La cosa più bella che possa succederti, all’inizio della tua carriera professionale, è di venire etichettato come “high potential“: vuol dire che, in pochi mesi, hai dimostrato un potenziale di crescita tale da poter ambire rapidamente a posizioni di responsabilità, magari insolite per persone della tua età, in cui potrai dimostrare fino in fondo il tuo essere smart, preparato e ambizioso. Le strade davanti a te si aprono in maniera anche inaspettata: i tuoi interlocutori iniziano ad inserirti in “percorsi professionali” fuori dalla media, sicuri che sarai sempre all’altezza delle sfide. Anche la tua retribuzione aumenta rapidamente: l’azienda ha scoperto di avere un’ostrica tra le proprie cozze e ti concede maggiori retribuzioni e maggiori benefit rispetto ai tuoi coetanei. La paura di perdere la perla a favore della concorrenza è troppo alta.

La cosa più brutta che possa succederti, durante la tua carriera professionale, è di venire etichettato come “low performer“: il tuo rendimento viene considerato inferiore agli standard ritenuti idonei per essere promosso. Anzi, ti si inizia a rinfacciare che guadagni troppi soldi, che hai troppi benefit e che non ti sbatti abbastanza. Poco importa se in realtà lavori notte e giorno ed in questo limbo ci sia finito per tua scelta o per volere dei tuoi capi: magari sei stato inserito in quell’ufficio per un impiego temporaneo, poi sei rimasto legato a quella scomoda sedia per anni. Magari il passaggio, più che dalla tua volontà, è derivato da una fusione aziendale, da un cambio della normativa o da un momento difficile di mercato: eppure, nonostante tu possa sbracciarti per far capire ai tuoi capi la situazione, una volta “guadagnata” l’infausta etichetta, difficilmente te la toglierai di dosso.

In questi anni di consulenza nell’ambito della Gestione Risorse Umane, di low performer ne ho visti parecchi: a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti, nelle aziende Clienti ed in quelle in cui lavoravo. Qualche giorno fa, poi, ho ascoltato una storia istruttiva anche in taxi: la storia di un ex informatore scientifico del farmaco passato da vedette della sua azienda farmaceutica a giornalaio di provincia senza fortuna a tassista squattrinato e pauroso (a causa dei furti subiti) per le strade di Milano. Una vicenda triste ascoltata da un uomo solo, che a 50 anni ha un reddito appena sufficiente per vivere da solo ed ora passa le giornate a dispiacersi per non aver potuto costruire una famiglia, a causa delle ristrettezze economiche cui è stato condannato dalla discesa agli inferi nella sua vita lavorativa.

Di veri high potential, invece, ne ho visti pochi. Ho visto spesso persone “pompate” dai propri capi per motivarle durante periodi particolarmente intensi, poi abbandonate a sé stesse nei momenti di magra. Ho visto consulenti “comprati” a peso d’oro da un manager di un’Azienda che si era professionalmente innamorato di loro ai tempi in cui anch’egli era un consulente o successivamente, quando questi presunti high potential avevano prestato la propria opera nell’Azienda stessa; dopo pochi mesi, li ho visti etichettati come low performer e buttati in un qualche ufficio nelle retrovie. Perché se è vero che le persone cambiano nel tempo, è pur vero che i loro capi cambiano giudizio e ruolo piuttosto sovente; così il destino degli high potential è quanto di più fatuo. Il passaggio a low performer è sempre dietro l’angolo.



5 Comments to “Da high potential a low performer il passo è breve”

  1. Jeanette | Dicembre 3rd, 2007 at 23:53

    Mah. Cerco sempre di essere high. Non tanto potential quanto Stakanov. Perché tutto è dietro l’angolo, tutti gli imprevisti: l’ho visto su me e sugli altri. Non ottenere il bonus, non potersi permettere i regali di natale per chi ami. Non potersi permettere le vacanze, l’affitto, il tempo per sé.
    Dimmi, è il sistema che è malato o semplicemente le persone hanno solo trovato metodi più sofisticati per essere stronze dentro? ^^;
    Un bacio

  2. ex-xxcz | Dicembre 4th, 2007 at 00:33

    Brava Jeanette… Vedo che hai capito tutto del mondo del lavoro.

  3. Jeanette | Dicembre 7th, 2007 at 14:23

    A me sembra di non aver capito ancora niente, o quasi. Ma da quel poco che ho capito mi sta benissimo così!!

  4. Annarella | Dicembre 9th, 2007 at 21:12

    Attenzione: se sei troppo high poi ti dicono che non sanno come venderti 😉

    Una domanda: l’unico taxista sfigato l’hai beccato tu ? Perche’ ho beccato ex-top consultant, ex manager tutti entusiasti di essere tornati ad avere una vita. Per quanto riguarda i money, non ne ho ancora sentito alcuno lamentarsi 🙂

  5. ex-xxcz | Dicembre 9th, 2007 at 21:22

    Già, questa del “troppo bravo” l’ho sentita spesso… 😕

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