Piccola guida ai treni di Trenitalia del 2012

31 Gennaio 2012

Negli ultimi anni il marketing di Trenitalia ha fatto un buon lavoro, lanciando nuovi servizi o riposizionandoli in positivo. Fa sempre fatica sui treni locali, ma difficilmente quel mercato potrà fare salti decenti senza investimenti da capogiro.

Ciò che accomuna tutta l’offerta di Trenitalia degli ultimi anni è l’effervescenza nella denominazione delle categorie di servizio. Centinaia di migliaia di Euro spesi per comunicare il lancio di nuove tipologie di treni, poi scomparse nel nulla.

Quella che segue è una lista delle categorie attualmente disponibili, a uso e consumo di chi deve scegliere che treno prendere ma non capisce le sigle sul tabellone o sul sito.

Eurostar Italia Alta Velocità (ES AV) – Frecciarossa

Sono i treni di punta della gamma Trenitalia. Collegano Torino a Milano e poi Milano a Roma, Napoli e Salerno. Nelle scorse settimane ha fatto scalpore il lancio di quattro livelli di servizio invece delle classiche due classi. La grande speranza è che questo rinnovo permetta di avere servizi più comodi: chiunque negli scorsi anni ha viaggiato su questi treni si è lamentato di quanto fosse poco piacevole stare seduto per ore in poltrone disegnate da un pazzo.

Eurostar Italia Alta Velocità (ES AV) – Frecciargento

Probabilmente da evitare. Sono AV per modo di dire, visto che per la maggior parte dei percorsi non vanno sulle infrastrutture ad alta velocità; i treni sono piuttosto vecchi (i famosi “Pendolino”), anche se oggetto di revamping. I costi sono alle stelle rispetto alla qualità dell’esperienza, ma in molti casi i Frecciargento sono l’unica chance di raggiungere senza cambi, partendo da Roma, città come Venezia, Lecce, Bolzano, Udine.

Eurostar Italia

È la categoria più bistrattata degli ultimi anni. Dopo essere stato a lungo il cavallo di battaglia di Trenitalia, progressivamente hanno perso appeal a causa del lancio dei servizi AV. Attualmente rimangono disponibili sono su due linee: Roma-Terni-Pesaro-Ravenna (?) e Roma-Lamezia Terme-Reggio Calabria. Non si capisce davvero perché continuino a mantenere questa categoria, un tempo al centro dell’offerta di élite (qualcuno ricorderà l’Eurostar tBiz, che voleva essere il primo tentativo di far concorrenza agli aerei sulla Milano-Roma).

Frecciabianca

Sono dei treni abbastanza comodi: non particolarmente veloci, anche perché costruiti sulle gabbie di vecchi InterCity, rispetto a questi ultimi hanno allestimenti curati sia in prima che in seconda classe. I costi sono abbastanza alti rispetto ai treni regionali e similari, ma non tanto di più rispetto agli InterCity. Consigliati se siete a Milano e dovete andare a Venezia, Trieste, Ancona o nelle principali città emiliano-romagnole.

InterCity

Trenta anni fa gli InterCity erano sinonimo di treni veloci; ora rappresentano la spauracchio per chi deve compiere un viaggio di distanza medio-lunga. Sono sistematicamente sporchi, semidistrutti, in generale malconci. Assolutamente sconsigliati, anche perché su molte relazioni la durata dei viaggi è pressoché analoga a quella dei treni locali, ma con prezzi decisamente maggiori. Ormai non si vedono più in giro gli InterCity Plus, che erano stati il tentativo di rinnovare la flotta oggi di fatto compiutosi col focus sui Frecciabianca.

EuroCity

All’apparenza la categoria “cugina” internazionale degli InterCity, in realtà in Italia sotto questa etichetta è presente di tutto: ad esempio ci sono i TGV che collegano Milano e Parigi, ma anche il tentativo di concorrenza di DB a Trenitalia tra Milano e Brennero. Fino a qualche anno fa c’erano anche i Cisalpino da/verso la Svizzera. In sintesi, gli EuroCity oggi sono pochi e di fatto rappresentano tutti i collegamenti ferroviari tra Italia e altri Stati europei, tranne quelli notturni.

Euronight

L’altra faccia dei treni “europei” rispetto agli EuroCity è quella degli Euronight. Anch’essi come i precedenti sono stati nel tempo falcidiati dalla concorrenza con i collegamenti aerei. Io nella notte dei tempi presi un Padova-Parigi (e ritorno), ma ora non so se me la sentirei, pensando di poter arrivare in un paio d’ore da Venezia a Parigi in aereo, per una manciata di Euro. Esiste anche un Euronight Milano-Barcellona, ogni volta che lo vedo fermo in Stazione Centrale mi domando chi mai vorrà sottoporsi a un simile strazio.

