Ognuno di noi, immagino, ha le proprie idiosincrasie, antipatie e simpatie, amori ed odi verso prodotti, situazioni, oggetti, cibi, servizi: sembra incredibile, ma esiste persino gente che impazzisce per la verdura bollita! Ognuno potrebbe stilare una lista infinita di “Mi piace” e “Non mi piace”, come spesso si vede sui blog adolescenziali. Ci sono occasioni, però, in cui uno sceglie esplicitamente di non voler usufruire di qualcosa che fa magari fa impazzire gli altri: piccoli boicottaggi che, nemmeno a dirlo, non porteranno da nessuna parte, però ci fanno sentire a posto con noi stessi. Perciò eccomi a declamare qualcuno dei miei: magari scopro di non essere l’unico…

  • I taxi

    I miei colleghi consulenti (letteralmente) impazziscono per i taxi. Li usano la mattina per andare al lavoro, la sera per tornare a casa, di continuo per spostarsi tra i clienti, prossimamente anche per andare a prendere un panino al bar sotto l’ufficio. Ciò che all’estero sembra comune, come l’utilizzo della metropolitana, qui viene aborrito quasi fosse un volersi “sporcare” con la folla. A me che al contrario piace osservare la vita reale, piace pensare che 50 persone pigiate su un autobus evitino 50 auto in giro per la città. I taxi, invece, seguono esattamente la filosofia opposta: un’auto per ogni persona per ogni micro-percorso. Gli autisti in circolazione sanno di essere oligopolisti e se ne approfittano; chi vorrebbe avviare l’attività, non può nemmeno provarci, nemmeno chiedesse l’accesso ad una casta di vip indiani. I tassisti italiani spesso fanno i furbi con le tariffe, specie quando si chiede loro la ricevuta da mettere in nota spese (anche perché se no dubito che i miei colleghi ne approfitterebbero così tanto). La maggior parte dei taxisti lombardi, contrariamente a quelli romani, accetta solo contanti e non sempre rappresenta il massimo della simpatia. A leggere le osservazioni di Stefano, si direbbe che all’estero i clienti siano più fortunati o quantomeno si divertano di più.

  • Le bottigliette d’acqua minerale da 50 cl

    Pensate un attimo a quanti sorsi d’acqua ci sono in una bottiglietta d’acqua minerale da mezzo litro. Pochi, decisamente pochi. Meno acqua di quella che utilizziamo per lavarci i denti, poco più di due bicchieri da tavola. Ora pensate a quanti milioni di bottigliette avete visto utilizzare o avete bevuto voi stessi: quelle prese al distributore automatico in azienda, quelle distribuite dalla Protezione civile nei grandi eventi, quelle comprate al supermercato “perché è sempre utile averle in casa”. Fate anche un po’ di mente locale sui costi: 30 – 35 centesimi in un distributore aziendale, 85 – 90 centesimi in un self service o nei distributori in stazione, ben di più ai baracchini nelle zone turistiche. Eppure stiamo parlando di una quantità incredibile di plastica per contenere ciò che corrisponde ad un quarto di una normale bottiglia da 2 litri. La quale, nemmeno a dirlo, al supermercato costa 30 – 40 centesimi, quindi un quarto della medesima acqua in versione mignon. Nessuno vuole diventare un talebano dell’acqua del rubinetto (soprattutto io che soffro di calcolosi renale e devo stare attento all’acqua che bevo) e pertanto tanti complimenti soprattutto a San Benedetto per essersi di fatto imposta come standard nazionale; ma chi ripaga i costi ambientali di questa (carissima) montagna di plastica?

