Ieri sera pensavo di avere le illusioni sonore (cugine poco conosciute delle illusioni ottiche): scribacchiavo sul PC e nel frattempo sentivo il vocione di Bono Vox intonare One. Dopo un po’ ho realizzato che era la sera del concerto a San Siro e quindi poteva essere un vicino che stava ascoltando il concerto in TV (?) col volume a palla. Stasera invece ho perso l’autobus ed ho dovuto fare un paio di kilometri a piedi… E ho capito che la voce che sentivo era proprio quella dal vivo del cantante degli U2. Il che è quantomeno strano, visto che ero a qualche kilometro in linea d’aria dallo stadio.

La cosa all’inizio mi ha divertito, poi è subentrata la saudade. Oggi è stata infatti una giornata di discussioni intense sul mio passato recente e così giù ricordi su ricordi, legati alle parole e alla musica, alla vita quotidiana che non c’è più ed alla vita straordinaria che si respira in quei momenti meravigliosi che sono i concerti. Avrei voglia di un nuovo concerto come quello di Giovanni Allevi di un anno fa (un anno!) o quello dei Subsonica dello scorso novembre. Avrei voglia di immergermi nella musica e nell’entusiasmo dei fan, in compagnia di una persona speciale con cui condividere una situazione speciale.

Mi piacerebbe pensare che si possa godere insieme della musica, ma anche del silenzio. Riuscire a parlare quando serve e riuscire a condividere i silenzi. Qualcosa di simile alla citazione di Simona Vinci che da un po’ di tempo circola spesso su Internet

«Le persone con cui si riesce a stare in silenzio, sono poche. La gente pensa che stare insieme voglia dire parlare e così le parole diventano panico, imbarazzo, i vuoti sono momenti da riempire. Stare in silenzio invece è pienezza, è condividere l’essenziale. La felicità è inspiegabile, è come un’acqua calma che sale dentro, muovendosi lenta, con un ritmo simile al battito del cuore.»

Voglia di musica, voglia di silenzio. Esigenze solo apparentemente lontane, esigenze accomunate da un desiderio di serenità. Solo chi è insicuro di sé ha voglia di parlare anche quando non serve; altri pensano che parlare tanto equivalga automaticamente a risolvere tutti i problemi, specie in questo periodo di crisi collettiva. Per quanto mi riguarda, sono stati mesi difficili e spero che le vacanze mi aiutino da un lato a riprendermi fisicamente (mi son stancato di continuare a portare valigie), ma soprattutto dal punto di vista psicologico. Certo, sarebbe bello che ci fosse la musica. E il silenzio.



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