Una foto dell'Apple iPod ShufflePer una strana coincidenza, sono entrato in possesso di un iPod Shuffle, inviatomi da Fineco, proprio il giorno del mio compleanno, lo scorso 22 dicembre. Un regalo involontario che, unito a quelli molto graditi ricevuti per Natale da parte del resto della famiglia, mi ha decisamente messo di buon umore: lo so, sono infantile, ma non resisto all’idea di ricevere dei doni, soprattutto se fanno parte delle mie famose liste di cose di poter (forse) fare a meno. Lo stesso iPod, in effetti, era una curiosità messa in cantiere da tempo: non ho ricevuto quello da 160 GB (gulp), ma si tratta comunque di un assaggino per valutare la qualità del suono e la bontà del sistema di distribuzione dei contenuti tramite iTunes. Assaggino peraltro riuscito in pieno dal punto di vista musicale: L’eclissi dei Subsonica ricevuto in dono da mia sorella suona in maniera divina, una volta trasformato in MP3 a 320 kbps e caricato sull’accessorietto grigio.

Ciò che invece mi ha reso infelice, sin dall’inizio, è stata la gestione dell’iPod Shuffle tramite iTunes ed in particolare la relazione tra quest’ultimo programma ed iTunes Store, che nei sogni di Apple dovrebbe essere la fonte privilegiata di “cibo” per il mondo iPod. In un mondo in cui i malati di mente come me non comprino decine di CD ogni anno ed in cui i ragazzini si stufino delle banali ricerche di canzoni in MP3 sui blog indicizzati da Google (ormai anche i programmi P2P sembrano ampiamente superati), Apple sogna che il possessore di iPod apra il suo iTunes, scelga l’album che ha in testa al momento e lo compri in formato blindato AAC a 128 kbps, per poi scaricarlo direttamente sul proprio player sbrilluccicante.

Dopo aver faticosamente copiato un po’ dei miei CD originali nella library di iTunes (operazione sonnolenta che avevo già svolto qualche anno fa, quando per qualche mese avevo provato ad utilizzare iTunes come lettore multimediale predefinito), ho provato anch’io a calarmi in questo mondo così meraviglioso, complice il fatto di poter reclamare due codici regalo accumulati nel corso del 2007 (uno ottenuto da Coca Cola Italia, l’altro ricevuto da Duracell). Ho così aperto un nuovo account su iTunes Store (che avessero segato il mio vecchio account?) inserendo religiosamente i dati anagrafici e quelli relativi alla forma di pagamento preferita, poi ho digitato i codici magici ed ho apprezzato la comparsa di una label “2 brani” in alto, accanto al mio indirizzo e-mail.

In quel momento, in realtà, è iniziata la mia disavventura: dopo pochi secondi, un SMS di MasterCard mi ha informato dell’addebito in Gran Bretagna di 1,98 Euro sulla mia carta di credito, proprio quella inserita 5 minuti prima come mezzo di pagamento su iTunes. Non serve Sherlock Holmes: facile intuire che si è trattato di un addebito di Apple del costo dei 2 crediti, peraltro senza nessun ordine di canzoni da parte mia. Ho iniziato a vagare nella pagine di supporto di iTunes in cerca di lumi: ho scoperto che Apple si riserva il diritto di effettuare addebiti di prova (…) sulla carta per verificarne la validità, ma che si tratta comunque di cifre simboliche tipo 1 $ (valore che, parlando in Euro di questi tempi, è veramente nulla). Forse meglio ricorrere al contatto diretto: ho compilato il form italiano chiedendo lumi e sono andato a nanna.

Trovo la risposta in posta elettronica qualche giorno dopo: mi rispondono con un’e-mail semi-automatica in cui mi dicono di non comprendere il mio idioma. Sciocco io che scrivo in italiano sul form italiano del sito italiano di supporto all’iTunes Store italiano: rispondo all’e-mail traducendo in inglese il testo del mio messaggio, ma l’account di destinazione è strapieno e così il messaggio torna indietro. Passo direttamente al sito internazionale di supporto di iTunes e riprovo a rispiegare da zero il mio caso: la risposta arriva il giorno dopo e dice “Di che ti lamenti? Hai un addebito di 2 canzoni ed hai la scrittina 2 brani da scaricare”. Mi arrabbio e ribatto: i 2 brani dovevano essere gratis, essendo dei regali. Nuova risposta, rapidissima: ti facciamo un favore e ti riconosciamo 2 brani extra da scaricare, ma non rompere più.

