Pero

17 Aprile 2018

Stasera ho firmato il rogito della casa in cui andremo a vivere, a Pero. L’ho vista solo un paio di volte ma mi ha convinto a sufficienza per essere la candidata vincitrice rispetto alla nuova strategia immobiliare intrapresa in questo primo quadrimestre del 2018. Non è certo uno dei cottage inglesi delle foto che Eva pubblica sul suo tumblelog; alla fine è un normale trilocale in un palazzo simile a quelli della periferia di Milano.

Sono un po’ combattuto, tuttavia. Non per l’appartamento in sé, che tanto è una scommessa come lo sarebbe stato qualsiasi altro immobile comprato o affittato. Da un lato sono ovviamente super-felice di poter dare un nido a Eva e Margherita; dall’altro però alla fine sto trasferendo la residenza per la prima volta in 40 anni e lo faccia verso la Lombardia, che onestamente non è mai stata la mia prima scelta. Anzi.

Alla fine è un po’ come aver perso una battaglia: l’unico razionale per stare qui è il fatto che la mia base lavorativa è Milano, quindi di fatto sto ammettendo che devo far crescere la mia famiglia in una provincia malsana subordinandola al lavoro. Non so nemmeno se sperare di diventare una di quelle famiglie che cambia città ogni po’ di anni, perché i bimbi crescono ancora più sradicati di come mi son sentito io.

Una delle cose che mi è piaciuta di Pero è la sua dimensione, che sostanzialmente è quella di un paesino come tanti in Italia: ha tutti i servizi a pochi passi, all’apparenza manca solo l’ospedale. Questo forse non è il massimo per una famiglia con bambini piccoli, ma spero di trovare almeno dei servizi ambulatoriali per le necessità più imminenti. Manca pure qualche spazio culturale, ma tutto sommato c’è la metropolitana.

Non che questo sia comunque una scusante per non prendere l’auto: la distanza siderale dalle stazioni rilevanti di Milano farà sì che dovrò ricominciare a guidare, cosa mai fatta seriamente in vita mia. Il che non mi entusiasma di certo, ma in fin dei conti fa parte di questo cambiamento storico: che si chi chiami mettere su famiglia, andare a vivere in Lombardia, mettere la testa a posto, o dare stabilità ai miei figli.



2 Comments to “Pero”

  1. Eva | Aprile 18th, 2018 at 11:14

    Grazie

  2. Pingback dall’articolo » L'Italia è una repubblica fondata sul nero | Maggio 5th, 2018 at 21:30

    […] E poi il grande schiaffo: l’acquisto della casa a Pero. L’agenzia immobiliare con tutta una sua strategia fatta di documenti firmati e assegni fotocopiati, salvo poi chiedere migliaia di Euro in nero a me e ai venditori; il notaio di Sesto San Giovanni, che accanto al pur costosissimo assegno “ufficiale” chiede centinaia di Euro in contanti “per pagare i visuristi” (?); la ditta incaricata di imbiancare, che non solo decuplica il prezzo pagato online, ma con arroganza rifiuta la ricevuta. […]

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