Fallimenti…

21 Aprile 2002

Periodo di fallimenti… Ed ecco che mentre passeggio virtualmente su e giù in attesa di scoprire che fine ha fatto Monfiana , illudendomi di studiare per la tesi trovo questo passo su L’uomo flessibile di R. Sennett, Feltrinelli, 2000, p. 119…

Il fallimento è uno dei grandi tabù moderni. La manualistica popolare è piena di ricette per il successo, ma non dice molto su come affrontare un fallimento. Riuscire a fare i conti con un fallimento, dandogli una forma e un posto nella storia della propria vita, è una cosa che può ossessionarci interiormente ma che di rado viene discussa con gli altri. Al contrario, spesso ci affidiamo alla sicurezza dei cliché: i difensori degli sventurati si comportano in questo modo quando cercano di trasformare un lamento tipo “ho fallito” con una risposta che dovrebbe essere consolatoria, tipo “no tu sei solo una vittima”. E, come succede sempre con le cose di cui abbiamo paura di parlare apertamente, l’ossessione interiore e la vergogna non fanno che crescere. Quella che rimane sempre attiva è la cruda idea di non essere “all’altezza”.

Mumble mumble…



5 Comments to “Fallimenti…”

  1. lch | Aprile 21st, 2002 at 13:54

    Ho imparato, sulla mia pelle, che qualunque cosa possano dire gli altri in questi momenti, sembra sempre una presa in giro.

    Solo l’espressione dei sentimenti altrui può essere considerata veritiera, proprio perchè non tende a darci consigli.

    Io, quindi, ti dico solo “mi spiace, sinceramente”.

  2. ex-xxcz | Aprile 21st, 2002 at 14:22

    È tempo di bilanci… Per quello ci si accorge dei fallimenti… Anch’io sono molto dispiaciuto Lch… Ma non so di cosa: nel senso che io mi assumo tutte le responsabilità … Con Monfiana, su Animal House, sul lavoro… Però tra un fallimento e un’assunzione di responsabilità , rimangono tanti dubbi…

    Grazie soprattutto di avermi letto, appunto qui un’altra frasetta dello stesso libro, p. 135…

    Chiunque abbia sperimentato a fondo il fallimento riconoscerà  questo impulso: con la distruzione della speranza e dei desideri, conservare la propria voce attiva è l’unico modo per rendere tollerabili i fallimenti. Limitarsi a dichiarare la propria volontà  di resistere non è sufficiente.

    Se penso che il sottotitolo del libro è “Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale” comincio a sospettare di esserci dentro fino al collo…

  3. ex-xxcz | Aprile 21st, 2002 at 14:34

    Certo che ci sei dentro, eccome!

    Ora fai la vittima (pratica lecita, naturale, umana e liberatoria) sintanto che ci sarà  un numero (per te) decente di persone che potranno sopportarlo. Poi, come sempre accade, ne comprenderai l’inutilità  (o l’esaurimento della sua vitale funzione) e potrai davvero permetterti di reagire senza “limitarti a dichiarare la tua volontà  di resistere”.

    Sarebbe troppo bello, in certi momenti, riuscire a non trovare in ogni cosa, qualcosa che ci riguarda, come se fosse fatto apposta. In quei certi momenti, ogni cosa ci fa male ed è quasi prassi giungere a dire “è colpa mia”, anche se quello che ci disturba è la pioggia, o il sole.

    In quei certi momenti sentirsi dire “forza!” è una mazzata micidiale.

  4. ex-xxcz | Aprile 21st, 2002 at 15:54

    Ma anche sentirsi dire “Sei la colpa di tutti i mali del mondo” non aiuta…

    Grazie di aver seguito il topic, Luigi…

    Continua il dubbio di sapere come andranno a finire tutti i dolori di questo periodo… Che dalla virtualità  scendono verso la realtà …

    In una realtà  che è già  minata…

  5. lch | Aprile 21st, 2002 at 17:02

    Nessuno (nemmeno tu!) può dirti una cosa del genere. Non sarebbe vera, in assoluto. Se invece ti sembra soltanto, allora rileggi, e se fuori piove, per tanto che disturbi te e altri, non è colpa tua.

    In quanto alla virtualità , ehnnò, niente imbrogli. I sentimenti, quando ci sono, sono sempre reali.

    Fin dall’inizio. Sino alla fine.

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