Scritto il 7 ottobre, notte

Visto che ieri (domenica) vi ho graziato stasera appunto qualche aggiornamento con spirito un po’ alcoolico: vengo infatti da una lunga discussione iniziata durante la mia cena con il Sir e la sciura tedesca e poi continuata con l’englishman (Robert, I think) davanti alla nostra casupola, sorseggiando scottish whiskey.

Ieri a pranzo mi sono inoltrato con Deoani (poi il resto della cricca ci ha raggiunti) verso la Ganesh Bakery, dove ci aspettava Karen: INCREDIBILE, ho mangiato carne! Un ottimo chicken & rice, per la modica cifra di 35 rupie (pi un paio di rupie convertite in palline al cocco visto la cronica mancanza di resto): da notare che Deoani si lamentava del costo sulle 20 rupie del suo vegetarian rice. Venti rupie sono 950 – 1.000 delle vecchie lire.

In quella zona, raggiunta a piedi dopo 20 minuti di cammino attraversando villaggi indiani e jungla propriamente detta, c’è l’abitazione di Karen: una camera in un appartamento popolato di studenti et similaria. Camera molto carina, con un soppalco in legno su cui si poggia il suo letto alla giapponese. L’ho subito rinominata “Princess Karen” visto lo stile della camera…

Al ritorno lunga discussione teologica con Deoani e una sua amica: come spiegare in inglese il processo sociale di secolarizzazione proprio delle società  industriali occidentali, se già  farei fatica a darne interpretazione in italiano?

La cricca di Deoani, tra l’altro, ieri pomeriggio ha perso proprio quest’ultima, visto che si è trasferita per l’ultima settimana ad Auroville (dopo 3 mesi) in un’altra Guest House: peccato, perché dopo che ieri avevano imparato che mi chiamo “ex” (niente da fare con “Giuseppe”: il massimo ottenuto era proprio Deoani che ieri gridava “Giupeeees” fuori dalla mia porta), magari si poteva stringere quantomeno un rapporto di buon vicinato…

Nel frattempo oggi è continuato il buon rapporto con Pino, abbastanza preoccupato per ciò che l’aspetta in Italia: la moglie lo odia (pare sia andata in televisione a gridarlo a tutta Italia ) e il giudice l’ha condannato a 300 Euro di assegni per il figlio, nonostante lui di fatto non lavori se non per le 3.000 – 4.000 rupie di “maintenance” che gli passa la Comunità …