Tutta Italia su Facebook

29 Aprile 2009

Come è noto a chi si occupa di scienze sociali, l’antropologo Robin Dunbar stabilì che esistesse un numero massimo di relazioni sociali stabili che un individuo normalmente attivo in una società può mantenere nel corso della vita. I suoi esperimenti lo spinsero a definire il numero nei dintorni delle 150 “connessioni” e questo valore è oggi sempre più di moda, in parallelo con la crescita dell’interesse collettivo verso i social network, in termini di partecipazione attiva ma anche di studio delle relative dinamiche.

Da quando mi sono iscritto a LinkedIn nel 2004, le mie connessioni superano i 200 contatti professionali: sono sempre stato abbastanza selettivo e, finita l’era della connessione “obbligatoria” ai personaggi-hub che ti permettevano di raggiungere milioni di persone con un click, sono riuscito a sfoltire il numero di contatti su questo social network. Dopo quella fase un po’ stupida, infatti, ora LinkedIn stessa ti spinge a stringere rapporti più qualificati e io posso dire di esser connesso solo a persone con cui ho interessi professionali comuni.

Un paio di anni fa è stato poi il turno dell’iscrizione a Facebook: da un lato su questo social network ho scelto di essere ancora più rigido (solo persone conosciute dal vivo o quantomeno con un profondo rapporto virtuale), dall’altro ho ovviamente aperto le porte a contatti di stampo strettamente personale. Ecco così che, nel tempo, alla mia rete si sono aggiunti, oltre ad alcuni degli amici/colleghi di cui sopra, anche vecchie conoscenze incontrate in Calabria, in Veneto, in Francia, in Lazio, in India, in Lombardia o in altri luoghi fisici e/o virtuali.

Ormai anche su Facebook ho superato il numero di Dunbar, ma rispetto a LinkedIn la differenza è sostanziale: se l’uso di quest’ultimo social network è soprattutto legato alla ricerca di informazioni su persone che non sono nel mio social network, su Facebook le informazioni sono molto più dirette e soprattutto sono tutte relative a persone elencate nel mio elenco di amici. La cosa sorprendente, se vogliamo, è che la progressiva “democratizzazione” di Facebook ha portato gli amici in questione a svelare molto su sé stessi e la propria vita.

Non sono sicuro che tutti i miei interlocutori si stiano rendendo conto di quanto comunichino a me e magari anche a persone che hanno aggiunto a cuor leggero tra le proprie connessioni. In questi giorni mezza Italia sembra essere su Facebook e la sensazione è che presto ci sarà veramente tutta la Nazione, quantomeno quella che ha una connessione a Internet, fosse anche solo via cellulare. Sarei curioso di vedere quanti resisteranno nel tempo e quanti bruceranno il proprio entusiasmo come è avvenuto con Second Life prima e con Twitter dopo.

Detto tutto ciò, immagino che osserverò crescere i miei network su LinkedIn e Facebook ancora per molto tempo: nel primo caso, perché il futuro mi porterà a conoscere nuovi interlocutori durante il lavoro quotidiano; nel secondo, perché dal mio passato riemergeranno amici, conoscenti e parenti che vorranno segnalare su Facebook il rapporto che avevamo un tempo e che magari è ancora possibile restaurare. Sempre che i risultati imbarazzanti dei loro test e quiz non mi facciano perdere del tutto la voglia di ricontattarli e rileggerli.



2 Comments to “Tutta Italia su Facebook”

  1. Pingback dall'articolo » .commEurope » I limiti "umani" dei social network | Maggio 3rd, 2009 at 21:42

    […] Il tema del numero di contatti sui social network appassiona da tempo i blogger, ma è ormai evidente a tutti che lo stesso mitologico numero di Dunbar è troppo esteso per essere sinonimo di un numero realistico di relazioni attive. Anche gli esperimenti effettuati da Facebook dimostrano che, in realtà, sui 120 contatti medi di ogni iscritto, i “seguiti” sono circa una decina. […]

  2. Pingback dall’articolo » .commEurope » Real time Web e Privacy: le grandi sfide per i motori di ricerca | Settembre 6th, 2009 at 21:46

    […] La paura di molti, tuttavia, è che il mix sia troppo difficile da dosare: qual è davvero l’informazione rilevante nelle ore successive la catastrofe? E nei giorni successivi? Ed un anno dopo, che valenza hanno i singoli item? Proprio qui si innesta la seconda sfda, quella della gestione corretta dei dati personali che gli utenti, spesso innavertitamente, lasciano a disposizione dei social network. La corsa alle informazioni in real time passa inevitabilmente dalla raccolta e dalla sistematizzazione di tali dati, con conseguenze poco gestibili da parte dei singoli. […]

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