Tendenzialmente questo è l’ultimo post su questo blog da single. Il che è notevole, vista l’evoluzione della mia vita da quando è nato nel 2001 ad oggi, ma anche la relativa velocità con cui il cambiamento profondo si è manifestato negli anni. Quell’adorabile personaggino di Eva è apparso “ufficialmente” quaggiù a San Valentino 2014, anche se sue piccole tracce rimangono negli archivi precedenti. Stiamo insieme da Capodanno di quell’anno e purtroppo ci siamo visti relativamente poco: spesso ci scriviamo o diciamo al telefono quanto bramiamo una “normale” vita di coppia.

Quello che sta per iniziare è peraltro anche l’ultimo weekend da single in trasferta; so che ce ne saranno probabilmente altri in futuro, ma al di là dell’anello al dito quello cambierà davvero è sapere che sarà sempre una condizione temporanea, che quello successivo o quello dopo ancora Eva sarà di nuovo tra le mie braccia. Sono sensazioni dolci e violente allo stesso tempo; forse le persone “normali” di cui sopra le vivono da giovani, quando hanno venti anni e si godono lo stare insieme. Io ho fatto tutto un in ritardo ma ora voglio condividere questa gioia con amici, familiari e colleghi.

Qui si arriva allo sfogo annunciato nel titolo: la scarsa presenza di invitati al matrimonio. Qualche dozzina verrà da Tiriolo e sono convinto che qualcuno lo farà in simpatia e non solo per “ricambiare” inviti ai miei genitori del passato. Pochi, veramente pochi, quelli che verranno da fuori: 2-3 amici, 2-3 persone dal contesto lavorativo, forse un compagno delle superiori che non vedo da 20 anni, la dolce Treccia, che oltre a essere lettrice di questo blog si dimostra anche un’amica “nel momento del bisogno”. Di un’altra ventina-trentina di persone invitate nessun ritorno positivo, solo tante scuse.

Chi ha figli gioca la carta dell’improvvisa necessità di portarli in giro proprio quel weekend; chi ha una fidanzata, sente l’irrefrenabile necessità di festeggiare anniversari o altre feste proprio quel weekend; pochi quelli che ammettono di non venire in Calabria perché troppo costoso spostarsi. Anche su questo avrei comunque da ridire: tolto un amico verso cui non ho insistito conoscendone la travagliata storia economica di questi anni, gli altri mi hanno fatto sorgere dubbi. Premio a una coppia di dirigenti della mia società di consulenza, al cui matrimonio ero peraltro andato.

Ognuno raccoglie ciò che ha seminato: nei continui cambi di città degli ultimi 20 anni (vedi sopra) ho coltivato qualche pianticella di amicizia, quasi sempre spezzata via dal tempo e dalla distanza. Meno difendibile chi lavora con me: se non altro per una questione di rispetto, mi aspettavo più partecipanti; invece, saranno probabilmente molti di più i colleghi dei miei genitori. Sono una persona orribile che non merita compagnia nemmeno nel suo giorno “speciale”: sono curioso di vedere quanti degli angeli scesi in terra che mi circondano mi inviteranno nei prossimi anni.



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