Visti stressanti

16 Giugno 2016

Due anni fa l’attesa del visto Schengen per Eva era stata piuttosto delicata: chiedevamo 3 mesi in Italia per una persona con un nuovo passaporto e l’esito non sembrava così scontato. Poi quando quest’anno abbiamo rifatto la richiesta tutto è stato più spedito in fase di preparazione, anche se potenzialmente c’era di nuovo qualche dubbio sulla richiesta di ulteriori 3 mesi. Alla fine in entrambi i casi è andata bene, anche se in questo secondo caso fa riflettere la motivazione “turismo” quando è noto che Eva sia venuta in Italia a sposarsi.

Non che ci fosse la possibilità di richiedere un visto diverso: in qualche modo nelle stesse istruzioni ricevute dalle autorità veniva di fatto “suggerito” il visto turistico, anche se non è pulitissima come soluzione. Lei teoricamente a Ferragosto dovrà andare via perché i suoi 90 giorni all’interno dei 6 mesi dei visto Schengen saranno esauriti; chissà se si riuscirà a trovare una via burocratica pulita per farla rimanere qua. Online si legge confusamente di carta di soggiorno, ricongiungimento familiare, permesso di soggiorno etcetera.

Ciò che invece piuttosto potrebbe diventare chiaro è che non riusciremo a fare il viaggio in Israele prenotato lo scorso agosto e che in qualche modo, essendo pianificato per l’ultima settimana di luglio, era diventato una sorta di viaggio di nozze “strano”. Io non ho bisogno di visto in quanto Italiano; lei sì, ma l’Ambasciata non glielo concederà mai non avendo lei a oggi un titolo valido per stare in Italia per almeno sei mesi dal ritorno da Tel Aviv. Non so quale sia il senso di tutto ciò, proveremo a insistere durante l’ennesimo viaggio a Roma ad hoc.

La cosa forse ancora più assurda è che Eva potrebbe anche avere problemi a tornare in India. Se lo fa a Ferragosto appunto non è così scontato che possa tornare a cuor leggero e i 6 mesi dello Schengen finiscono a metà novembre: poi si renderebbe necessario un ulteriore visto turistico? Se rimane qua, pare ci siano difficoltà a tornare laggiù per un paio di settimane a cavallo del Capodanno come abbiamo previsto per salutare i suoi; in qualche modo potrebbe dover rimanere fissa in Italia (o in India) per parecchi mesi consecutivi.

Ma non è finita qua: le sorelle di Eva vorrebero venire in Italia per un paio di settimane a cavallo del matrimonio e per agevolarle ho comprato loro biglietti aerei A/R e ho firmato documentazione sulla mia disponibilità ad accoglierle in Italia, sempre in stile Schengen. Ovviamente stanno rivivendo tutte le paturnie della sorella, da un lato accentuate dalle proprie condizioni personali e dall’altro ancora più stupidamente visto il brevissimo periodo richiesto. Ma in Ambasciata dicono che il visto è di 6 mesi, quindi non cambia.

Tutto questo stress, che va ad aggiungersi a quello “superfluo” dell’organizzazione del matrimonio ed è molto più serio perché attiene ai diritti umani delle persone, spero si risolva in una bolla. Io continuo ad avere l’amaro in bocca per tutte queste sciocche procedure burocratiche, che non aggiungono valore a nessuno e su niente: perché vietare una settimana di turismo a una coppia appena sposata o impedire a un paio di ragazze di visitare un Paese europeo? Qual è il senso profondo di tutti questi veti incrociati tra le nazioni?



One Comment to “Visti stressanti”

  1. Pingback dall’articolo » Capri (e la Reggia di Caserta) | Luglio 31st, 2016 at 21:47

    […] da qualche giorno è iniziato questo lungo periodo di relax, probabilmente il più lungo della mia intera carriera lavorativa. Lo abbiamo iniziato andando a Roma per chiudere (positivamente) la faccenda del visto per Israele, poi un salto nel folklore del Rione Sanità a Napoli (non visto nel giro precedente), Reggia di Caserta e Capri […]

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