Pasqua precaria

27 Marzo 2005

Non vi preoccupate, non mi sono dimenticato degli sparuti lettori della Cuccia che sono rimasti incuriositi dallo svolgersi degli eventi di questi mesi romani, dall’apogeo di inizio dicembre alla crisi di queste settimane. Non ho scritto perché, banalmente, non ci sono novità .

Nulla si è mosso nelle due settimane trascorse dall’ultimo post. Sino a quando, avantieri, ho avuto la brillante idea di rispondere ad un’e-mail “catena” di auguri che comprendeva anche il capo di A1. Il quale si è svegliato dal sonno e si è ricordato che mi doveva aggiornare dell’andazzo.

L’unico movimento, a suo dire, consisteva nel fatto che i capi di A2 stanno maturando l’idea (senza dirmi nulla) di propormi un contrattino di 30 giornate a circa 2/3 del forfait giornaliero datomi sino ad ora. Il mio “sponsor”, comunque gentile, sembrava seccato che io avessi contrattato direttamente con il capo di A2, per di più giocando al ribasso, ma disposto a lasciarmi fare, “per il bene del Gruppo”.

Cosa, ovviamente, non vera. Quando nel giorno in cui ho scritto il post, due settimane fa, ho parlato con uno dei capi di A2, la mia unica reazione al suo “Costi troppo!”, rivelandomi la cifra, è stata “Magari A1 mi desse la metà  di quanto mi vende a voi!”. Cifra che, appunto, è più alta di quella pattuita a dicembre: non ho mai comunque parlato di cifre esatte, non ho mai contrattato, non ho mai abbassato (ulteriormente) il prezzo. Anche perché, ovviamente, se A2 mi fa un “contratto diretto”, può vendermi al solito cliente molto di meno di quanto mi vende ora: se desse di meno a me ci guadagnerebbe ulteriormente.

Alla faccia dell’etica: il momento è difficile, l’unico a calare le pretese dovrei essere io. Cioè l’unico che lavora, in mezzo a tutte ‘ste partite di giro, è quello che già  oggi guadagna di meno dalla sua prestazione, ci paga più tasse e deve accontentarsi di un’ulteriore riduzione. Uno dei miei lettori, filosofo marxista, subodorerà  gli effluvi dell’alienazione da catena di montaggio, nella mia manovalanza moderna.

Come scrivevo sotto, la speranza è che A1 torni alla carica con un nuovo Cliente. Si tratterebbe in ogni caso di un mini contratto in attesa che a maggio inoltrato A1 riceva il feedback su una gara pubblica che potrebbe portare un po’ di lavoro. Nel frattempo devo sbrogliare la matassa convincendo:

  • A1, che non ho contrattato alle sue spalle di ridurmi la paga facendo un contratto con A2 (va bene la pazzia, però…) e che rimane immutato il rapporto di stima con cui mi ha portato nel Gruppo;
  • A2, che abbassarmi ulteriormente la paga mi porterebbe alla frutta, considerando che con questo tipo di contratto perdo oltre il 45% della cifra ricevuta in tasse.

La Cuccia va avanti ormai da anni: prima nella sua versione su FreeForumZone, poi in questa, ha accompagnato quasi 4 anni di vita, dalla fine dell’Università , all’esperienza in India, a quella in Francia, al periodo successivo. Anni difficili, c’è da ammetterlo: ma stavolta non sono “disperato” come in altri momenti, ben peggiori. In questo istante, provo soprattutto apatia: o la va o la spacca, mi son stufato di drammatizzare tutto. Se rimarrò senza contratto, vuol dire che rimarrò a Roma a fare il turista. Magari chiedo al capo di A1 di lasciarmi il PC e di permettermi l’accesso alla sede centrale del Gruppo qui a Roma, tanto per poter navigare un po’. Passano così veloci, le giornate, quando si vuole (o si deve) perdere tempo.

Buona Pasqua a tutti, comunque. Vi aggiornerò sulla telenovela per il puro piacere di ritornare qui tra qualche anno e dire “quanti periodi stupidi ho vissuto nella mia vita”. Sai che soddisfazione…



2 Comments to “Pasqua precaria”

  1. Jeanette | Marzo 17th, 2005 at 23:25

    non ci capisco più niente con queste sigle… mi arrendo all’inevitabile… i miei due neuroni sono già  in coma…
    cmq il succo l’ho capito: che noi siamo sempre quelli che lo prendono dove non vorrebbero

  2. ex-xxcz | Marzo 29th, 2005 at 12:45

    Yes. :-/

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