Il lato oscuro dell’allattamento al seno

30 Settembre 2017

Se c’è una cosa che letteralmente tutti, dai medici alle mamme, dalle ostetriche alle infermiere, continuano a ripetere, è quanto sia importante l’allattamento naturale, specie durante il primo anno di vita dei bambini. Ci sono studi che lo dimostrano, ci sono esperienze individuali importanti anche se magari meno scientifiche, ci sono letteralmente guerre di religione contro chi utilizza il latte artificiale. Persino i produttori stessi di quest’ultimo iniziano le pubblicità con “l’allattamento al seno è importante, ma in mancanza di latte materno allora”.

C’è chi allatta fino a 5 anni (!) come parte di una lotta contro il sistema, chi si ferma dopo il primo semestre, quando inizia lo svezzamento. Per la poca esperienza maturata dal vivo e online da un anno a questa parte, ho la sensazione che, almeno in Italia, molti genitori ricorrano a un’alimentazione “mista”, composta da latte materno e “integrazione” artificiale. Ma, come dicevo dopo il primo mese di vita, almeno nel nostro caso più di una volta si è discusso sulle interazioni reciproche, spesso di carattere negativo, tra i due nutrimenti.

Sono stato sostenitore del latte materno sin dalla nascita; ma ho visto Eva soffrire tanto prima per la gravidanza, poi per il parto, poi per il difficile recupero dall’episiotomia, reso duro proprio dall’attaccamento al seno. Abbiamo ingaggiato un’ostetrica che la aiutasse a sistemare uno dei seni, ancora oggi non funzionante; stiamo andando avanti e indietro dall’ospedale in questi giorni, per comprendere una situazione abbastanza pesante al seno che sembrava funzionasse. Una maratona che ora mi sta facendo ricredere sull’allattamento.

C’è poi un particolare poco noto: si crede che allattare al seno sia più economico. Cosa del tutto falsa, visto che assumendo l’impossibilità di allattare davvero 24×7 in maniera naturale, bisogna comunque sostenere tutte le spese correlate (biberon, sterilizzatore, etc.), comprare comunque il latte in polvere (in quantità minore ovviamente, ma è difficile definire di quanto) e soprattutto aggiungere spese extra, come quelle mediche (e siamo solo a 2 mesi dal parto), l’abbigliamento ad hoc, gli integratori alimentari, le coppette e così via.

Sono nella classica situazione in cui non guardo certo al portafoglio, in cambio di un rasserenamento di mia moglie e ovviamente della garanzia che la bimba cresca bene. Mi domando cosa succederà se e quando avremo un altro bebè, perché francamente i benefici del latte materno iniziano a sembrare pallidi se confrontati con il pessimo stato psicofisico di Eva. A questo punto mi guarderò bene dal diventare un sostenitore pubblico dell’allattamento sulla pelle degli altri, anzi “delle altre”, delle mamme vittime di miti e luoghi comuni.