Mentre in tutto il mondo si alzavano allo stesso tempo la curiosità verso i nuovi prodotti Apple e gli insulti verso la forzatura dell’album Songs of Innocence “imposto” a tutti i clienti di prodotti Apple, io correvo a verificare l’effettivo download (cosa niente affatto banale) del disco sul mio iPad. La curiosità derivava dall’assenza degli irlandesi dalle scene da diversi anni; avevo appuntato proprio su questo blog l’ultimo contatto indiretto.

Nelle ultime settimane ho perciò ascoltato parecchio il CD (si potrà chiamare così?), gustandone diverse canzoni: ho iniziato a canticchiarne qualcuna sotto la doccia e alzato di una tacca il volume su Volcano, che non è affatto male. In generale il giudizio è positivo e per inciso pare che poi i download effettivi siano stati parecchio meno rispetto ai potenziali 500 milioni: “appena” 28 milioni, chissà quanti davvero “coscienti”.

Nel frattempo il disco è uscito in versione integrale e ci sono rimasto male: costa parecchio in entrambe le edizioni disponibili e non è possibile “scontare” il fatto di aver scaricato quelle regalate prima, che quindi ora bisognerebbe ricomprare. A questo punto tutta l’operazione ha assunto un ulteriore manto di assurdità, anche se come dicevo la qualità complessiva del disco me ne abbia fatto parlare spesso agli amici.

Coincidenza ha voluto che a fine settembre i Subsonica abbiano rilasciato il nuovo disco, con un paio di Euro di sconto per il pre-ordine su iTunes. Visti gli infelici passati col sistema, ho esitato un po’, poi ho ceduto: un po’ da fan, un po’ per curiosità dopo il “tiro” di Lazzaro, singolo molto sentito in estate. Ora ho ascoltato Una nave in una foresta ormai diverse volte, quindi un’idea me la son fatta e non è troppo esaltante.

Se fosse stato un disco di quelli imperdibili, probabilmente nei miei weekend solitari a Milano sarebbe stato un ascolto continuo, a ripetizione, un po’ come era avvenuto con L’eclissi, a più riprese. Invece ho iniziato ad alternarlo a quello degli U2 e persino a vecchi dischi della mia libreria, dei Subsonica stessi o di altri. Non che manchi qualche canzone carina; ma così a occhio (o “a orecchio”) niente di davvero indimenticabile.

Immagino che alla fine imparerò a memoria i testi come avvenuto per gli altri dischi: un passaggio involontario ma progressivo, anche se quest’anno, rispetto anche solo a quando ero a Genova, sto ascoltando molta meno musica in mobilità. Sarà che cammino poco o nulla a Sondrio, quindi c’è stato un crollo nell’uso degli auricolari; a Torino ascoltavo molto Delta Machine dei Depeche Mode. Quello sì che è un disco da riascoltare.



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