Hungry Hearts Calabria edition

31 Agosto 2017

Durante le “ferie” passate con Eva e Margherita a casa dei miei, per una decina di giorni ci hanno raggiunti mia sorella e il marito. Per la prima volta eravamo tutti e 7 insieme ed era bello, per una famigliola da sempre di 4 persone che sta crescendo rapidamente, un membro in più ogni anno. A un certo punto parlavamo della mia esperienza da padre e ho citato loro Hungry Hearts di Saverio Costanzo come film che riassumeva le mie sensazioni.

Al di là della deriva estrema della storyline, i temi che ho sentito sulla mia pelle sono stati simili: un nuovo equilibrio da cercare a 3, la necessità di fare da spalla a Eva senza genitori, i rapporti tra “noi” e “il resto della famiglia”, ma soprattutto i problemi di crescita di Margherita. Che oggi sembrano meno gravi, con un peso simile alla media dei bimbi, ma che nelle prime settimane di vita sembravano insormontabili e sicuramente erano causa di forti tensioni.

Nata paffuta, con un calo ponderale del 10% esatto, Margherita è poi ri-cresciuta al peso iniziale e l’ha superato grazie alla combinazione di latte materno e latte artificiale; la madre e la bimba hanno attraversato momenti difficili, col sospetto che fossero parzialmente legati all’uso congiunto; io potevo solo cambiare pannolini e preparare biberon di dimensione crescente. Sarebbe bello che i padri potessero fare di più, soprattutto nelle prime settimane.

Ora sono a Milano, mentre Margherita ed Eva sono rimaste ospiti dai miei genitori. Penso spesso a loro e spero di tornare presto a essere di nuovo una famigliola. Mi domando se Margherita abbia imparato a tenere su la testa, se Eva abbia dolore al seno, se i miei genitori riescano a riposare nonostante il tour de force. Mi tappo il naso e cerco casa a Milano, mi lancio nel vuoto e cerco nuovi lavori, mi guardo intorno e ho solo voglia di essere con loro.