Risorse Umane in saldo

13 Novembre 2009

Se c’è una cosa che ho imparato da quando, a fine 2004, ho iniziato ad occuparmi principalmente di Risorse Umane, è che le aziende non provano gusto a licenziare i dipendenti competenti. Sembrerà ovvio ad alcuni e poco credibile agli altri: i primi intuiranno il valore intrinseco che ogni dipendente accumula nel corso della propria esperienza nella società; i secondi inizieranno a sciorinare i luoghi comuni sul fatto che le società tagliano il Personale invece delle spese sciocche etcetera etcetera.

Ogni Manager intelligente non può che disperarsi quando deve lasciare a casa una risorsa valida. Che sia uno stagista, un collaboratore a progetto o un signore di mezza età, sarà prezioso non solo in termini di competenze maturate, ma anche di valore quotidiano regalato quotidianamente ai colleghi. L’introduzione del superbonus per le persone a fine carriera (ed il relativo ampio utilizzo) è l’esempio più chiaro per dimostrare come a volte sia davvero difficile interrompere il rapporto di lavoro con chi vale.

La cosa più triste del 2009, nel mondo aziendale, è stato appunto il fatto che i Manager di cui sopra hanno dovuto tagliare più rapporti di quando si potesse anche solo immaginare ad inizio crisi. Nell’autunno del 2008 si parlava infatti di fabbriche a rischio chiusura e di decine società sull’orlo del fallimento: la realtà 2009 è stata sì fatta parzialmente da questi fenomeni, ma anche e soprattutto di aziende “normali” che non hanno licenziato nessuno, ma hanno pesantemente inciso sui contratti temporanei.

Via i contratti a progetto, trattenuti solo sino ad esaurimento i lavoratori in apprendistato, addio agli interinali. Qualcuno ha rispolverato la formula dello stage per cercare di mantenere un presidio dei canali di selezione pur mantenendo bassi i costi di gestione del rapporto. Altri hanno iniziato a cercare un compromesso con chi rischiava il posto: non è un caso che stiano esplodendo le Partite IVA, tipico tentativo dell’azienda di diminuire i costi fissi e del lavoratore di iniziare a guardarsi intorno.

Se un’azienda in questo momento avesse la capacità e la volontà di selezionare nuovi collaboratori, troverebbe sul mercato dei veri e propri “saldi”. Molti hanno abbassato la cresta rispetto alle aspettative e così qualsiasi attore che si presenti sul mercato con un po’ di determinazione può fare incetta di ottimi professionisti a condizioni che in altri tempi risulterebbero decisamente poco credibili per entrambe le parti in gioco. Ovviamente, di aziende così lungimiranti se ne vedono poche in giro.

Permane la paura e la perplessità collettiva: questo è un male, perché è vero che la crisi è ancora in alto mare, ma non che questo sia una sciagura indistintamente per tutti. Come al solito, se qualcuno sta perdendo molto, è perché dall’altra parte c’è qualcuno che sta guadagnando molto. I dipendenti stanno in mezzo e vivono la speranza di trovarsi sempre dal lato vincente del tiro alla fune. Il match è ancora lungo, ma è una sfida per tutti: per persone e aziende è l’ora di dimostrare la propria bravura.



2 Comments to “Risorse Umane in saldo”

  1. Treccia | Novembre 18th, 2009 at 15:47

    E se qualcuno volesse aprire una sua attività?

  2. ex-xxcz | Novembre 18th, 2009 at 16:24

    Probabilmente è il momento di consolidare il rapporto con un minimo di Prospect ed avviare le attività con accordi quadro che salvaguardino il conto economico in questa fase delicata di mercato

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