I poeti ci fanno paura

27 Settembre 2002

Scritto il 25 settembre, post – cena

Il buio Aurovilliano è dark, very very dark… Cosà riflettevo con Supriya all’uscita dall’ufficetto: nessuna luce elettrica per kilometri (ti voglio sulle strade a guidare…).

La cucina Aurovilliana è spicy, very very spicy… Questo invece pensavo mentre rimettevo parte del mio riso bianco nella pentola e prendevo del riso giallo e l’ennesima ciotola della solita zuppa (quella di ieri etc. ). Buono questo riso: probabilmente curry per il colore (ma non ne sapeva granché, o forse ormai sono assuefatto), condito con le solite palluzze marroni , con arachidi e peperoncini interi (anche se svuotati). Già , con noccioline americane, probabilmente soffritte. Se magari ‘sti cibi ogni sera non fossero gelati ma un filo caldi, sarebbero più buoni, e sicuramente più digeribili. Comunque anche un’amica di Karen che sta qui ha rimesso il riso bianco nel pentolone… Lei tutto, io solo un po’: me la sono regolata di più… Comunque la sensazione è quella di mangiare ogni sera ad un ristorante cinese o similare: una sera va bene, 2 pure, ma dopo un po’ preferiresti un brodo di dado Knorr piuttosto… Ma basterebbe anche variare: già  il non aver mangiato riso a casa di Luigi oggi è stata una bella cosa.

Nel frattempo, come nel resto della giornata e comunque come avviene da diversi giorni a questa parte, cerco di capire l’utopia di Auroville. Oggi mi è venuto in mente un passaggio di una canzone di Claudio Lolli segnalatami da Celeste : se gli aurovilliani sono sognatori, forse sono anche poeti…


È vero che i poeti ci fanno paura […]
perché i poeti aprono sempre la loro finestra
anche se noi diciamo che è una finestra sbagliata… 


Mumble mumble…



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