Incredibile: mi hanno venduto 2 possibilità di download di canzoni, ma me l’hanno fatto passare come una gentile elargizione della Apple. Nel frattempo è passata una settimana ed io non ho trovato una canzone papabile da scaricare, figurarsi 4: che senso ha comprare una canzoncina iper-protetta a 99 cents di Euro? Se fa parte di un album che mi fa impazzire, avrò già comprato il CD da tempo; se voglio solo “assaggiare” la singola canzone, posso ricorrere ad uno dei mille servizi on line che (sì, legalmente) me la faranno ascoltare in streaming. Ma alcuni dei miei crediti scadono nel 2007: urge trovare qualcosa di interessante e l’iTunes Store, in effetti, propone un catalogo amplissimo. La sensazione, però, è che le cose più particolari (e perciò più interessanti) si trovino in ambito Podcast (solitamente gratuiti).

Alla fine, ho optato per If God Will Send His Angels degli U2, Words di Anthony David ed India.Arie, quindi Get It Together e Talk To Her di India Arie. La prima la regalerò alla persona speciale che me l’ha chiesta, le altre sono piccole sperimentazioni sulla traccia della cantante che trovo più interessante in questo periodo. Vi risparmio i travagli infiniti nel download (la connessione via cellulare non perdona, sigh), la scoperta della salvifica funzione “Verifica gli acquisti” (unica opzione per recuperare i download interrotti) e l’ansia insita in ogni ascolto delle canzoni incriminate (DRM, che brutta cosa). Niente di nuovo rispetto a quanto scrivevano gli amici di Zeus News quasi 3 anni fa: se il client di iTunes non mi era sembrato molto dissimile da quello che utilizzavo un tempo, evidentemente nemmeno il servizio on line ha fatto grossi passi in avanti.

Pur con tutti i suoi paradossi (ve li risparmio) e le sue limitazioni (yawn), iTunes Store è stato e sarà sicuramente il servizio di vendita musicale on line di maggior successo: la sensazione, però, è che ciò sia dovuto più all’alta qualità percepita nell’hardware della famiglia iPod piuttosto che a quella del sistema di e-commerce. Una gestione allegra dei mezzi di pagamento, un’ergonomia inesistente ed una rigidità improbabile sono difetti che farebbero scappare da qualsivoglia servizio di commercio elettronico, figurarsi da quello che dovrebbe essere il leader incontrastato nel suo ramo. Per quanto mi riguarda, il primo acquisto volontario (eh…) da iTunes penso che lo farò tra parecchio tempo e solo nel caso in cui la canzone in questione sarà distribuita in maniera esclusiva sul sistema Apple. Per il resto, il mio piccolo iPod continuerà a nutrirsi dei miei cari vecchi CD.



6 Comments to “Un traumatico ingresso nel fantastico mondo di iPod e iTunes”

  1. PerDiletto | Gennaio 6th, 2008 at 00:45

    Ciao e buon anno.
    prova a verificare l’estratto conto finale della tua carta di credito.
    In teoria, quell’addebito di 1,98 euro non dovrebbe essere conteggiato.
    Perlomeno a me è successo così.
    Cià 🙂

  2. ex-xxcz | Gennaio 6th, 2008 at 11:24

    Infatti hai ragione, questo è anche ciò che è scritto nelle FAQ (chiedono l’autorizzazione, ma non effettuano l’addebito).

    La cosa scema è che invece nel mio caso Clarima ha incassato i soldini. 🙁

  3. Scuola di Ladri | Gennaio 15th, 2008 at 04:37

    E a dirla tutta, lo shuffle arancione è il piu bello in assoluto

  4. Roberto | Gennaio 27th, 2008 at 01:28

    Pensa la diversità dell’approccio al problema: Google, quando ti registri ad Ad-sense, ti fa un ACCREDITO per verificare i dati inseriti 😉

    CiauZ!

  5. ex-xxcz | Gennaio 27th, 2008 at 01:30

    Già, mi sembra decisamente più elegante. 🙂

  6. Pingback dall’articolo » Percorsi tortuosi | Dicembre 13th, 2009 at 03:55

    […] nell’ultimo passaggio a casa dei miei ho recuperato l’iPod Shuffle, che storicamente ha avuto e continua ad avere un solo album sopra: L’Eclissi dei Subsonica. Musica a palla nelle orecchie, per chiudere gli occhi mentre sei nella folla […]

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