Due film diversi
31 Ottobre 2009Oggi ho parlato per un’oretta al telefono con uno dei miei amici più cari, uno di quelli che sanno sfidarti intellettualmente da un lato, ma ti offrono la spugna del coach quando sei ferito all’angolo del ring. Abbiamo parlato di figli creativi, di comuni dolorosi problemi a schiena e spalle, di città da amare e città da cambiare, ma anche di storie d’amore finite troppo male per non essere un quotidiano punto interrogativo.
Su quest’ultimo punto ho provato ad aprirmi un po’ più del solito, condividendo osservazioni e storie che sino ad ora avevo tenuto per me. Il mio amico mi ha punzecchiato per cercare di tirarmi su, ma mi ha sorpreso dicendo prima di me cose che io pensavo da tempo. Il che non mi meraviglia: dopo sei storie d’amore, ormai ho capito che alla fine i ricordi sono la cosa più importante da conservare, con cura e sacrificio.
Quello che invece continua a sorprendermi, è che stavolta i ricordi stessi sono molteplici e diversi a seconda di chi li pensa e condivide. Dopo sei mesi, sembra di ascoltare due film diversi a seconda di chi quale dei due protagonisti lo racconta. E le comparse, anch’esse spaccate nettamente a metà, si ritrovano a narrare lo stesso film a seconda del protagonista che le aveva portate a interagire sul palcoscenico.
Non saprei come venirne fuori e questo scalfisce il buon umore che sta accompagnando gli ultimi mesi, tipico di chi è uscito da una serie infinite di sciagure grazie a scelte un po’ azzardate, ma efficaci. Io posso continuare a fare autocritica ad oltranza, ma il film che racconterò a colleghi, parenti, amici, sarà sempre una storia d’amore, non un film dell’orrore. Difficile e complessa, ma sempre una storia d’amore.