Capri (e la Reggia di Caserta)

31 Luglio 2016

La prima prova difficile Eva l’ha vissuta un paio di giorni dopo il matrimonio: sono scomparso dalla circolazione per una decina di giorni per finire i tanti lavori rimasti appesi col matrimonio; in cambio, la promessa di passare oltre 4 settimane di ferie insieme. Lei mi ha dato fiducia e da qualche giorno è iniziato questo lungo periodo di relax, probabilmente il più lungo della mia intera carriera lavorativa. Lo abbiamo iniziato andando a Roma per chiudere (positivamente) la faccenda del visto per Israele, poi un salto nel folklore del Rione Sanità a Napoli (non visto nel giro precedente), Reggia di Caserta e Capri.

La Reggia di Caserta (da non confondere 😀 con la Reggggia) non la vedevo sin da bambino; come era già avvenuto per la visita a Pompei ne avevo un ricordo vago e queste visite con Eva sono interessanti per riscoprire questi gioielli meridionali. Eravamo di passaggio, in treno (comoda la stazione di fronte alla Reggia), quindi abbiamo potuto spendere poche ore: per visitare il sito, soprattutto la parte dei giardini, probabilmente ci vorrebbe una giornata intera. Il biglietto è quello classico da museo statale; ci sono servizi utili come il deposito bagagli e una navetta (a pagamento) per raggiungere la fine del parco/giardino inglese.

Anche Capri era stata oggetto di visita con genitori e nonni, ma qua i ricordi mancavano proprio: ero forse più influenzato dall’immaginario maturato in questi anni (giusto questo mese, ad esempio, Capri e Costiera Amalfitana sono protagonisti di copertina su Ulisse Alitalia) e anche un po’ impaurito dal viaggio in barca. L’esperienza è stata molto positiva: comprato un biglietto giornaliero a testa per i mezzi pubblici (autobus e funivia), abbiamo visitato angoli più e meno noti dell’Isola, visto bellezze naturalistiche e anche qualche spunto culturale. In generale un tipo di turismo un po’ diverso da quello “archeologico” spesso fatto con Eva.

Sono state toccate e fuga, ma in generale mi fa piacere far vedere nuove cose in Italia a Eva; probabilmente dopo Calabria e Campania, le prossime regioni da approfondire saranno Sicilia e Puglia, insieme all’irraggiungibile Sardegna che non sono mai riuscito a visitare nemmeno io. Nell’immediato comunque il prossimo step insieme sarà il viaggio in Israele; poi spero di poter fare ancora qualcosina insieme ad agosto e in dicembre poter tornare in India a salutare la famiglia di Eva. Nel mezzo una tonnellata di carte da sbrigare per permetterle di vivere serenamente in Italia e poi poter ancora viaggiare, viaggiare, viaggiare.

Il mio matrimonio

17 Luglio 2016

Nei primi giorni nel bilocale a Mogliano Veneto guardavo con perplessità una serie di quadri appesi alle pareti: degli acquerelli raffiguranti figure un po’ strane, degli ibridi umani/animali accompagnati da simboli misteriosi. Mi domandavo come avrebbe reagito Eva quando li avrebbe visti poche settimane dopo; poi il momento è arrivato e io nel frattempo me ne nero dimenticato. Involontariamente è stata lei a riaprire il tema: mi ha fatto notare che erano delle figure dello zodiaco, con la loro simbologia peculiare. Una vera e propria illuminazione: una cosa scontata per lei al primo sguardo, che per me era un dilemma anche un po’ angosciante. Non che fosse la prima volta: Eva riesce spesso a stupirmi dandomi la chiave di lettura a fenomeni del mondo che ignoro completamente. A volte lei mi dice che io faccio lo stesso nei suoi confronti, su tematiche differenti.

Siamo in effetti abbastanza complementari in termini di interessi, formazione, visione del mondo. La considero a tutti gli effetti la mia piccola anima gemella e a volte mio padre ci prende un po’ giro dicendo che io e lei ragioniamo allo stesso modo; non ne sono sicuro, ma devo riconoscere che su molto cose “serie” del mondo abbiamo spesso condiviso una visione uniforme, con le opportune sfumature individuali. Provo nei suoi confronti un sentimento complesso, fatto di aspetti e dinamiche differenti; dall’altra parte sento di ricevere affetto e stima quotidianamente, indipendentemente dal fatto che si sia fisicamente insieme o distanti come spesso è accaduto in questi anni. Adesso abbiamo una (penso legittima) aspettativa a vivere insieme e affrontare piccoli e grandi temi quotidiani. Cosa davvero nuova per me, che ho vissuto 18 anni in famiglia e poi 19 da solo.

Sono arrivato al giorno del matrimonio con un atteggiamento alla vita diverso dal classico “o ci sposiamo, o ci lasciamo” che mi ha sempre lasciato perplesso; si è trattato di un atto di serietà nei confronti di Eva e dei suoi diritti, ma anche di un gesto d’amore abbastanza naturale. I miei genitori ci hanno aiutato molto e anche questa è stata una bella sensazione: hanno messo tanto affetto in ogni cosa, per me e per Eva. I suoi genitori non ci hanno ostacolato sin dall’inizio ed è stato un peccato che non siano voluti venire a causa della grande distanza; spero potremo raggiungerli nei prossimi mesi e sorridere insieme. Non sarà facile vivere distanti da entrambe le coppie di genitori, ma in fin dei conti entrambi siamo stati anni da soli per una ventina d’anni ciascuno; ora si tratterà di trovare un equilibrio congiunto, mentre il freddo infuria e io girerò l’Italia come al solito.

Ieri è stata una bella giornata; forse persino più calma di quella del matrimonio di mia sorella, in cui le emozioni erano state accese. Il giorno del nostro matrimonio è stato invece delicato e rilassato, con un sorriso costante sulle labbra solo a tratti turbato da piccole imperfezioni viste durante la cerimonia e il ricevimento. Quando ci siamo addormentati, finalmente nello stesso letto, ci sentivamo felici e uniti per sempre; nella mia mente scorrevano le immagini della bella giornata e pensavo di essere felice, soddisfatto per questa svolta drastica nella mia vita. Praticamente chiunque durante il giorno ci aveva ripetuto ossessivamente “ora iniziano i problemi”, “siate forti perché vivrete tante difficoltà”, “ci saranno tempi difficili” e così via; io razionalmente pensavo che forse tutti hanno ragione, ma per una sera volevo pensare al futuro sorridendo.