Chiudi la porta, apri la porta

31 Luglio 2012

Appunto un post veloce sulla Cuccia giusto per segnare il fatto che in settimana si chiude la prima parte del “domicilio” genovese e quindi stanotte la passerò a fare bagagli. Poi un po’ li porto a Milano domattina, qualcosa la porto in Calabria quando scenderò nel week-end.

Stavolta, rispetto alle chiusure precedenti dei contratti di affitto in giro per l’Italia, vorrei essere un po’ più ottimista: conto di tornare a Genova nel giro di poche settimane per passare qui l’autunno e poi incrociando le dita anche un pezzo significativo del 2013, budget permettendo.

Ciò nonostante, il tragicomico impacchettamento-trasporto-ritorno delle valigie è una routine da svolgere comunque; sulla carta ho molto meno roba rispetto a quando, ad esempio, un anno fa avevo lasciato la casa di Reggio Emilia per il mese di agosto. Sulla carta, però.

Nella pratica, poi, c’è sempre una montagna di oggetti assortiti da trascinare a Milano e poi come si diceva, ritrascinare a Genova tra poche settimane. Parte della montagna è voluminosa ma leggera (calze, mutande, cravatte etc.), altri oggetti sono fastidiosi da muovere.

Dunque tra un paio di giorni chiudo la porta dietro di me a Genova, confidando di riaprirla presto. A volte vorrei stare in albergo solo per evitare questo strazio, queste routine che poi procurano mal di schiena e altro. Poi ci ripenso, tutto sommmato meglio così. O no. O sì. O no.

Post di San Vitaliano edizione 2012

16 Luglio 2012

Ieri sera mio padre notava come nelle repliche di Zelig del 2009 si parlasse diffusamente di crisi; in effetti ai tempi si diceva che fossimo al picco dopo i melodrammi di fine 2008, con poca visibilità su ciò che sarebbero stati gli anni successivi. La cosa interessante è che 2010 e 2011 siano poi stati vissuti in maniera molto differente da tutti noi: per qualcuno è stato positivo il 2010 e disastroso il 2011 (tipo me), altri oggi si lamentano del 2012 rimpiangendo 2010 e 2011.

Dopo le versioni degli scorsi anni, in cui “commemoravo” l’incidente di San Vitaliano del 2009, continuo la piccola tradizione del blog dedicando qualche riga a questa sorta di bilancio di metà anno. Perché è facile fare bilanci, molto più difficile ipotizzare previsioni. Il sentiment personale è necessariamente più positivo rispetto allo scorso anno, sebbene non siano poi migliorate drasticamente tutte le cose. Però almeno la vita genovese è piacevole e spero duri ancora per qualche mese.

La cosa non è affatto scontata, visto che in questo tipo di lavori è difficile avere continuità per più di un semestre. Questo fa sì che però, di attesa in attesa, gli anni volino veloci. Quindi gli scorsi San Vitaliano sembrano allo stesso tempo lontani e vicini, ma quello che c’è prima è irrimediabilmente lontano. La vita a Bergamo o l’ultimo rapporto sentimentale sono ormai vaghe tracce nella memoria, che in qualche modo la Cuccia aiuta a ricordare nei momenti di nostalgia.

Stiamo insistendo sul Cliente per avere un altro anno di lavoro qui a Genova: cosa che da un lato mi rende felice dal punto di vista della qualità della vita, dall’altro mi fa pensare che potrei rapidamente arrivare al prossimo anniversario ritrovandomi fermo a dove sono ora, solo e perplesso. E no, non dite “Spegni il PC e vai a trovarti una morosa”, perché sarebbe un puro esercizio teorico. Io il PC posso anche spegnerlo e uscire, ma a quest’ora troverei sì e no gli spazzini.