Giovanni Allevi a Milano tra 24 ore…

30 Giugno 2008


Domani, verso quest’ora, starò ascoltando il concerto di Giovanni Allevi presso il Teatro Arcimboldi. Cosa penso del pianista capellone lo dice un po’ la tavola di Joshua Held linkata sull’immagine qui sopra: non sono negativo o positivo per partito preso, lo considero un divulgatore di un certo tipo di musica classica. Il che può essere letto da diversi punti di vista: perle ai porci, o spazzatura ai melomani, in un paradosso che unisce gli estremi.

A me la musica di Allevi non dispiace: rispetto ai nomi presentati nella vignetta (Rondò Veneziano, Andrea Bocelli, Fausto Papetti, Richard Clayderman, Stephen Schlacks, etcetera), la sua musica è decisamente migliore. Il buon Giovanni va avanti in maniera abbastanza autonoma, pur strizzando l’occhio al mercato: basta ascoltare l’ultimo CD per trovare brani decisamente sperimentali, accanto ai soliti cari vecchi brani degli spot più noti.

Ora c’è la prova del nove per capire meglio Giovanni Allevi in termini di personaggio e di musicista: ho la possibilità di assistere ad un concerto dal vivo, per di più in un teatro e soprattutto con l’accompagnamento di un’orchestra “vera” e voglio approfittarne per chiarirmi le idee. Prometto che tornerò sulla Cuccia per raccontare meglio di quest’esperienza: per ora, vado a “studiare” ascoltando brani da Evolution, l’album protagonista della serata.

Ikea sì o Ikea no?

15 Giugno 2008

Da novembre 2006 vivo nell’Ikea: da un annetto non sono più nel monolocale di cui raccontavo in quel post, ma nel bilocale dirimpettaio. Più grande, comodo e accogliente, ma anch’esso pieno di articoli Ikea a più non posso. Tolta come al solito la cucina (che comunque rimane il mobile migliore in entrambe le case), il resto dell’arredamento, ma anche le stoviglie o le lenzuola, proviene dalla catena svedese. Tutto molto funzionale, bisogna dire: il letto è comodo e gli strofinacci sono resistenti, il divano è robusto e il comodino è capiente. In fin dei conti, non è casa mia e (per quanto stranamente la mia presenza perduri da un anno e mezzo) di fatto quest’appartamento svolge le funzioni di residence.

Sino ad oggi, bisogna dire che quella di Bergamo è stata la mia unica esperienza significativa con l’Ikea. Ai tempi di Torino avrò visitato lo store giallo-blu tre o quattro volte, più che altro per mangiare polpette svedesi e acqusitare grucce plasticose. Ho visitato l’Ikea di Corsico un mese fa ed anche in quell’occasione è stata più una gita nella gastronomia svedese che un’effettiva visita a soggiorni e camere da letto. La differenza, però, è che stavolta accompagnavo una persona decisa a tutto pur di uscire dall’incompetenza dimostrata dai mobilifici nostrani e in questo l’Ikea si è dimostrata fenomenale: un sacco di informazioni sul sito, una marea di aiuti visuali tra le corsie dell’esposizione, un buon numero di interlocutori preparati.

Il risultato di quella visita è stato l’acquisto di un letto, di una poltrona e di un armadio a 3 moduli trasportati a casa a cura dell’Ikea, ma montati in maniera autonoma lo scorso week-end e quello che termina oggi. Non a caso sono sul treno Milano-Bergamo e non a caso ho un male terribile alla spalla sinistra, alla schiena e alle mani. Se il letto e la poltrona-letto avevano richiesto mezza giornata ciascuno, l’armadio ha “cubato” 2 FTE, cioè 2 giorni pieni di lavoro svolti in maniera un po’ più rapida perché seguiti da una persona full time (io, sigh) e da un supporto prezioso soprattutto nei momenti difficili (provate voi ad alzare un armadio da terra da soli). Un tempo notevole, bisogna dire: quanto avrebbero impiegato i montatori professionisti?

Da piccolo mi piaceva montare i Lego e leggevo con ammirazione la prima (ed unica posseduta) uscita dell’Enciclopedia del Fai da te con pratiche illustrazioni passo passo per realizzare da soli capolavori del DIY partendo da un paio di pannelli di truciolato. In questi week-end di lavoro pro-Ikea mi sono sentito un po’ un bambino che legge le istruzioni del Lego e non mi è dispiaciuto dormire, a distanza di una settimana dal montaggio, sul letto tirato su dal nulla la settimana prima. Però… Che sfacchinata. Pur avendo seguito il consiglio degli amici “esperti” di acquistare un avvitatore elettrico, la maggior parte delle viti sono state montate a mano o comunque “strette” per mantenere il più possibile coesi i vari pezzi venduti singolarmente.

A questo punto, viene da pensare che montare un mobile Ikea ti rubi tempo e salute. Un’operazione che, fatta con in testa il pensiero standard da studente universitario (“ho un sacco di tempo libero, vado a consegnare pizze che tiro su qualche Euro”) può sembrare tutto sommato senza troppi risvolti negativi, se fatta in un week-end incastonato tra una settimana lavorativa pesante e un’altra, diventa una mazzata incredibile. Hai perso un week-end che potevi occupare a fare altro con le persone cui vuoi bene e vai a letto con dolori lancinanti, derivanti più dal troppo sforzo che da incidenti (grazie a Dio non verificatisi). Va bene il folle divertimento da Ikea-Lego, ma domani chi ce la fa ad alzarsi per andare in ufficio?