A Expo 2015 di notte

31 Luglio 2015

Bisogna ammettere che l’idea di consentire l’accesso “notturno” a Expo 2015 sia stata positiva: non tanto per gli organizzatori, visto che saliranno i numeri di visitatori per arrivare ai 100.000 giornalieri dichiarati, ma a 5 Euro l’uno; quanto per i visitatori, che possono avere un assaggio della manifestazione senza troppo impegno.

I gate di accesso, quando sono arrivato insieme ai colleghi in una sera feriale verso le 20, erano completamente vuoti: in pochi minuti abbiamo fatto controlli di sicurezza e biglietti entrando dall’ingresso Est Roserio. La prima impressione non è stata granché visto che si arriva in una zona “brulla” con forte puzza classica di McDonald’s.

Poi bisogna dire che, passeggiando sul Decumano, le cose sono migliorate: al di là delle polemiche infinite degli scorsi mesi di padiglioni ce ne sono un sacco, anche se a quell’ora per la maggior parte li si vede solo di fuori, essendo già chiusi alle visite del pubblico. Quella che invece funziona a tutta carica è la macchina della ristorazione.

In effetti anche noi siamo andati là per cenare: visti i salti carpiati per prenotare (all’Expo Gate di Piazza Castello dichiarano di non avere una lista di ristoranti al netto di quella “unofficial” di Zomato e di non essere a conoscenza di posti aperti alle prenotazioni), siamo riusciti a trovar posto a El Altillo, ristorante spagnolo (anzi, basco).

Mangiando alla terrazza all’aperto abbiamo sentito un sacco di suoni: dal bar sottostante ma anche dai padiglioni vicini, ognuno coi propri ritmi e stili. Nel frattempo si è fatto buio e al netto dell’orripilante circondario, la vista dall’alto dell’interno di Expo è interessante. Tante persone sorridenti in giro, magari con un drink in mano.

Alla fine l’unico momento di folla inumana è stata la chiusura, visto che ci siamo tutti addossati all’uscita principale, quella che porta a stazione ferroviaria e metropolitana: nulla, comunque, rispetto a quelle che mi dicono formarsi di giorno. Lo scoprirò presto anch’io, quando andrò a visitarlo in famiglia, in data da definirsi in autunno.

L’Europa è un fuscello

17 Luglio 2015

Il delirio (macro)economico di queste settimane grazie alle brutte notizie dalla Grecia ha fatto vedere davvero parecchia turbolenza sui mercati: qualche picco molto negativo, seguito poi da riprese “a scalini” e tanta volatilità. La cosa onestamente non è poi così originale: purtroppo sembra un po’ una riedizione del 2011.

Oggi come allora è appunto l’incubo “Grexit” a distruggere miliardi di Euro di investimenti dei piccoli risparmiatori; l’amaro in bocca, soprattutto a fine giugno, è stato quello di un dejà vu rispetto a quell’estate piuttosto “calda”. Anche perché, onestamente, chi si è davvero ripreso del tutto dalle “botte” di quei mesi infernali?

Tutta l’economia sembra incastrata in un’enorme crisi continua. Mentre l’economia statunitense veleggia su ritmi non visti da tempo (basta guardare il grafico che mostra come il Nasdaq abbia recuperato i livelli della bolla di inizio millennio), in Europa siamo fuscelli in preda a qualsiasi influsso, specie se negativo.

Le prossime avvisaglie sono infatti quelle legate ai mercati orientali, Cina in primis. Iniziano a vedersi i primi crolli e non è difficile immaginare che, nell’attesa dell’ennesima ondata del “problema greco”, verremo intrattenuti allegramente dai mal di pancia di Pechino, che ha vissuto nell’illusione economica e finanziaria per anni.

Da un lato alcuni spergiurano che frammentazione dell’Euro e ritorno alle svalutazioni dei singoli Paesi siano la ricetta magica; dall’altro ci si strappa le vesti ipotizzando che solo un’Europa unita politicamente ed economicamente possa fare da scudo. Qualunque sia la soluzione, bisogna cambiare: così siamo troppo deboli.