Una nuova vita a Pero

1 Giugno 2018

Ho aspettato quaranta anni, poi oggi ho ceduto: stamattina, dopo essere arrivati a Linate all’alba, io Margherita ed Eva siamo andati al Comune di Pero per chiedere il cambio di residenza. Che da un lato è una coincidenza (era il primo slot libero quando sono andato a informarmi a inizio maggio), dall’altro è un modo formale di sancire la nuova vita a Pero. E il mio trasferimento “definitivo”. Vero che a livello lavorativo giro in Lombardia dal 2005 e poi dal 2010 possedevo il mio monolocale tra Loreto e Lambrate; ma l’ho sempre considerato “seconda casa”, peraltro pagandoci decisamente più tasse (anche indirettamente, come le utenze alle stelle per una casa sostanzialmente vuota) e a mia volta pagando più addizionali comunali e regionali per mantenere la residenza in Calabria.

Un’ottimizzazione fiscale decisamente scarsa, direte voi. Vero, ma era un modo per far arrivare qualche soldino in più alla terra che mi ha visto nascere; forse, in fondo, anche una speranza recondita di tornarci. Stavolta mi sono arreso, in modo da poter vivere in maniera più continuativa con le mie ragazze. Mi mancheranno i miei genitori, ma d’altra parte sono lontano da casa da oltre 20 anni. La prima giornata nella casetta di Pero è stata intensa, visto che ovviamente dobbiamo sistemare il tutto in maniera confortevole. Ho fatto un conto (al ribasso) per cui sostanzialmente tramite valigie e tramite qualche pacco, nell’ultimo mese è entrata oltre una tonnellata di materiale in casa. Vestiti, libri, pentole, giocattoli, suppellettili, cibo, detersivi e qualsiasi altra cosa venga in mente in una casa.

Sono al settimo cielo all’idea di poter tornare la sera a casa e ritrovare mia moglie e mia figlia. Sarà una sfacchinata per Eva mantenere la casa: oggi ho provato ad aiutarla passando praticamente tutto il giorno a lavare oggetti nuovi e vecchi in cucina, ma temo che poi la stragrande parte delle attività casalinghe e per Margherita verrà gestita da lei, vista la mia assenza costante a causa del lavoro. Con la nuova posizione, da circa un anno a questa parte, sono decisamente più stabile a Milano e probabilmente riesco a tornare a casa anche prima. Ipotizzo che nei prossimi mesi possa riuscire ad arrivare più o meno sempre verso le 20, ipotizzando di lasciare casa 12 ore prima. Vorrei starci decisamente di più, soprattutto per veder crescere Margherita, ma mi accontenterò come fanno i milanesi.