Tra vita in Rete, corso di inglese e week-end in compagnia, nemmeno quello che dovrebbe essere etichettato come “tempo libero” riesce davvero ad essere un momento opportuno per sedersi a leggere un magazine di approfondimento o i quotidiani che si accumulano intonsi da una settimana all’altra. Così la mia possibilità di informarmi passa quasi esclusivamente dai quotidiani on line: un occhietto al mattino prima di andare in ufficio, un salto durante la (teorica) pausa pranzo, un po’ di lettura alla sera, anche solo per trovare spunti di riflessione per discutere con le persone che mi sono care, scrivere qualche post o semplicemente farmi un’opinione sul mondo che mi circonda.

Negli ultimi giorni (e la cosa è iniziata del tutto casualmente), mi sembra di leggere continuamente notizie che vanno tutte nello stesso senso: pur saltando a pié pari gli articoli di cronaca nera ed i relativi gossip (che ritengo assolutamente poco interessanti), noto che i box degli articoli più letti apparsi da qualche tempo sui maggiori quotidiani on line contengono quasi sempre collegamenti a notizie che parlano morbosamente di bambini troppo cresciuti, di adolescenti troppo sbandati e di adulti troppo indaffarati nel non volerli capire. Ecco qualche estratto raccolto negli ultimi giorni, tanto per capire di cosa sto parlando…

«E adesso a leggere l’ultima ricerca della Società dei pediatri presieduta da Pasquale Di Pietro, quella del 2006, vengono i brividi. Proprio oggi che anche in Italia celebriamo la Giornata dell’Infanzia. Il campione: 1.251 bambini tra i 12 e i 14 anni. Una domanda. Una delle tante del questionario: “Hai mai visto un tuo amico ubriaco?”. Sì, dice il 37,4% del campione. Non solo, l’8,4% aggiunge: spesso. Un’altra domanda: conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha fumato una canna? E questa volta è quasi uno su due (44,3%) a rispondere un tondo: sì. Un altro esempio? Tre ragazzini su quattro non esitano a confessare di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto, bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti, i nostri ex bambini.» (Dall’articolo “Le ragazzine e il sesso: a 12 anni senza limiti”, di Alessandra Arachi)

«Josh – salta fuori dopo la morte di Megan – non è mai esistito. La sua identità virtuale, con tanto di foto e profilo dettagliato su uno dei siti più amati dagli adolescenti, è stata creata da due adulti: i genitori di una bambina di cui Megan era stata amica, ma con cui poi aveva litigato. Abitavano nella stessa strada e continuavano a vedersi ogni tanto. Era un “gioco”, uno scherzo per farle credere che qualcuno si fosse davvero interessato a lei, per scoprirne i segreti e le confidenze e poi riportarla bruscamente coi piedi per terra, facendo sparire il ragazzo e ricordandole che “Megan è una p…”, “Megan è grassa” e “nessuno vuole diventare amico di una ragazza che tratta male i suoi amici”.» (Dall’articolo “Usa, scherzo sul web in tragedia, una ragazza di 13 anni si suicida”, su Repubblica.it)

«Sara Hamid, 16 anni, marocchina, schiacciata da un bus all’autostazione mentre tornava a casa, era una rappresentante di classe dell’Istituto d’Arte, molto attiva. Marocchina di seconda generazione, perfettamente inserita, molto stimata dai compagni. “Parecchi ragazzi mi hanno detto di sapere che quelle immagini sono finite su Internet – dice il preside, 61 anni di cui 23 alla guida delle scuole -. Non siamo riusciti a trovarle, tuttavia. Secondo me le hanno tolte quando hanno saputo che stavo per fare denuncia alla Polizia Postale, alla quale infatti mi sono rivolto. I ragazzi le hanno viste sui cellulari e forse sono finite anche su alcuni blog”. […] “Alcuni ragazzi a vedere quella scena sono svenuti o hanno pianto. Altri hanno riso davanti a quel cadavere scomposto. E c’erano parecchi studenti con zainetto in spalla che hanno fotografato e filmato i pezzi del cervello della loro compagna sparsi a terra. Una cosa scandalosa, incredibile. Mi chiedo cosa stia capitando ai nostri ragazzi, ormai molti di loro sono impermeabili a qualsiasi messaggio educativo”.» (Dall’articolo “Hanno ripreso e messo in rete la morte di una coetanea”, di Luigi Spezia)

«Tre ragazzini statunitensi, tra gli 8 e i 9 anni, sono stati accusati di aver violentato una bimba di 11 anni la scorsa settimana in Georgia. «In più di vent’anni di vita professionale, non ho mai visto nulla di simile», ha dichiarato Michael Wilkie, commissario di Acworth, la cittadina teatro del nuovo episodio di cronaca nera.» (Dall’articolo “Usa, stupratori a 9 anni. Vittima un’11enne”, su Corriere.it)