InterCity Notte ed Espresso

La differenza tra le due categorie è ormai decisamente incomprensibile. Quando i primi vennero lanciati, volevano rappresentare la versione chic/veloce dei secondi, notoriamente conosciuti come “carri bestiame” per noi poveracci che facevamo su e giù tra Sud e Nord Italia. Ora la comunicazione Trenitalia parla genericamente di “Treni notte”, ma dopo lo psicodramma collettivo dello scorso dicembre forse è la volta buona che leveranno definitivamente dalla circolazione questi imbarazzanti tipi di treni.

Regionale e Regionale Veloce

Una volta c’erano gli Interregionali: piccoli gioiellini in termini di puntualità e tempi di percorrenza. Quando è stato lanciato il servizio AV, Trenitalia ha volutamente allungato all’infinito la durata delle percorrenze dei treni diversi dagli AV tra città di regioni diverse, affogando tutti gli ex Interregionali nei Regionali. Poi si è parzialmente ricreduta lanciando i Regionali Veloci, che però tutto sono tranne che veloci. La differenza tra le due tipologie è oggi marginale (i secondi saltano giusto qualche fermata intermedia) e il materiale è eterogeneo in entrambe le categorie: si va dalla carrozza vecchietta ma coi sedili comodissimi, al treno nuovo ma magari con dei posti inutilizzabili.

Suburbano

Questi treni sono famosi in Lombardia, rappresentando di fatto una servizio basato principalmente sul Passante ferroviario di Milano. Negli scorsi anni hanno alternato treni preistorici e treni nuovissimi di FNM (oggi Trenord). Meritano una citazione perché a furia di crescere, ormai questi servizi collegano anche regioni diverse (ad esempio le province di Novara e Bergamo). Mi dicono gli amici napoletani che il loro alter ego campano sono i treni Metropolitani, ma non ho mai avuto il piacere (?) di provarli.

Treni scomparsi nel nulla

Oltre ai già citati Interregionale e Eurostar Italia Business/tBiz, negli anni ho visto morire i Diretti (prendevo talvolta un Diretto Bologna-Padova incomprensibilmente rimasto solo in mezzo ai suoi fratelli divenuti Interregionali) ma anche treni di categoria superiore, vittima del marketing schizofrenico di Trenitalia citato all’inizio: TrenOK, che voleva essere l’alternativa low cost agli Eurostar sulla Milano-Roma (e se non ricordo male anche sulla Roma-Bari); Eurostar Italia Alta Velocità Fast, poi riassorbiti nei Frecciarossa (anche perché il nome era orribile); gli Eurostar Italia Fast, via di mezzo tra Eurostar e ES AV, talvolta trasformatisi in Frecciargento; gli Eurostar City Italia, trasformatisi quest’anno in Frecciabianca.

Allergico alle regole

16 Gennaio 2012

Perché non mi piace la danza? Perché è un’espressione libera dell’essere umano costretta in regole precostituite. Si è ritenuti più bravi nel ballo se si segue una coreografia e ovviamente per i professionisti danza è prima di tutto sinonimo di regole rigide più che di divertimento. Altro che movimenti strampalati al concerto dei Subsonica: persino i balli di gruppo sudamericani, che generalmente vengono ritenuti allegri, sono un insieme di movimenti codificati.

Sembra uno strano paragone, ma in fin dei conti è lo stesso motivo per cui a un 3 stelle Michelin preferisco il piccolo locale che ogni giorno cambia menu in base a ciò che il cuoco trova al mercato. Pensate all’Osteria Francescana di Massimo Bottura: tutti entusiasti per i successi di critica raggiunti di anno in anno; tutti ansiosi di assaggiare il risultato del lavoro dei 25 (!) cuochi che si alternano in cucina per seguire alla lettera le prestigiose ricette.

Tutto ciò ha zero appeal su di me. Certo, sarà tutto delizioso, ma per quanto mi riguarda il vero “prestigio” sta nel tailor made, non nell’uniformità, per quanto allineata verso l’alto. Mi annoiano le liturgie e i costumi consolidati, trovo poco personali le cravatte di Marinella urbi et orbi così come la regola per cui la proposta di matrimonio debba essere sostenuta da “lui” con un anello ma mai da “lei”. Potrei elencare centinaia di vincoli come questo.

Mi rendo conto che questa vera e propria allergia a ciò che è rigidamente codificato nella nostra cultura possa in alcuni casi rendermi impopolare o quantomeno complicarmi la vita più del previsto. Eppure non vedo altro modo di vivere, altro modo di affrontare la vita quotidiana con un po’ di libertà. Già mi tocca andare al lavoro in giacca e cravatta; sul resto, voglio avere quanta più capacità di provare nuove esperienze. Altrimenti mi annoierei a morte.