La prima, quella che mi piace di più, in realtà  non è affatto mia: è dei ragazzi dell’Agenzia pubblicitaria che, sin da quando abbiamo iniziato a collaborare a giugno, mi hanno accolto con molta disponibilità  nel loro gruppo di lavoro, sebbene fossi là ufficialmente come rappresentante di un’altra società  del Gruppo e praticamente di un altro mondo professionale ancora. La scrivania è bianca e spartana ed è sempre difficile trovare un cavo di rete funzionante tra i quattro disponibili: ma è un ambiente che sento amico e che, nemmeno tanto segretamente, amo ed invidio.

La seconda scrivania dovrebbe essere quella ufficiale, peccato che in realtà  non esiste. Dovrebbe essere una delle sei disponibili nell’ufficio più grande della società  con la quale collaboro a Milano: peccato che storicamente sono occupate da consulenti “milanesi” di lunga data che saltuariamente ricompaiono ed ovviamente ti mettono a disagio. Cosà finisco a vagare tra le varie disponibili sperando che non arrivi proprio quel giorno il legittimo proprietario. I colori tenui dell’ambiente dovrebbero proiettare un’idea abbastanza sterile del tutto: peccato che regni sovrana la confusione legata al trasloco ormai avvenuto parecchi anni fa. Per fortuna ieri sono arrivate delle nuove sedie: un tocco di verde più acceso di quello smorto delle precedenti.

L’ultima scrivania è a Bergamo ed è quella che in questi giorni sto cominciando ad utilizzare in vista del trasferimento fisico, anche in termini di alloggio, che si avvierà  nel mese di dicembre. Si tratta in realtà  di una scrivania occupata dai case dei PC degli “abitanti” delle scrivanie vicine e di varie cianfrusaglie accumulate come tradizione in ogni ufficio sulla scrivania più vuota del momento. Seduta di fronte a me c’è una delle persone più professionali e simpatiche del Cliente: speriamo si riesca a lavorare insieme senza intralciarsi a vicenda. Certo, sarà  un po’ difficile visto che non ho né una connessione, né un telefono, né una stampante a disposizione.

Ho già  avuto tante altre scrivanie, nel passato. Ad ognuna sono legati ricordi, arrabbiature, soddisfazioni: per chi come me ha sempre lavorato con PC portatili e dal Cliente di turno, sono state di volta in volta una piccola grande conquista ed un segno di stabilità  acquisita, seppur temporaneamente. In questo momento, mi sembra evidente, di stabilità  ne vedo molto poca: chissà  cosa succederà  nei prossimi mesi. Se poi arriverà  un evento clamorosamente bello a cambiarmi la vita, tanto meglio: voglio conservare almeno questa remotissima speranza.



2 Comments to “Le mie tre scrivanie lombarde”

  1. Frate Antonio | Dicembre 8th, 2005 at 22:22

    Un caro saluto.

  2. nikink | Dicembre 18th, 2005 at 21:28

    Aneli alla scrivania come al porto un naufrago.

    Scusa l’ungarettismo 😉 ma mi sembra che ti corrisponda.

    Buona scrivania bergamasca, che t’auguro presto sgombra.

Leave a Comment