Ogni tanto mi parte un filmone su possibili scenari alternativi della mia vita. Pura fantasia, che come sempre non posso far altro che declinare sul Web: apro i motori di ricerca, cerco qualche informazione sul trip del momento, poi tipicamente chiudo sconsolato e torno a fare la vita di tutti i giorni. Non è un dramma, non sono sogni-che-si-infrangono-contro-le-difficoltà-del-mondo. Ci sarà sempre qualche altro filmone che arriverà il giorno dopo.

Villetta indipendente composta da: ingresso, angolo cottura, soggiorno con caminetto, un vano letto, bagno e giardino recintato di 500 mq. circaUna tipica tematica da filmone è quella che potrei definire “l’abitazione principale”. Sono infatti ancora residente in Calabria e difficilmente mi sposterò a breve: l’idea di fondo è di contribuire con un po’ di tasse locali pur lavorando in giro per l’Italia. Quindi, se proprio dovessi cambiare residenza, tendenzialmente la sceglierei sempre da quelle parti.

Questo, unito al mio tipico desiderio di una casa lontana da tutto il mondo per poter fare quello che mi pare in santa pace (in primis musica a palla notte e giorno), qualche volta mi spinge a cercare soluzioni in zone di mare. Il problema è che spesso incappo in delle soluzioni terribili, come quella qui accanto, descritta sul sito in questo modo roboante

«Villetta indipendente composta da: ingresso, angolo cottura, soggiorno con caminetto, un vano letto, bagno e giardino recintato di 500 mq. circa»

che, come potete immaginare, smonta ogni mio entusiasmo. Il mio concetto di “villa indipendente al mare” è decisamente diverso.

Un altro esempio di qualche tempo fa è stata l’idea di aprire un’agenzia di viaggi. Ovviamente semi-virtuale, come la maggior parte delle idee semi-imprenditoriali passate per la mia testa negli ultimi 15 anni. Mi piace viaggiare, mi piace parlare di viaggi, ho maturato nel tempo (volente o nolente) una certa esperienza su alberghi, voli, treni. No way.

Aprire un’agenzia viaggi in Italia, infatti, è un calvario burocratico. La cosa più imbarazzante è la necessità di avere un “locale commerciale” con caratteristiche ben precise, nonostante magari appunto la tua attività si svolge online; c’è poi la figura del direttore tecnico, la cui ricerca farebbe passare voglia a chiunque di lanciarsi in questa avventura imprenditoriale. Altro che voglia di fare impresa tra i più giovani: chi te lo fa fare con un contesto normativo simile?

Di filmoni con finali poco entusiasmanti potrei raccontarne decine, anche se a dire il vero (fortunatamente?) dopo breve tempo li dimentico. Poi alcuni tornano, magari un po’ modificati, così la prossima volta magari cercherò una villa sui colli di Bergamo oppure vorrò lanciare un e-commerce di non-so-che-cosa. Tanto poi alla fine non faccio mai nulla, ma almeno per qualche ora il filmone mi ha tenuto compagnia, una sorta di sogno ad occhi aperti.



3 Comments to “Filmoni con finali poco entusiasmanti”

  1. Pingback dall’articolo » Tasse, investimenti e qualità della vita | Aprile 15th, 2011 at 23:25

    Da una chiacchierata della scorsa settimana, mi sembra di aver capito che la frase che ha colpito di più del mio post precedente è quella in cui giustifico il mio non voler spostare la residenza dalla Calabria con l’idea che i soldi delle mie tasse in qualche modo finiscano lì. Concetto “romantico” e un po’ troppo da federalismo fiscale, non molto applicabile alla realtà italiana. […]

  2. Titì | Aprile 16th, 2011 at 11:02

    Come sarebbe bello aprire un’agenzia di viaggio… (abbiamo gli stessi filmoni in testa, ogni tanto, mi sa 😉 )

  3. ex-xxcz | Aprile 16th, 2011 at 13:07

    Fai diventare Marco direttore tecnico :mrgreen:

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