Senti che stai invecchiando quando un dipendente del tuo Cliente non fa che parlare del programma della De Filippi e ti fa vedere le foto dei protagonisti: ti sembrano poco più che bambini. Chissà qual è la loro età, puoi tirare a indovinare e ti viene da pensare che saranno nati a cavallo degli anni Novanta. Allora corri a vedere le foto dei partecipanti al Grande Fratello e scopri che loro hanno sì la tua età, ma un aspetto clamorosamente da vecchi. I loro profili danno da riflettere, ma ancor di più le loro foto: immagini la tua là in mezzo e ti rendi conto che ormai sei dalla parte degli “uomini”, non più dei “ragazzi”.

Ti rendi conto che, in fin dei conti, tra i ragazzotti ballerini e gli adulti nullafacenti del primo reality show della storia, probabilmente gli italiani stimeranno i primi e guarderanno con fare ironico ai secondi: in fin dei conti, chi ha meno di 20 anni ha di fronte l’intera vita, chi ne ha quasi 30 ormai le scelte della sua vita le ha fatte. Pensi che probabilmente i primi possono concedersi anni di dolce far nulla, hanno l’onore di poterlo fare inseguendo sogni di gloria. Pensi che i secondi hanno solo l’onere di tirare avanti inseguendo le rate del mutuo.

La vecchiaia delle apparenze incombe anche quando sfogli un giornale modaiolo o sbirci un cartellone pubblicitario e ti rendi conto che anche là vengono ritratte solo cerbiatte diciannovenni (a dire tanto). Pensi che in tutta la tua vita hai provato soggezione rispetto alle donne, che ti sono sembrate sempre distantissime e irraggiungibili  proprio per quell’aurea di sicurezza e maturità: ora sembrano una tua potenziale figlia. Ricordi Megan Gale ragazzina e te la trovi rottamata a 30 anni, come se fosse una vegliarda impresentabile. Ti è sempre sembrata molto più grande di te, invece lo era appena di un paio d’anni.

Il mondo dello sport, così come quello dello spettacolo, non ti aiutano: i campioni olimpici di cui si blatera tanto sono appena ventenni e i calciatori trentenni vengono chiamati “vecchi”. Guardi L’ultimo bacio e pensi che quelle tematiche le sentivi tue a 23 anni, ora le senti persino superate e ai 30 anni non sei nemmeno arrivato. Sospetti di aver corso un po’ troppo negli ultimi anni e pensi che non sei arrivato da nessuna parte: anzi, hai proprio perso la meta. Così rallenti il ritmo e ti tuffi nella quotidianità, tanto per tacere quella vocina maledetta che ti chiede di darle conto. Senti che si sta spegnendo del tutto e non sai se gioirne o disperarti. Addio coscienza.

Clamorosamente vecchio pensi di esserlo quando vedi la tua cuginetta che sta per prendere la sua bella laurea triennale e ti ricordi di lei neonata tra le tue braccia. Suo fratello diventa maggiorenne, tua sorella si avvicina al dottorato. Tu invece non fai nulla, ti affoghi nel lavoro e non hai nemmeno un minuto libero per leggere un libro. Invidi chi ti circonda perché conosce concetti come “ferie”, “malattia”, “tredicesima”. Tu non hai nemmeno un giorno libero per quella maledetta visita medica che dovevi fare un anno fa.

Verrebbe da chiederti cosa hai sbagliato, per trovarti così disorientato, in un mondo che invece corre allegramente e furiosamente. Tu invece barcolli, ti dimeni e crolli, visto il sonno. Sogni di cambiare e non sai da dove iniziare: i tuoi coetanei si sposano, fanno figli a ripetizione e divorziano. Tu non hai fatto nemmeno il primo passo e fai una grande fatica a immaginare anche solo una convivenza. Sogni di cambiare e non ti fanno iniziare: ti sei scavato il tuo maledetto ruolo nella società, non ti piace e non sai nemmeno cosa dire a quelle mosche che, nel frattempo, rosicchiano la freccia del tempo che vola. Time flies like an arrow.



