L’Italia è una repubblica fondata sul nero

5 Maggio 2018

Ammetto che negli ultimi 20 anni abbia vissuto un po’ in una bolla: un mondo fatto di digitale, sicuramente, ma anche di pagamenti con carte di credito e bonifici. Ho avuto qualche impatto col mondo reale, certo: quando ho comprato casa a Milano, qualche ristoratore un po’ furbetto, le spese per il matrimonio. Casi tutto sommato marginali rispetto alle decine di migliaia di Euro spese nella vita quotidiana, soprattutto quella in trasferta.

Poi negli ultimi anni, uno schiaffo dopo l’altro. Il ginecologo che fa centinaia di visite da centinaia di Euro senza ricevuta, che si offende se gliela chiedi. Il dentista che fa l’occhiolino, abbandonato prima che mi mettesse le mani in bocca (e nel portafoglio) in favore di un centro più strutturato a Milano, ma con prezzi decisamente superiori solamente in parte recuperabili con l’assicurazione sanitaria. Il gioielliere il cui Pos è sempre stranamente rotto e vuole solo Euro.

E poi il grande schiaffo: l’acquisto della casa a Pero. L’agenzia immobiliare con tutta una sua strategia fatta di documenti firmati e assegni fotocopiati, salvo poi chiedere migliaia di Euro in nero a me e ai venditori; il notaio di Sesto San Giovanni, che accanto al pur costosissimo assegno “ufficiale” chiede centinaia di Euro in contanti “per pagare i visuristi” (?); la ditta incaricata di imbiancare, che non solo decuplica il prezzo pagato online, ma con arroganza rifiuta la ricevuta.

Oggi tutti ironizzano sull’anziana torinese che ha “sequestrato” l’idraulico in bagno, reo di non volerle lasciare nemmeno un pezzo di carta di formaggio con una cifra sopra. Io capisco la sua esasperazione e so che più mi addentrerò nel mondo “reale” più so che incontrerò gentaglia che non solo evade l’IVA, ma soprattutto le tasse sui redditi. Sullo sfondo i dialoghi coi miei sodali, sempre gli stessi: le tasse le paghiamo solo noi dipendenti, così non va bene, etcetera.

Sono dunque una sorta di populista al contrario: nella mia crisi politica di uomo di sinistra darei il mio voto a chi mette al primo posto la lotta all’evasione, ma so che non avverrà mai. Perché in fin dei conti alla fine siamo tutti costretti ad alimentare il sistema che odiamo, continuando a ironizzare su elettricisti e medici furboni, ma poi arrendendoci all’ennesimo rifiuto di ricevuta. D’altra parte, come dice l’idraulico magico, c’è sempre il prezzo che lievita a spaventarci.