Il buon anno si vede dal mattino

28 Febbraio 2014

Lo scorso weekend ero a Tiriolo per il trigesimo di mio nonno. Una visita abbastanza lampo, ma come sempre molto affetto ricevuto e in questo caso la possibilità di condividere in famiglia il ricordo di una persona tanto amata. Tutto sommato un momento anche rilassante, tranne che la domenica mattina. Mi sono infatti svegliato verso le 6 e mezzo da un incubo che aveva a che fare con le situazioni di lavoro vissute nelle ultime settimane. Tanto stress dovuto principalmente al dover seguire diverse attività “commerciali” contribuendo contemporaneamente a due progetti, ma senza avere piena possibilità di gestirli.

In questi giorni ho pensato che ci sono alcune similitudini tra il ritorno dall’India del 2002 e quello del 2014. In entrambi i casi sono arrivato a Torino, per iniziare attività abbastanza nuove. Certo, ai tempi c’era tanto entusiasmo e forza d’animo; certo, oggi ho il paracadute teorico di lavorare nella stessa azienda da 10 anni. La differenza principale è che ai tempi ero solo e sconsolato dopo l’affaire-Monfiana mentre ora c’è Eva che mi dà una mano a superare i momenti difficili in cui non riesco a lavorare come si deve. Che potrebbero anche essere presi meno di petto, ma che diventano un dramma continuo nella classica settimana da 72 ore.

Dopo gli anni orribili 2009 e 2011, vorrei evitare che questo 2014 iniziato in maniera scoppiettante prendesse una brutta piega; certo dopo i primi 2 mesi non riesco a essere molto ottimista anche per le stupide complessità burocratiche che già si presentano sul fronte vita privata. Sul lavoro non mi sembra ci siano le condizioni per poter stare sereni: dopo molti anni ho ricominciato a mandare curricula in giro, anche se è difficile trovare una posizione che non faccia buttare alle ortiche il percorso fatto. Non è solo questione di soldi o ambizione di chissà quale carriera, è che a 35 anni bisogna stare molto attenti a fare passi falsi/avventati.

Trattengo il fiato e vado avanti, con la speranza che nel mese di marzo si chiariscano un po’ gli aspetti logistici, che in questo vivere costantemente alla giornata condizionano tanto la mia vita: una cosa è sapere di dover passare il resto dell’anno a Milano, un’altra è stabilirmi a Torino anche solo fino all’estate, un’altra ancora è vincere una gara lunga a Sondrio e replicare il copione già visto a Bergamo, Reggio Emilia e Genova. Certo, vivere con un po’ di ansia in meno non guasterebbe, così come sarebbe bello poter guardare al futuro di medio termine e sorridere almeno nella vita privata. Ma è tutto così complicato.

Eva

14 Febbraio 2014

Buon San Valentino!

Se questo blog fosse un libro, ora sarebbe arrivato il momento di introdurre ai lettori un nuovo personaggio. Uno importante, di quelli che cambiano in profondità la storyline. E che danno anche un po’ di brio alla noiosa storia di un consulente tutto solo da circa 5 anni, vissuti con un paio di drammi pesanti in mezzo e tante piccole gioie a riequilibrare. Il nuovo personaggio si chiama Eva, o almeno questo è il nickname che verrà utilizzato quaggiù. Si tratta della ragazza indiana cristiana tratteggiata la scorsa estate, che nel frattempo da semplice corrispondente è diventata molto di più. Ovviamente lo snodo cruciale sono stati i giorni trascorsi in India a inizio gennaio, in particolare quelli con lei a Bangalore.

In realtà sono ormai quasi 6 mesi che ci si conosce, con un rapporto molto fitto fatto di tante parole scritte. Parole abbastanza eterogenee: non solo smancerie sentimentali, ma anche chiacchiere tra amici e discussioni sul futuro. Che in qualche modo si prova a immaginare insieme, sebbene le traversie appaiano insormontabili. Dopo tanti anni da single non mi meravigliano tanto le facce sorprese di amici e colleghi che mi vedono sorridere e parlare di progetti personali a lungo termine piuttosto che di banali quisquilie lavorative quotidiane. D’altra parte l’arrivo di Eva nella mia vita ha rappresentato un cambiamento piuttosto forte e non certo per il cultural clash, che è l’ultimo dei problemi.

L’approccio indiano alla vita è a dir poco sorprendente per noialtri: è un misto di spensieratezza e di serietà, di focus sulla vita personale e di ambizione professionale. Aspetti che in uno di noi farebbero fatica a far convivere, ma che i miei amici in India, tra cui sicuramente Eva, riescono a conciliare. Il che è un beneficio indiretto anche per me, che sarò pure il più naive dei consulenti, ma sicuramente invecchiando sto diventando più squadrato di molti dei miei coetanei italiani. Questo approccio non mi dispiace e per di più nel suo caso aiuta l’ampia conoscenza (teorica) degli usi occidentali, dovuta anche a diversi anni di lavoro con gli statunitensi e di dialogo con pen friends occidentali.

Oggi è San Valentino e se da un lato sono felice di poter sorridere pensando a Eva, dall’altro mi sento un po’ come Palmiro alle prese con le fidanzate lontane. Grazie a Dio qui la mia fidanzata lontana è un po’ più gentile di quella del brutto anatroccolo e restando nel solco della striscia somiglia più a Isa, la vicina cubana. In questo caso vorrei che la mia vicina di casa fosse Eva, per confrontare un po’ con la vita quotidiana le tante parole che ci scambiamo ogni giorno. Sto cercando di organizzare un viaggio per farle conoscere la mia famiglia e lo stile di vita italiano, perché mi sembra corretto che capisca a cosa va incontro se davvero decide di trasferirsi a decine di migliaia di chilometri per amore.

Devo dire che lei sta affrontando di petto la faccenda. A parte sopportare le infinite noie burocratiche anche solo per avere un passaporto (non oso immaginare se chiedesse i documenti per sposarsi), sta provando a imparare un po’ di Italiano. Il che mi ispira una tenerezza infinita, perché capisco che la nostra lingua sia piuttosto difficile ed è un gesto di affetto provare a venirmi incontro mentre io nel frattempo continuo il mio storico tentativo di imparare un Inglese decente. Tra l’altro devo esserle grato perché ho imparato molto di più parlando con lei in questi mesi di quanto possa aver imparato in anni di lezioni allo Shenker e similari. Almeno a livello scritto, poi sul parlato c’è ancora tanto da lavorare.

C’è un’ultima cosa che voglio appuntare qui, perché è interessante per capire meglio questo nuovo personaggio complesso. Eva sta leggendo questo blog post per post, tendenzialmente traducendolo automaticamente in Inglese e riuscendo comunque a capire e contestualizzare la maggior parte delle storie raccontate. E non sta guardando solo lo strato superficiale, quelli che potrebbero essere i post che la riguardano o che parlano di questi ultimi mesi. Sta andando in profondità, facendosi un’idea della mia vita negli ultimi 3 lustri. L’altro giorno mi ha detto che stava leggendo un post del 2005 e così sono andato a rileggermelo anch’io. Un piccolo esercizio di confronto col passato, rivolto al futuro. Insieme.