9 Comments to “Alle mosche del tempo piace una freccia”

  1. Jeanette | Marzo 2nd, 2006 at 17:14

    Allora diciamoci una cosa: a parte il tempo per leggere (che tu non hai, forse, perché hai la macchina. Io ogni giorno in metro ho quasi 2 ore per leggere…), io mi sento più felice così di come potrei mai esserlo con la De Filippi. Bleah!

  2. berlic | Marzo 2nd, 2006 at 17:41

    Quasi trenta, eh? Aspetta di entrare negli …anta, come me, e allora la freccia del tempo sì che comincerà ad andare veloce… 🙁

    Ah, avessi ancora tempo di leggere i libri come avevo a 30 anni!

  3. SuperCopy | Marzo 3rd, 2006 at 11:37

    Tu sarai pure alla soglia dei 30, io ho da poco passato i 26. Un lavoro precario che ho voglia di cambiare e tutti gli annunci che dicono “si richiedono almeno 3 anni di esperienza”. Nessuna prospettiva futura. Nemmeno l’ombra di un fidanzato o presunto tale. Nessuna prospettiva futura.
    Prima della laurea, l’influenza era una scocciatura che mi impediva di andare a lezione a sentire chi sai bene tu disquisire sugli argomenti che mi facevano letteralmente andare in brodo di giuggiole e mi aprivano la mente a nuovi “scenarios”. Quest’anno, quando l’ho presa, poco mancava che stappassi champagne. E ogni mattina controllavo, con sommo gaudio, la febbre che non scendeva. Ho letto due libri e mezzo in 5 giorni. Ho avuto il tempo di lavare, stirare, pulire, cucinare, guardare la televisione, leggere i giornali (alcuni risalivano alla settimana prima di Natale), chiamare le persone che non sentivo da molto. Insomma: ho avuto il tempo di condurre una vita normale, se non fosse che stavo obbligatoriamente in casa.
    Mi chiedo sempre più spesso come si esce da quest’inferno…

  4. Jeanette | Marzo 1st, 2006 at 16:47

    Giu, ma che stavamo facendo, noi, quando avevamo meno di vent’anni, e potevamo fare i deficienti in tv?

  5. ex-xxcz | Marzo 1st, 2006 at 23:40

    Inseguivamo i nostri sogni a base di semiotica e sociologia…

  6. ex-xxcz | Marzo 2nd, 2006 at 19:25

    Jeanette non ho mai avuto un’auto, anche se da 10 anni ho la patene. Vado in giro a piedi. 🙂 Effettivamente quando stavo a Roma anch’io passavo un po’ di tempo in Metro, anche se non l’attraversavo da una parte all’altra come te! Comunque zero interesse per la De Filippi che, per inciso, non ho idea di cosa faccia coi suoi ragazzini truccatini.

    Berlic io non ho nemmeno il tempo di leggere un libro durante la settimana, è quello che mi fa star male.

  7. Frate Antonio | Marzo 8th, 2006 at 13:36

    Che tu sia sempre donna, domina.
    Che tu sia sempre te stessa, che apprezzi i tuoi pregi e non dissimuli i tuoi difetti, fanno parte del tutto.
    Che tu non soccomba alle passioni ma che tu viva appassionatamente.
    Che tu non sia schiava degli altri ma al servizio degli altri, che tu viva con e per gli altri.
    Se sai accettarti per quello che sei, gli altri scopriranno in te un dono; la bellezza dei tuoi occhi, che sono il sorriso del tuo cuore, non avvizzirà  mai, supererà  le rughe degli anni e gli altri ti ameranno sempre.
    Non sei bella perché sei donna, ma sei bella perché Egli ti ha pensato donna, la metà  del creato.
    Non chiudere mai gli occhi e non farti abbacinare dal mondo, sei un granello prezioso agli occhi di Dio.

  8. ex-xxcz | Marzo 9th, 2006 at 17:46

    Però io sono un uomo, eh.

  9. Pingback dall’articolo » Data di nascita? | Aprile 15th, 2013 at 23:17

    Sono andato a cercare un vecchio post in cui parlavo di Megan Gale. Non è che ricordi a memoria tutti i post della Cuccia, però visto che le situazioni sono ricorsive, in casi come questo non è difficile ricordare il caso/la metafora utilizzati. […]

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