Io vs. Milano

29 Giugno 2009

Me ne sono accorto per caso, mentre stavo firmando uno dei primi assegni della mia vita e probabilmente il più importante sino ad ora. Mi sono accorto della data: il 22 giugno. Ho sorriso un attimo e sono andato avanti, compilandolo con attenzione e cura. Tra me e me pensavo che una cosa importante come l’acquisto della prima casa non poteva non avvenire in una data così, 22 e per di più giugno. Quindici anni esatti dopo il primo bacio, per intenderci.

L’assegno era l’acconto che, insieme ad una lunga proposta di acquisto, sanciva la mia offerta per un bilocale a Milano. Una soluzione interessante, trovata dopo molti appartamenti imbarazzanti e/o troppo costosi e/o drammaticamente posti al primo piano (che da queste parti sembra essere una sventura, viste le sbarre). Una soluzione in budget, a meno di 3.000 Euro a metro quadro, in una zona verde e libera subito. Il 29 luglio potevo essere dentro.

Oggi, invece, esattamente una settimana dopo ed esattamente ad un mese dal giorno del rogito, ho ricevuto la brutta notizia: la padrona di casa ha accettato l’offerta, ma un minuto dopo ha ritirato la vendita. Quindi, niente di fatto. Mi tocca ricominciare la trafila degli appuntamenti, delle visite, delle trattative. In un clima di rimando generalizzato “a dopo le ferie” e con la speranza di non dovermi arrabattare per un’abitazione anche al ritorno dalle mie, di ferie.

Milano mi respinge, come al solito. Ormai è un’abitudine: ogni volta che faccio un passo avanti per cercare di integrarmi in questa maledetta città, ottengo porte in faccia, dirette o indirette. Un mio amico romano l’altro giorno ha recuperato su Youtube un video di Enrico Bertolino e mi ha chiesto sorridendo «Ma come fai a vivere con gentaglia simile?». Io ho reagito in difesa e poi tra me e me ho pensato di essere un po’ scemo, a voler diferende l’indifendibile.

Non mi trovo bene, a vivere da solo in questo agglomerato pretenzioso chiamato Milano. Non mi trovo bene soprattutto con le persone, che vivono in un eterno luogo comune fatto di aperitivi, sguardi fugaci all’Esselunga e tanta voglia di apparire. Forse mi troverei meglio vivendo con una famiglia che, probabilmente, smorzerebbe la bruttezza della vita quotidiana e i ritmi folli del se-a-Milano-non-lavori-sino-alle-11-tutti-i-giorni-non-sei-nessuno.

Questa città è piena di ricordi, di storie che ripercorro con la mente passando per i mille angoli che ho conosciuto dal 2005 ad oggi. Io vorrei provare ad ambientarmi un po’ e dopo aver fatto l’abbonamento della metropolitana a maggio e aver provato a comprare una casa a giugno, proverò a viverla con serenità a luglio. Sperando che, allontanandomene ad agosto, mi riaccolga a settembre con un po’ più di entusiasmo. Anche perché le alternative latitano.



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