salute diversi e complessi: una voce fastidiosissima, delle ghiandole infiammate e dei raffreddori costanti, persino dei problemi in aereo, ma soprattutto delle vere e proprie disperazioni notturne. […]

  3. Pingback dall'articolo » Come viaggiano i vip? | Febbraio 11th, 2008 at 22:22

    […] l’ennesimo volo da influenzato (con il relativo sbattimento) tra Milano Linate e Roma Fiumicino. […]

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