In India da sposini

14 Dicembre 2016

Anche se visto lo stato di salute di Eva il viaggio di Capodanno in Cina è saltato, siamo comunque andati in India. La seconda volta quest’anno, dopo la bella esperienza “turistica” dello scorso gennaio. In questo caso il viaggio ha preso una piega completamente diversa: una lunga girandola di parenti e soprattutto amici di Eva, tutti felici per il nostro matrimonio recente, tutti a incrociare le dita per i nostri figli futuri.

Molti giorni passati a casa dei suoceri e tante ore passate in fila davanti agli ATM: la decisione di Narendra Modi di abolire da una notte all’altra la circolazione delle banconote più diffuse ha creato il delirio collettivo. Oggi la maggior parte degli sportelli automatici dispensano solo banconote da 2.000 rupie (fino a esaurimento giornaliero): eppure queste banconote non le vuole nessun esercente.

Mi fa piacere questo andare letteralmente dall’altra parte del mondo e tuttavia sentirsi a casa, amato da gente amichevole e dolce. L’unica vera barriera alla fine è la lingua che, nel classico valzer di tutti i dialoghi in India, spesso poi finisce in un Inglese più o meno stentato, da parte mia e non solo. Per fortuna Eva è bravissima con Inglese e Tamil, oltre a poter sfoggiare un po’ di Hindi quando necessario.

Anni fa immaginavo di passare gli anni della pensione ad Auroville. In questo fine 2016 mi domando se in India mi trasferirò, con Eva e bambini, molto prima. So che sarebbe difficile viverci e che la vita da turista è un’altra cosa, eppure a volte mi sembra una prospettiva interessante rispetto al mio costante errare per le città italiane, all’impossibilità di trovare una città decente in cui vivere insieme.



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