  • Le sigarette

    Non ho mai fumato in vita mia. Né sigarette, né sigari, né spinelli, né pipe, né droghe varie. A me ed al mio nasone storto, l’idea di riempirsi la bocca di fumo fa venire il voltastomaco. A me ed al mio cervellino storto, l’idea di essere riconosciuto a metri di distanza per il cattivo odore che emano, fa drizzare i peli sulle braccia. Fumare è un’abitudine desueta: passi per le signore col bocchino di inizio Novecento; passi per i partigiani in trincea a riscaldarsi; passi per gli operai degli anni Sessanta che vedevano la sigaretta come una piccola consolazione. Ma noi che abbiamo tutto e tutto possiamo avere, non siamo ridicoli a riempirci le tasche di pacchetti di sigarette? Non siamo ridicoli quando ci mettiamo a fumare per piacere alle ragazzine o diventiamo lividi di rabbia quando ci viene impedito di fumare la sigaretta post prandiale? E poi, per citare Ashton Kutcher in Sballati d’amore, «Baciare un fumatore è come leccare un portacenere»: nessuna delle mie fidanzate hai mai fumato e se avessero iniziato a farlo le avrei lasciate. Si tratta di un’abitudine stupida: inalare sostanze cancerogene in maniera ripetuta, più volte al giorno, poggiando qualcosa un po’ di foglie essiccate brucianti sulle nostre labbra. Se un alieno ci vedesse farlo, sarebbe indeciso se mettersi a ridere o etichettarci come pazzi.

  • Il caffé

    L’alieno forse sorriderebbe anche nel vedere molti di noi anelare ad una tazzina di caffé con motivazioni del tipo “Mi serve per svegliarmi – Aiuta la mia digestione – Non posso farne a meno ma mi limito a tre al giorno”. Io non bevo caffé perché non mi piace il suo gusto: il traumatico tentativo di passare dal latte e Nesquik al latte e caffé da bambino mi ha definitivamente convinto a non assaggiare mai un espresso nella mia vita. Nulla da eccepire nei confronti dei maniaci della caffeina; ciò che rompe un po’ è il fatto che il trangugiare caffé in nazioni come l’Italia è un tale “must do” da venire guardati con sospetto nel caso non si approfitti di tale bevanda divina. I menu a prezzo fisso nei ristoranti includono il caffé e non pongono alternative: così, praticamente ad ogni pausa pranzo, pago per dei caffé che non berrò mai. Mi piacerebbe una minima alternativa: datemi la possibilità  di bere un bicchiere di latte, una camomilla, un thé o datemi un cioccolatino, ma non mi guardate con faccia inorridita ogni volta che dico “No, grazie” al cameriere del bar o al collega davanti alla macchinetta. Che ci posso fare, non sono fatto per le scuole di pensiero a senso unico.



3 Comments to “Piccoli boicottaggi fai da te”

  1. nikink | Marzo 1st, 2007 at 23:41

    come sai, l’onestà  è fra le mie ambizioni e quindi non posso che darti ragione su tutto

    ma, mentre sui taxi e sulle bottigliette la mia identità  di vedute è totale e mi viene facile sguainare la spada da moralista per lottare al tuo fianco; mentre sul caffè riesco ancora a tenerti bordone perché potrei tranquillamente fare a meno dei tre quotidiani che uso come segnatempo; purtroppo – da tabagista fin dall’infanzia – non riesco a non difendere il mio turpe ineluttabile vizio

    sono un tabagista rispettoso, moderato, colto persino; ma pur sempre un tossico che, in questo campo, potrebbe solo sperare di offrirti lo stimolo di un punto di vista consapevole

    per fortuna, per arricchirti di questa possibilità , non saresti costretto a baciarmi 🙂

    un saluto da Nick, sloggato perché nessuna delle password plausibili sembra funzionare

  2. ex-xxcz | Marzo 2nd, 2007 at 00:21

    Ecco, l’importante è che non dobbiamo baciarci! 😉

  3. Pingback dall'articolo » I taxi a Roma: un incubo? | Luglio 18th, 2007 at 23:49

    <p>[…] Qualche mese fa ero stato troppo ottimista, nel preferire i tassisti romani a quelli lombardi: rimangio il mio giudizio […]</p>

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