Lo scorso 8 marzo avevo un impegno di lavoro importante a Roma: il Country Manager del Gruppo assicurativo doveva venire ad ascoltare l’avanzamento dei lavori del Lab di innovazione avviato a settembre. Tanto lavoro di preparazione, con la lista degli invitati in continua crescita: si sa, dove c’è “il capo” i Manager intermedi arrivano sempre a farsi vedere. A 600 Km però, era venuto fuori un altro impegno importante, stavolta personale: la morfologica del bebè.

Il fato da un lato e mio padre dall’altro mi hanno aiutato: io sono riuscito a prenotare per tempo un volo A/R Ryanair Roma/Lamezia Terme (tratta poi misteriosamente cancellata), il cliente ha iniziato a disertare la riunione (con relativo effetto amplificato, stavolta al ribasso), mio padre è venuto a prendermi a Lamezia Terme, mi ha portato a Catanzaro, poi a Tiriolo e di nuovo a Lamezia Terme. Eva ha fatto il suo e sembra che la bimba (!) sia sana e cresca bene.

A maggio poi è partito un vero e proprio tormentone: si è scoperto che Eva ha le piastrine basse e quindi via col valzer di visite tra i reparti di emofilia ed ematologia. Questo on top alle visite/ecografie mensili dal ginecologo e ai mille esami del sangue (generali o specifici come quello mensile per la toxoplasmosi) che si deve sorbire costantemente: la battuta di tutti è che tra un po’ a furia di fare prelievi avrà anche altri valori bassi. Cerco di accompagnarla il più possibile.

Lo faccio al di là del senso del dovere, anche perché mi rendo conto di quanto possa essere oscuro il mondo della medicina: sia in termini di vocabolario, già difficile per un italiano e probabilmente ancora di più per Eva; sia a livello di burocrazia, visto che al di là del tema specifico delle eventuali esenzioni (che variano incomprensibilmente di settimana in settimana), è piuttosto complesso seguirne i processi. Mia madre si muove bene, sarà l’esperienza delle prassi locali.

Visite e analisi in gravidanza sono un susseguirsi di paroloni, paure e test mai sentiti prima: le coppie di destreggiano come possono e se a buon senso è chiaro che la carenza di ferro possa essere un problema, scoprono poi di aver di fronte mostri ben peggiori. Toccando ferro, sembra che Eva e la piccolina stiano facendo un grande lavoro; confidiamo che anche i dottori facciano altrettanto, anche se siamo l’ennesimo insignificante numerino nelle loro cartelline.



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