Ikea sì o Ikea no?

15 Giugno 2008

Da novembre 2006 vivo nell’Ikea: da un annetto non sono più nel monolocale di cui raccontavo in quel post, ma nel bilocale dirimpettaio. Più grande, comodo e accogliente, ma anch’esso pieno di articoli Ikea a più non posso. Tolta come al solito la cucina (che comunque rimane il mobile migliore in entrambe le case), il resto dell’arredamento, ma anche le stoviglie o le lenzuola, proviene dalla catena svedese. Tutto molto funzionale, bisogna dire: il letto è comodo e gli strofinacci sono resistenti, il divano è robusto e il comodino è capiente. In fin dei conti, non è casa mia e (per quanto stranamente la mia presenza perduri da un anno e mezzo) di fatto quest’appartamento svolge le funzioni di residence.

Sino ad oggi, bisogna dire che quella di Bergamo è stata la mia unica esperienza significativa con l’Ikea. Ai tempi di Torino avrò visitato lo store giallo-blu tre o quattro volte, più che altro per mangiare polpette svedesi e acqusitare grucce plasticose. Ho visitato l’Ikea di Corsico un mese fa ed anche in quell’occasione è stata più una gita nella gastronomia svedese che un’effettiva visita a soggiorni e camere da letto. La differenza, però, è che stavolta accompagnavo una persona decisa a tutto pur di uscire dall’incompetenza dimostrata dai mobilifici nostrani e in questo l’Ikea si è dimostrata fenomenale: un sacco di informazioni sul sito, una marea di aiuti visuali tra le corsie dell’esposizione, un buon numero di interlocutori preparati.

Il risultato di quella visita è stato l’acquisto di un letto, di una poltrona e di un armadio a 3 moduli trasportati a casa a cura dell’Ikea, ma montati in maniera autonoma lo scorso week-end e quello che termina oggi. Non a caso sono sul treno Milano-Bergamo e non a caso ho un male terribile alla spalla sinistra, alla schiena e alle mani. Se il letto e la poltrona-letto avevano richiesto mezza giornata ciascuno, l’armadio ha “cubato” 2 FTE, cioè 2 giorni pieni di lavoro svolti in maniera un po’ più rapida perché seguiti da una persona full time (io, sigh) e da un supporto prezioso soprattutto nei momenti difficili (provate voi ad alzare un armadio da terra da soli). Un tempo notevole, bisogna dire: quanto avrebbero impiegato i montatori professionisti?

Da piccolo mi piaceva montare i Lego e leggevo con ammirazione la prima (ed unica posseduta) uscita dell’Enciclopedia del Fai da te con pratiche illustrazioni passo passo per realizzare da soli capolavori del DIY partendo da un paio di pannelli di truciolato. In questi week-end di lavoro pro-Ikea mi sono sentito un po’ un bambino che legge le istruzioni del Lego e non mi è dispiaciuto dormire, a distanza di una settimana dal montaggio, sul letto tirato su dal nulla la settimana prima. Però… Che sfacchinata. Pur avendo seguito il consiglio degli amici “esperti” di acquistare un avvitatore elettrico, la maggior parte delle viti sono state montate a mano o comunque “strette” per mantenere il più possibile coesi i vari pezzi venduti singolarmente.

A questo punto, viene da pensare che montare un mobile Ikea ti rubi tempo e salute. Un’operazione che, fatta con in testa il pensiero standard da studente universitario (“ho un sacco di tempo libero, vado a consegnare pizze che tiro su qualche Euro”) può sembrare tutto sommato senza troppi risvolti negativi, se fatta in un week-end incastonato tra una settimana lavorativa pesante e un’altra, diventa una mazzata incredibile. Hai perso un week-end che potevi occupare a fare altro con le persone cui vuoi bene e vai a letto con dolori lancinanti, derivanti più dal troppo sforzo che da incidenti (grazie a Dio non verificatisi). Va bene il folle divertimento da Ikea-Lego, ma domani chi ce la fa ad alzarsi per andare in ufficio?



5 Comments to “Ikea sì o Ikea no?”

  1. Titì | Giugno 18th, 2008 at 20:29

    Ikea sì, se si vuole pagare poco una cosa che si sa durerà poco e se si ha, invece, molto tempo per farsi due risate con la tua dolce metà…
    Se manca una di queste condizioni… mmm, forse Ikea no.
    In ogni caso, nel bilancio dei sì e dei no, dei molto e dei poco, quello che conta è proporzionare gli sforzi avendo bene in mente che le cose si possono fare con calma e che quando si è in due il lavoro si dimezza…
    Quanto meno, “l’altro” può andare in farmacia a comprare il Voltaren 😛

  2. Marco | Giugno 20th, 2008 at 21:56

    Ci siamo passati tutti, anche prima dell’era Brunetta…

    Considera comunque che sei decisamente avanzato rispetto ai tanti (me incluso) che faticano anche solo a comprendere le illustrazioni che dovrebbero assisterti nelle fasi di montaggio. Sigh!

  3. Pingback dall'articolo » .commEurope » La coda lunga in pizzeria | Luglio 15th, 2008 at 21:15

    […] Ha senso avere migliaia di suonerie disponibili se si è un gestore di mobile VAS, ma è masochistico sopportare i costi di magazzino e di marketing di migliaia di oggetti fisici. L’Ikea insegna: meglio una struttura portante e 100 accessori per personalizzare il proprio armadio. […]

  4. MicheleM | Luglio 18th, 2008 at 09:50

    Dal mio punto di vista un week-end a montare mobili Ikea è un ottimo anti stress.

    Dopo una settimana in cui diventi matto a risolvere problemi tuoi e dei colleghi un po’ di sano lavoro manuale male non fa… 🙂 E poi mia moglie fa da arredatrice mentre mia figlia mi ruba i pezzi quando mi giro 😀

  5. ex-xxcz | Luglio 18th, 2008 at 13:52

    La cucciola è sveglia come il papà. 😉

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