Luoghi dell’anima
31 Ottobre 2011Scrivevo in estate su un social network che la frequentazione di Genova mi aveva fatto ridefinire l’espressione “bellezza struggente”. Merito non di certo della Genova turistica, tutt’ora abbastanza poco approfondita e comunque abbastanza assimilabile ad altre belle città italiane, quanto della città un po’ più nascosta, quella accessibile rischiando un po’ di perdersi a ogni angolo.
All’inizio era stata l’ormai celebre mega-camminata, poi nelle (purtroppo poche) occasioni in cui a settembre e ottobre mi sono recato in città, ho progressivamente abbandonato l’uso della metropolitana (un po’ troppo rara, in termini di frequenza delle corse e di posti raggiungibili) in favore di camminate a velocità diverse, a seconda dell’urgenza dettata da orario e senso di marcia.
Ho così approfondito la conoscenza dei caruggi e di Prè, aree affascinanti per la loro eterogeneità, per il loro essere allo stesso tempo residui di antica vita genovese e meta delle nuove ondate immigratorie. A passo spedito al mattino per arrivare da Principe al Centro e magari più rilassato la sera sul percorso del ritorno in Stazione, ho iniziato a capire meglio Genova e genovesi.
Non solo: a un certo punto, ho iniziato a intuire come in questo momento le viuzze intricate di Genova siano per me un luogo dell’anima, qualunque cosa ciò voglia dire: in qualche misura, rappresentano una versione “fisica” di ciò che sento, che vivo in questo momento della mia vita. E probabilmente, ho pensato mentre trotterellavo per Prè, è stato lo stesso anche in altre città.
Ho ripensato infatti alle esperienze a Torino o a Nizza, a Bergamo o a Roma, in qualche modo trovando punti di contatto tra gli aggettivi con cui a posteriori definirei le città e le sensazioni e i ricordi che, sia una coincidenza o meno, sono legati ai periodi in cui in quelle città ho vissuto. Persino l’antipatia per Milano, in qualche modo è stata a doppio filo legata al disagio di certi periodi.
Sto incrociando le dita per potermi trasferire, almeno per qualche mese, nel capoluogo ligure. Non che mi dispiaccia Reggio Emilia, ma in questo momento da un lato non vedo grandi prospettive lavorative, dall’altro appunto mi trovo meglio a Genova, da diversi punti di vista. Un’indicazione di massima la riceverò probabilmente entro fine anno, poi cercherò di organizzarmi.
Sarebbe bello che nel tempo riuscissi a ritrovare il filo di Arianna tra i caruggi come nella mia vita. In attesa di un altro luogo, di altre sensazioni e di nuove esperienze da vivere e poi tramutare in ricordi, Genova potrebbe per ora essere il luogo più adatto a ospitarmi per un po’ di tempo. Con la speranza di poterla vivere più attivamente di quanto è avvenuto con Reggio Emilia.