Mi piace raccontare, ai miei interlocutori curiosi di ascoltare qualche dettaglio in più sulla dislocazione geografica della mia famiglia (richiesta affatto infrequente e dai risultati affatto scontati), qualche notiziola a proposito della mia sorellina giramondo. Ultimamente, dopo aver cercato di riassumere il suo percorso professionale, ho la possibilità di annunciare una grande novità: frequenterà un Dottorato di Ricerca a Venezia. Una specie di fuga-di-cervelli-al-contrario: la Francia perde una giovane ricercatrice italiana a favore dell’Italia. Il che, visti i rapporti ricavi/costi/benefici cui i ricercatori italiani che cercano di lavorare in Italia sono sottoposti, è a dir poco raro.

Nelle ultime settimane, a dire il vero, ho festeggiato anche per un altro sogno raggiunto e realizzato con un nuovo piano di studi: si tratta di quello di Passeroad, di cui ho silenziosamente letto la cavalcata vincente verso l’ammissione alla Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia. Ad ogni suo post sulla lunga trafila di prove e visite a Roma, abbiamo sussultato e poi gioito: abbiamo imparato che è abbastanza duro venire selezionati per entrare nel fortunato club dei cinematografari del futuro. Non solo il Passero ha dovuto presentare i suoi lavori, ma anche dovuto dimostrare un’ampia conoscenza del mondo cinematografico e della sua storia: come dire, astenersi perditempo e non cinefili.

Le due storie, per quanto diverse in termini di settori disciplinari e di titolo finale atteso, non solo rappresentano diverse facce dei miei sogni andati a male, ma mi piacciono molto per l’essere tra loro accomunate dalla forte volontà di chi le sta vivendo: sono persone che hanno un sogno professionale e si sbattono per renderlo il più possibile reale. Lo fanno seguendo quella che ritengo la strada più nobile: l’Alta Formazione. Si tratta di qualcosa di più di semplici corsi post-Laurea: sono esperienze che durano tre anni ciascuna, cui puoi sopravvivere solo se mosso da un’inguaribile passione. Ti aspettano tre anni in cui più o meno puoi solo sperare di tirare a campare a tue spese, ma grazie ai quali la tua vita e la tua carriera fanno un balzo quantico.

Nulla di raggiungibile con i risibili percorsi di carriera (fantasma) in voga nelle aziende italiane, nulla di meglio che tu possa fare prima dei trenta anni. Faccio un grosso in bocca in lupo ai due protagonisti di questo post, che hanno capito le giuste priorità nella vita professionale e non si trovano con mille punti interrogativi sulla testa come avviene a me in questo momento. Perché una cosa è crescere in un ambiente culturale di eccellenza e poi scegliere sviluppi professionali coerenti con le proprie passioni, un altro è venire sballottati dalle correnti in una fossa di squali e sperare di diventare comunque un pesce adulto, invece di rimanere un eterno Little Nemo. Anche perché in Italia di vasche pieni di piraña che si credono squali potenti nell’Oceano ce ne sono tante, anzi troppe.



7 Comments to “Pubblica lode per chi insegue i propri sogni”

  1. Passeroad | Dicembre 17th, 2007 at 22:18

    Grazie degli auguri e un grandissimo grazie per il supporto dato durante la selezione.

  2. ex-xxcz | Dicembre 17th, 2007 at 22:52

    Grazie a te che ci racconti la tua bella avventura… Facce sognà. 8)

  3. Titì | Dicembre 17th, 2007 at 23:45

    Sono commossa, e anche un po’ imbarazzata, per questa pubblica lode. È che siamo distanti, altrimenti vedresti che selva oscura di punti interrogativi mi ruota furiosamente dalla testa, e questo da quando ho scelto questa strada senza garanzia alcuna!

    Sono stata molto fortunata, sotto molti punti di vista, ma il mio futuro poggia su sogni fatti di carta.
    Il faut assumer ses choix, dicono i francesi: anche quando sono difficili, bisogna adattarsi alle conseguenze delle proprie scelte. E mescolare alla fatica quotidiana un po’ di folle ottimismo. Il faut.
    Grazie fratellino.

  4. ex-xxcz | Dicembre 18th, 2007 at 00:28

    Vedo che i punti interrogativi rotanti si sprecano nella nostra famiglia… 😀

  5. SuperCopy | Dicembre 18th, 2007 at 13:34

    Però è bello avere sogni da inseguire e da concretizzare, anche se costa fatica e sacrifici: fa sentire vivi. Il “chi me lo fa fare?” è solo una faccia della medaglia, l’altra suona più o meno così: “lo faccio perché ci credo, perché amo questa scelta, questo lavoro, questa attività”. In bocca al lupo ad entrambi e grazie per aver ricordato che ogni tanto è possibile essere artefici del proprio futuro…

  6. Annarella | Dicembre 18th, 2007 at 23:36

    E’ bellissimo leggere di persone che hanno inseguito un sogno e ci sono riuscite ad acchiapparlo, uno splendido regalo natalizio 🙂

    A proposito degli squali, spesso ricordano piu’ trote bolse. E lo dice una che gli autentici squali li ha amati tantissimo 😉

  7. Pingback dall’articolo » Il weekend del Dottorato | Maggio 31st, 2015 at 21:03

    In questi giorni sono a Venezia col resto della famiglia per festeggiare il conseguimento del Dottorato di ricerca da parte di mia sorella. Si tratta di un bel traguardo, a cui guardo con lo stesso entusiasmo con cui nel 2007 annunciai qui l’inizio del suo percorso all’Università di Venezia. […]

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