«La discoteca Shocking apre dalle 15 alle 18 solo ai minorenni, […] lolite (s)vestite da donna, con l’abbigliamento da urlo — parola d’ordine la trasparenza, meglio se assoluta — e nascosto dentro uno zainetto. Escono di casa, salutano mamma e papà con jeans, maglioncino largo, giubbotto, un normal look tra la secchiona e la brava figliola, e appena valicato il controllo agli ingressi partono per il bagno, aprono lo zainetto, e oplà. In un amen, trasformazione estetica, jeans, maglioncino e giubbotto appallottolati dentro il suddetto zainetto, consegnato, previo pagamento di euro 9, alla cassa. […] Certi appostamenti, certi movimenti, certi affondi restano nella memoria. Con il maschietto piantato lì, come un baccalà e la faccia da finto duro, al centro dell’arena, e le ragazzine attorno che lo osservano, scrutano, bocciano o promuovono con un bacio, e dopo il bacio una chiacchierata e dopo la chiacchierata mani che frugano. Con le femminucce che svettano sui cubi e, sotto ai cubi, i ragazzi che sfilano in processione, uno dopo l’altro, e speranzosi s’affidano agli sguardi delle miss. Se parte l’occhiata, lei scende e si finisce su un divanetto a raccontarsela. Se l’occhiata manco è accennata, avanti il prossimo. E così per cinque ore, in un vortice di telefonini che scattano fotografie e mandano sms, senza sosta, senza interruzione, senza pause. Una frenesia di sudore arginata dal consumo in quantità industriale della bevanda che nella pubblicità ti mette le ali.» (Dall’articolo “E il sabato pomeriggio tutte a caccia in discoteca”, di Andrea Galli)

«Meno romanticismo, più casualità. In base ai dati Eurispes nel 2002 il 17,4% non aveva mai avuto un rapporto occasionale, ma nel 2007 questa percentuale è scesa al 7,7%. Ma un ragazzo su tre non risponde alle domande. Inoltre, se nel 2002 il 54% dei ragazzi non aveva mai fatto sesso occasionale a rischio, nel 2005 si è passati al 47,7%. Il 40,1% del campione riferisce di non aver mai avuto un rapporto occasionale senza protezione ma non va trascurato quel 13,4% a cui è capitato qualche volta di non farne uso e quel 2,7% che non lo utilizza abitualmente; l’1,8% invece non prende mai precauzioni. Le ragazze sono le più idealiste. Gli adolescenti si mostrano poco sognatori rispetto all’amore. A fronte del 49,1% che vede la sessualità come l’espressione dell’amore, il 14,8% lo considera un’esigenza naturale e l’11,3% un’attrazione fra due persone. In generale, il 32,7% dei giovani ha un approccio pragmatico al sesso. Sono le ragazze, più dei ragazzi, ad essere ancorate alla visione romantica del sesso: il 63,2% contro il 22,6% dei maschi. Sempre in tema di sessualità, il rapporto riferisce i risultati di un’indagine di Telefono Azzurro-Università di Roma Tor Vergata sulle esperienze fra i 3 e 12 anni. I comportamenti auto-esploratori vengono messi in atto dal 54% delle bambine e dal 77% dei bambini. Rispetto ad un campione americano, le bambine italiane hanno comportamenti sessuali auto-stimolatori in misura maggiore; e circa il 50% delle mamme si mostra preoccupata per la sessualità infantile.» (Dall’articolo “«Il sesso? Meglio se occasionale» E in casa dilagano i figli-padroni”, su Repubblica.it)

Non saprei cosa aggiungere: mi sembra che gli articoli parlino da soli. Rispetto alla realtà (italiana o statunitense che sia, poco importa) di questi giorni, gli eccessi raccontati in Thirteen sembrano attività da educande. Le adolescenti che ti sfidano con lo sguardo per strada sono le persone adulte di domani: sarà una generazione completamente diversa dalle precedenti e non (solo) per la particolare propensione tecnologica che gli è propria. I media per ora cercano di raccontare il mondo che verrà, ma possono farlo con gli occhi di oggi: la morbosità con cui lo fanno, però, è quantomeno sospetta. Sarà anche vero che siamo un popolo di voyeur, ma non facciamo nulla per migliorare.



3 Comments to “Bambini, adolescenti e morbosità degli adulti”

  1. nikink | Novembre 24th, 2007 at 17:38

    è vero: nulla

    è più rilassante impazzire in massa

  2. SuperCopy | Novembre 28th, 2007 at 11:47

    Sono pezzi come questi che mi fanno passare ogni eventuale desiderio di mettere al mondo figli. Scusa, ma vado a farmi passare nausea e panico altrove.

  3. Jeanette | Dicembre 3rd, 2007 at 23:56

    Ma cosa gli abbiamo fatto?
    Evviva l’estinzione.

Leave a Comment