Così, all’improvviso

30 Dicembre 2022

Il mese di dicembre l’ho iniziato sul lettino di ospedale per rimuovere una trombosi nata così, all’improvviso. Mi aveva fatto male e dato a dir poco fastidio: niente di grave, certo un po’ ironico il fatto che giusto pochi giorni prima ero qui a lambiccarmi sui prossimi anni, le potenziali malattie e tutto il resto.

Ora sto meglio, sicuramente terrò d’occhio la situazione anche se non è mai chiaro se queste strane cose che ogni tanto mi prendono siano tutte collegate o nascono così, all’improvviso. Penso ai calcoli renali, all’ernia iatale di 16 (!) anni fa, alla più recente colonscopia e ad altri malanni visti in questi anni.

Tutto ciò, però, è diventano improvvisamente irrilevante nei giorni successivi a Natale. Mio padre si è sottoposto a visite e test di controllo che hanno evidenziato alcuni problemi cardiologici. Erano già lì dalla nascita? Sono spuntati di recente? Certo la scoperta è stata così, all’improvviso.

Questi giorni così siamo tutti un po’ su di giri, con la sensazione incombente di una vita che cambia così, all’improvviso. Non solo per la tonnellata di nuovi farmaci da prendere, ma anche per i possibili impatti sullo stile di vita, sulle attività quotidiane e su quelle che sarebbe bello fare ogni tanto, come i viaggi.

Spero che mio padre possa migliorare, stabilizzarsi. Il mio terrore di svegliarmi una notte e sapere che lui o mia madre stiano male così, all’improvviso, si fa sempre più concreto. E io penso solo che sono lontano, inutile e inabile ad aiutarli, in queste emergenze o nel rendere più serena la loro vita.

70 anni

12 Novembre 2022

Oggi mia madre ha festeggiato 70 anni: una meta simbolica per cui ci siamo ritrovati tutti vicino a lei. Un piccolo festeggiamento della famiglia allargata a zii e cugini, come prima del Coronavirus succedeva praticamente a tutte le feste comandate e ora molto raramente. Lei mi è sembrata felice, con le nipotine intorno super-eccitate e tutti noi altri a volerle un gran bene: le persone buone meritano affetto.

Tra qualche mese sarà il turno di mio padre e ammetto che ho poca contezza di cosa voglia dire essere settantenni. Purtroppo quando i miei quattro nonni erano in quella fase, io ero lontano: li ho intravisti nei periodi di vacanza in cui ero in Calabria. Ho paura che vedrò ancora meno i miei genitori, visto che ad esempio negli ultimi 12 mesi eravamo scesi solo per Natale e a fine luglio/inizio agosto.

Posso immaginare, però, che essere settantenni negli anni Venti sia un mix di sensazioni: da un lato si è ritenuti relativamente “giovani” in un Paese in cui si va in pensione appena pochi anni prima, con un’aspettativa di vita più lunga che altrove; dall’altro si è comunque in una fase delicata del proprio corpo, che evolve in modo profondamente diverso da qualsiasi cosa vista, anche per chi è “in salute”.

Superati abbondantemente i 40, guardo al settantesimo compleanno come relativamente vicino. Probabilmente sarò fortunato se sarò vicino alla pensione, quindi di fatto da qui a lì potrei tirare avanti con questa vita banalissima fatta di lavoro e praticamente nient’altro. Ora mi godo i weekend con Margherita, poi crescerà e avrà la sua vita del tutto indipendente, quindi diventeranno noiosi anche quelli.

E se non ci arrivassi? Se in verità i 70 anni per me fossero un traguardo irraggiungibile, per colpa della vita sedentaria, dell’inquinamento alle stelle, dell’alimentazione o di un infarto improvviso? Faccio finta di non pensarci, mi godo i festeggiamenti per mia madre e guardo altrove. Perché i prossimi 25 anni sono potenzialmente tutto il resto della mia vita attiva, oppure un sogno irrealizzabile.

Giorgia Meloni

23 Ottobre 2022

Questo weekend, tra giuramento e passaggio di consegne con Mario Draghi, è stato quello che ha visto nascere il primo governo guidato da Giorgia Meloni. Dico primo perché, così a occhio, la leader di Fratelli d’Italia sarà una protagonista della politica dei prossimi decenni. Anche se il suo governo sbanderà stretto tra iperinflazione, tassi di interesse alle stelle, guerra in Ucraina e coda del Coronavirus, non è difficile pensare che i suoi fan continueranno a sostenerla.

Non l’ho votata: abbiamo visioni ideologiche profondamente diverse. Tuttavia, riconosco che il fatto che sia la prima Presidentessa del Consiglio sia un primato storico che la Sinistra avrebbe dovuto conseguire decenni fa. Inoltre, è anche la prima Premier chiaramente appartenente alla Generazione X: no, non tengo in considerazione Matteo Renzi che, pur essendo giusto due anni più vecchio, è letteralmente figlio di un’altra generazione sociale e politica.

La Meloni, invece, rappresenta benissimo l’attuale popolazione attiva in Italia, quella dei quarantenni. Mentre il Centrosinistra guarda direttamente ai Millennial quali Elly Schlein, lei prova a parlare alla pancia di chi si dibatte nella vita quotidiana, quella più mediocre che tutti viviamo. Riesce a strizzare l’occhio anche ai pensionati, mentre cura la prossima generazione di studenti di centrodestra, venuti alla luce dopo decenni dietro le quinte. Un potenziale da Democrazia Cristiana.

