FriendFeed mi manca

30 Aprile 2015

Nelle stesse ore in cui moriva mia nonna, FriendFeed chiudeva i battenti per sempre. Qualche sera prima ero stato anche a una festa di addio in un locale a Milano: un’apparizione un po’ fugace, stretta tra l’arrivo da Sondrio e la ripartenza poche ore dopo per Bari. Comunque una bella occasione per vedere dal vivo un po’ di facce note della Rete italiana. Dico “della Rete” e non “di FriendFeed” perché in realtà di nuove persone tramite il social network ne ho conosciute pochine; eppure “il socialino” è servito a rafforzare alcuni legami con persone poi approfonditi altrove, o a scoprire nuovi aspetti di persone già incrociate su altre piattaforme. In fondo la Rete italiana iper-attiva è ancora piuttosto limitata.

Io un po’ ne sono uscito: per cause di forza maggiore (tempo libero al lumicino in primis), ma anche perché le storie dei primi anni 2000 (se ne ritrova qualche traccia anche nei primordi di questo blog) mi hanno segnato parecchio. Quindi non sono più l’utente iper-attivo che ero e questo ha fatto sì che su FriendFeed non brillassi per notorietà. Forse l’unico momento in cui avevo ottenuto una mia dimensione “pubblica” era stato nella seconda parte del 2009, nei mesi del riposo forzato dopo l’infortunio; poi alcune delle persone con cui amavo confrontarmi avevano abbandonato la nave e io ero rimasto, con un profilo più da lurker che da heavy user. Cosa di cui non mi sono dovuto pentire ora che è finita.

Da quelle parti il tempo dedicato al dialogo era una variabile fortissima per “affermarsi”, ma io non sentivo questa necessità. Ho conosciuto persone timide quanto me diventare leoni/leonesse in discussioni di super-nicchia, a volte piuttosto profonde ma anche parecchio accese. Ho visto quelle che ai tempi erano chiamate “blogstar” utilizzare per qualche tempo FriendFeed come terreno di confronto un po’ carbonaro rispetto ai confronti che avvenivano in pubblico su social network allora nascenti come Twitter. Ho notato un progressivo infittirsi di rapporti umani come raramente avevo visto su altre piattaforme: il real time delle discussioni sembrava adatto per scriversi quasi come parlarsi fitto fitto dal vivo.

Alcuni hanno definito FriendFeed una comunità virtuale, ma in realtà era un crocevia di comunità anche molto eterogenee. Nelle aree pubbliche e ancor più nelle “stanzette” private si svisceravano discussioni sui temi più disparati, flame war da manuale, confronti intellettuali serrati come non mi è mai capitato di vedere altrove. Il FOAF, cioè la possibilità di leggere contenuti pubblici commentati o “likati” dai propri contatti, era un motore indispensabile per scoprire ogni giorno nuove storie, nuovi spunti di confronto, nuovi punti di vista anche rispetto alle notizie “ufficiali”. Rispetto a Facebook, peraltro, non viziati da sciocchi allarmismi o qualunquismi di sorta: il livello della discussione era quasi sempre alto.

Sto raccogliendo in una paginetta qui sul blog i link ad alcuni articoli letti nelle ultime settimane, a partire dall’annuncio nei primi giorni di marzo fino agli epitaffi post-mortem. Mi piace pensare che tra qualche anno, quando questo blog parlerà di tutt’altro (?) e questo post sarà sommerso in mezzo a centinaia di altri, ci sia comunque un aggancio a un pezzetto importante della mia vita in rete, durato quasi 8 anni, che è comunque un tempo lungo viste le esperienze precedenti. Ora oltre ai miei blog e ai profili sterili tipo Facebook o LinkedIn, mi rimane il più a-social del social network, cioè Tumblr: speriamo che Yahoo! non lo spazzi via con un soffio o lo renda inutilizzabile, ci tengo a Pollicinor e ai suoi lettori.

Anche l’ultima nonna è morta

10 Aprile 2015

Come già era accaduto l’anno scorso con suo marito, nemmeno stavolta sono riuscito a partecipare al funerale di mia nonna materna, scomparsa ieri notte.

Come già successo con l’altra nonna, ho vissuto i giorni della sua agonia a Tiriolo e poi son dovuto salire al nord perdendo il momento della sua morte “legale”.

Come era già avvenuto a lei, anche questa nonna è scomparsa intorno ad aprile, intorno a Pasqua, che sta diventando una festa di morte più che di resurrezione.

Come la morte di suo fratello quasi un paio di anni fa era coincisa con la nascita della figlia di mia cugina, la morte di mia nonna coincide con la nascita della sorellina.

Come sempre quando muore qualcuno, io non so veramente farmene una ragione: lo so che è naturale e non sono un bambino, ma sembra una cosa così assurda.

Come ogni volta che succede qualcosa di importante in famiglia, specie negativa, io non so che fare con la mia vita: troppo distante da casa, senza un grande motivo.