Sono un elettore mediamente confuso

30 Aprile 2013

Quando due mesi fa parlavo di elezioni perse non ero stato poi così pessimista: il governo della coalizione di Centrosinistra non è mai partito nonostante le estenuanti consultazioni di Bersani; poi come se non bastasse abbiamo sofferto un po’ di ribaltoni clamorosi e ora c’è un nuovo Governo e un nuovo (…) Presidente della Repubblica. D’altronde ne abbiamo viste di tutti i colori nelle ultime settimane: PD alla ricerca di coalizione col Movimento 5 Stelle, PDL alla ricerca di coalizione col PD, tentativi di far eleggere presidenti vecchi rottami margheritosi da parte del PD, guerre del PD contro M5S e SEL che proponevano Stefano Rodotà Presidente della Repubblica etcetera etcetera.

Immagino che dovrei essere felice per l’elezione di Pietro Grasso e soprattutto di Laura Boldrini a Presidenti delle Camere; persino della riconferma di Giorgio Napolitano come Presidente della Repubblica; magari anche di Enrico Letta Presidente del Consiglio, visto che al di là delle radici democristiane, si tratta di un uomo di spicco del Centrosinistra e comunque con un profilo politico solido e una formazione adeguata. Eppure ogni cosa ha un sapore amaro: forse nel caso delle prime due figure si era respirato un afflato di cambiamento e di riconoscimento del risultato elettorale, poi però le nomine successive sono state un segno forte del trionfo sghembo di Berlusconi alle Politiche.

Siamo dunque ora arrivati al paradosso di un Presidente della Repubblica ex-PCI candidato di fatto dal Popolo della Libertà al posto dei più adeguati Prodi e Rodotà, segati dai veti incrociati del Centrosinistra, ma soprattutto di un Governo all’apparenza guidato dal PD, ma in cui tutti i ruoli chiave (Interno, Esteri, Giustizia, Difesa, Economia, Salute, etcetera) sono stati affidati a partiti risultati perdenti alle elezioni, tendenzialmente di Centrodestra. Nessuna presenza di Sinistra Ecologia Libertà, che (giustamente, direi) si è rifiutata di sostenere un Governo nato grazie agli intrallazzi coi nemici di sempre e che ora viene additata come “traditrice” (!) dagli esponenti del Partito Democratico.

Si dice che è ora di superare l’anti-Berlusconismo, che la crisi perdurante richiede approcci concreti e non ideologici, che tutto sommato nel Governo sono finiti un po’ di professionisti che potranno portare competenze al di là delle casacche politiche. Si dicono tante cose, ma non che come me ci sono milioni di elettori confusi, che non hanno capito come mai il senso del proprio voto all’ultimo ciclo elettorale sia stato così profondamente disatteso, di fatto travisato o comunque manipolato. Senza voti come il mio SEL non avrebbe permesso alla coalizione col PD di ottenere la maggioranza dei seggi, ma ora di fatto la coalizione non c’è più. Quale fiducia per il futuro politico?

Data di nascita?

15 Aprile 2013

Sono andato a cercare un vecchio post in cui parlavo di Megan Gale. Non è che ricordi a memoria tutti i post della Cuccia, però visto che le situazioni sono ricorsive, in casi come questo non è difficile ricordare il caso/la metafora utilizzati. Così ove possibile linko il vecchio post nel nuovo e spero che nel vecchio appaia il pingback (WordPress non è mai stato attendibilissimo da questo punto di vista), in modo che si possa ricostruire un filo evolutivo. Finita la divagazione, torniamo a Megan Gale. Mi domando quanti se ne ricordino ancora, considerando che Omnitel/Vodafone nel frattempo è passata a Totti, poi all’orso Bruno e al pinguino Pino. Direi che è inevitabile dimenticare le mille soubrette che in questi anni abbiamo visto in spettacoli, campagne, palcoscenici; eppure lei era stata il simbolo di un’era, con tanto di consacrazione popolare in un cinepanettone accanto ai soliti morti di fama.

Ai tempi l’avevo citata come esempio di donna-che-sembrava-adulta-rispetto-a-me-ragazzino ma che in realtà era poco più grande; ora non ho nemmeno bisogno di andare a rivedere gli spot per essere sicuro che mi sembrerebbe una ragazzina. A dire il vero, la maggior parte dei protagonisti degli spot sembrano sempre troppo giovani: vedo mamme di adolescenti decisamente più piccole di me, nonni che hanno una manciata di anni più di me. Non che io non possa essere un genitore di un’adolescente, vista l’età; magari nonno un po’ meno, anche se ogni tanto si sentono storie impressionanti in merito. Ad ogni modo, questo continuo confronto con archetipi di ogni età va anche oltre la pubblicità: ogni volta che sullo scenario pubblico si impone un nuovo personaggio, eccomi a consultare su Wikipedia la sua data di nascita. Poco importa se sia un’attrice, una ministra o uno sportivo.

Qualche volta ci rimango un po’ male, anche se non mi è chiarissimo il perché. Da ragazzo probabilmente l’atteggiamento era “vabbé quello ha fatto cose immaginifiche, ma è più grande di me, ho ancora tempo per farle anch’io”; ora buona parte dei personaggi pubblici è più giovane di me. Nemmeno la politica consola più come prima: i nuovi parlamentari (in tutti i partiti) sono in buon numero sotto/intorno ai 30 anni. L’altro giorno un collega esaltava “il vecchio Totti” (ancora lui) e io sudavo pensando che il capitano della Roma ha due anni più di me; per inciso, sua moglie Hilary Blasi è più giovane di entrambi (ed è plurimamma). Da notare che nei casi in cui la data di nascita della persona nota è vicina alla mia, indago anche sul resto della biografia: ad esempio leggevo un articolo su Maccio Capatonda e sono rimasto colpito dal fatto che abbia studiato Tecniche Pubblicitarie a Perugia.

Quel Diploma universitario era una delle mie opzioni (poi scelsi una Laurea) proprio in quella città e realisticamente proprio in quell’anno, essendo coetanei; ho iniziato a pensare a quanto sarebbe stato strano averlo come collega di studi, a domandarmi se avremmo legato o meno. Una sorta di voyeurismo anagrafico evoluto, insomma. Immagino che continuerò a “verificare” date di nascita e biografie ancora per qualche anno, senza mai mettermi davvero l’anima in pace sul fatto che a (quasi) 35 anni avrei potuto fare molto di più, in tutti i campi professionali, scientifici/artistici/economici/culturali poco cambia, ma anche in termini di vita privata. Non è questione di rimpianti/rimorsi, al massimo di strade imbroccate o meno; ho appena rifiutato una promozione importante che però avrebbe comportato ulteriori deviazioni sul percorso. Anche se non mi è chiaro quale sia, il percorso.