Farà molti danni? Alcuni sicuramente sì, soprattutto nel ledere i diritti acquisiti per LGBT e altre fasce di popolazione che finalmente avevano ricevuto riconoscimento e sostegno. Andrà capita la sua posizione su tematiche delicate quali il rapporto con Cina e Russia o la gestione dell’immigrazione. Tuttavia, sulle questioni di finanza pubblica probabilmente si terrà nella traccia di Draghi e del PNRR, visto che la situazione macroeconomica italiana come sempre sta in piedi con gli stecchini.

Sono disperato per la Meloni al Governo? Non diversamente da quanto lo ero con Berlusconi, che è durato molti anni come Presidente del Consiglio. Mentre l’opposizione è sostanzialmente nulla (per numeri e capacità di assumere posizioni dirimenti), alla fine la necessità di Lega e Forza Italia di (ri)crearsi un proprio posizionamento distinto da Fratelli d’Italia sarà probabilmente la sua maggiore spina nel fianco. Speriamo non succedano altri sconvolgimenti mondiali, però.

Cucine nuove e case vecchie

11 Settembre 2022

Tra qualche giorno Eva e Margherita ritornano dal secondo viaggio in India. Sono felice di vederle e anche un po’ ansioso di finire di rimettere a posto la casa. Infatti, accanto al classico delirio da uomo single (situazione a me familiare per 20 anni), stavolta ci sono tavoli e mobili che traboccano di pentole, bicchieri, piatti, posate e utensili da cucina. Li sto mettendo a posto nella nuova cucina, dopo averli lavati uno per uno, a mano o in lavastoviglie.

E già, finalmente abbiamo una lavastoviglie: fa parte della nuova cucina, insieme ai nuovi elettrodomestici che spero siano eco-friendly. Complice il Coronavirus ci abbiamo messo un po’ a cambiarla, ma ci siamo detti che era necessario farlo pochi mesi dopo essere entrati nella casa di Pero. Per fortuna gli altri mobili trovati in casa sembrano resistere, al netto di quelli già cambiati: dico “per fortuna” soprattutto perché è stata una sfacchinata.

Da un lato è vero che lo smontaggio della vecchia cucina, il montaggio della nuova e l’allaccio di elettricità/acqua/gas sono stati svolti da professionisti. Dall’altro svuotare tutto, pulire l’ex-retro/sotto-cucina, lavare tutto e rimettere a posto è stato qualcosa da fare tutto solo, soprattutto alla sera dopo il lavoro o nei weekend. Buono a sapersi per la prossima volta, che si tratti di nuovo della cucina (argh) o di altre stanze, spero meno unte e bisunte.

Le case d’altronde richiedono costante manutenzione e per quanto noi Italiani amiamo la proprietà, esperienze come questa un po’ mi fanno pensare. Mentre con mascherina e occhialoni pulivo la muffa da condensa arrampicato su una scala, pensavo che in fin dei conti forse sarebbe più comodo stare in affitto, demandando a terzi manutenzione ordinaria e straordinaria. E invece no, so già che finirò a cercare un’altra casa e giù a manutenerla.

Strappalacrime

15 Agosto 2022

Il ritorno dalla Calabria quest’anno è stato un po’ più traumatico del solito. Margherita, in particolare, si è letteralmente disperata per l’allontanamento dei nonni: tutto sommato una cosa strana, visto che nemmeno da neonata è mai stata una bambina particolarmente piagnucolosa. Poi oggi un nuovo psicodramma: stavolta, mentre si preparava alla partenza per l’India, alla giaculatoria pro-nonni ha unito la disperazione del doversi allontanare anche da me.

Lei e la madre saranno a casa dei nonni indiani per un mese di puro relax. Sono molto contento per Eva, che ritorna a vederli dopo il viaggio precedente, in cui la bimba aveva un anno.. Sono felice soprattutto per Margherita: penso sia giusto che maturi una relazione con i genitori di sua madre così come ha fatto con i miei. Il che non vuol dire che tra un mese dovrà strapparsi il cuore mentre li lascia per tornare alla vita “normale”, lontano da entrambe le coppie.

Ma come farlo? Io sono il primo a sentirmi come lei, continuamente lacerato da addii e sentimenti nostalgici: se non piango ad ogni piè sospinto è più per età che per disinteresse. Io sto bene coi miei genitori, sto bene con mia sorella, sto bene con mia moglie e mia figlia, penso che starei bene anche con i miei suoceri. I miei genitori non ne vogliono sapere di trasferirsi più vicino a noi e ancora meno i miei suoceri, per i quali sarebbe un trauma multiplo.

Un altro anno “scolastico” sta per iniziare, con qualche viaggio in più rispetto agli anni del Coronavirus imperante: dopo il viaggio in India delle 2 eroine, dovremmo riuscire ad andare tutti insieme dalla nonna per festeggiare i suoi 70 anni, poi vederla di nuovo a Natale e Pasqua (finalmente, dopo averne saltate diverse). Spero sia un anno calmo per Margherita, anche se posso già scommettere che da ora a Natale parlerà di Natale in Calabria, poi da gennaio in poi ci ossessionerà col suo compleanno.

Spero che almeno le sue nuove amichette e la voglia di scoprire il mondo possano distrarla un po’. Io invece come al solito tratterrò il fiato e sopravviverò, fino alla prossima possibilità di aprire la bocca. Che modo di vivere è?