Facciamo un gioco: rispondete alle seguenti domande senza aprire Wikipedia e/o Google: sono domande facili, cui dovrebbe rispondere qualsiasi bambino dotato di licenza elementare. In che regione si trova Macerata? E Isernia? E Ascoli Piceno? Come dite? Boh? Continuiamo: in che regione è Ancona? E Macerata? E Pescara? Si tratta della stessa di Pesaro?

Lo so che non è consolante, ma se avete trovato grande difficoltà nel rispondere al mio quiz, siete in buona (…) compagnia col 90% degli Italiani cui l’ho sottoposto. Un vero proprio buco nero collettivo: più o meno tutti sanno dire dove si trovano Benevento, Vercelli o Ravenna. Quasi nessuno, per qualche strano motivo, dimostra di conoscere Molise, Marche e Abruzzo.

La sensazione, più che altro, è che molti di noi fanno fatica a distinguerle. Alcuni di noi le vedono come un trittico indissolubile di regioni dalle caratteristiche culturali e morfologiche simili, come “quel pezzo di Adriatico che sta tra la Romagna e la Puglia”. Immagine sentita più volte e a dir poco bizzarra, viste le differenze profonde tra le tre regioni.

Ammetto che io stesso conosco poco la costa adriatica, anche se non farei fatica a distinguere Milano Marittima da Termoli: non l’ho mai frequentata da turista né vi risiedono amici/parenti/conoscenti. Non conosco l’entusiamo notturno della Riviera romagnola o i bagni affollati delle Coste venete: ne ho sempre sentito parlare, tra l’altro, soprattutto a Milano.

Nel week-end appena concluso ho approfondito un po’ la conoscenza delle terre marchigiane: ho passato dei giorni in dolce compagnia a Fano e dintorni, con una puntata a Pesaro. Si è trattato di un fine settimana diverso dal solito, divertente grazie ai nuovi amici incontrati e malinconico quanto basta per essere un week-end di fine autunno al mare.

Ora ho anch’io qualche idea in più di cosa siano le Marche e di quanto possano essere ospitali i Marchigiani. Unico appunto critico: se è vero che non è difficile raggiungere quelle zone in treno (ci sono diversi EuroStarCity diretti ogni giorno), è quasi impossiible prenotare un albergo: non se ne trova nemmeno uno censito nei più famosi siti di booking alberghiero.

Spero di tornarci, per incontrare ancora le belle persone conosciute negli scorsi giorni e per tornare a mangiare dell’ottimo pesce in posti nascosti agli occhi dei turisti. Spero di tornarci nella calma invernale che rende così affascinanti questi luoghi dalla lunga tradizione storica, ma anche nella bolgia estiva di cui i marchigiani parlano, con lunga esperienza alle spalle.

Spero che ci vadano in tanti, perché questo possa aiutare l’economia del luogo e soprattutto alzare il livello di conoscenza collettiva di quei luoghi e di quei popoli, che hanno tanto da offrire a chi è un minimo curioso di conoscerli. Così, la prossima volta in cui chiederò a qualche collega “Dov’è Urbino?” potrò evitare di sentirmi dire “In Umbria, no?” “No”.



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